Il sale d’Inghilterra ed il sottoprodotto “rame” a Libiola (Liguria Orientale)

Copertina dell'articolo

Copertina – Le aree di sfruttamento del minerale nella miniera di Libiola, durante differenti periodi della sua lunga storia (CENTO e DEL SOLDATO, 2000).

Il sale d’Inghilterra: cos’è ed a cosa serve

Il sale d’Inghilterra è il solfato di magnesio eptaidrato, MgSO4·7(H2O), conosciuto originariamente come sale d’Epsom dall’omonima località dove fu scoperto nel 1610. Fu descritto per la prima volta nel 1696 dal dottor GREN (KLAPROTH, M., e WOLFF, F., 1811. p. 196) per la caratteristica di costituire …quasi sempre la parte principale delle acque che hanno delle proprietà purgative… (KLAPROTH, M., e WOLFF, F. 1811, p. 196). Meno famosa, ma di analoga caratteristica, era l’acqua di Sedlitz (PETRINI, 1791, p. 86).
Il principale, se non unico, utilizzo del sale d’Inghilterra è stato quello di …purgante in medicina, ed è di grande utilità ai Chimici ed ai Farmacisti, che ne traggono la magnesia pura… (BROCHANT, 1825, p. 8). Di fatto il sale d’Inghilterra era venduto anche nelle drogherie e questo ha prodotto conseguenti contenziosi. Valga ad esempio la sentenza della Corte di Cassazione di Torino del 2 maggio 1888. In quel caso furono condannati il proprietario della drogheria ed il suo garzone. Il primo per tenere in vendita il sale d’Inghilterra in dosi mediche ed il secondo per aver venduto erroneamente una diversa polvere bianca. In questo caso specifico è particolare la motivazione dell’acquisto, cioè …volendo cessare dall’allattamento di un suo bambino… (AA.VV. 1888, p. 461). Se ne evince pertanto un utilizzo alternativo, ma diffuso nella cultura materiale, del sale d’Inghilterra.
In letteratura è ricordato poi l’impiego molto particolare ed atipico praticato in Austria per l’affumicatura della carne. La migliore delle quali era quella prodotta ad Amburgo. Per questa …scelgonsi tra i bovi più grassi d’Iutlandia e di Holstein, quelli la cui carne destinasi ad essere affumata debbono essere d’età non troppo avanzata. (…) Uccidonsi i bovi e se ne fa affumare la carne negli ultimi mesi dell’anno: la salatura si eseguisce nel luogo medesimo ove si affuma, e si fa uso del sale inglese che tiensi pel migliore e più puro… (AA.VV., 1840).
Attualmente, i sali di Epson trovano numerose applicazioni in erboristeria e nelle cure naturali.

Il sale d’Inghilterra naturale

Il sale d’Inghilterra, o sale d’Epsom, sale catartico amaro (PETRINI, 1791, p. 83) o semplicemente solfato di magnesia (CHAPTAL, 1801 p. 53) è in realtà un minerale, l’epsomite (Figura 1da).
Questo sale è il più delle volte bianchiaccio, e per lo meno translucido; consta per l’ordinario di cristalluzzi aciculari, o talora capillari (Figura 2, da – Figura 3da), fragili, insieme confusamente ammucchiati, ed offerenti forme, che derivano da un prisma eretto quadrilatero (Figura 4, da); si scioglie desso agevolmente in tant’acqua fredda, quant’è il suo proprio peso, e sponendolo al fuoco, fondevisi ben presto nella propria acqua di cristallizzazione; ma riesce poi difficile il fonderlo, anche insistendovi col cannello mercè d’un fuoco intenso e gagliardo assai. Il sapore ne è piuttosto disgustoso, vale a dire, salito ad un tempo ed amaro molto… (BLUMENBACH, 1830, p. 302).
Diffusamente note sono altre acque salmastre, alcune delle quali propio storicamente impiegate per produrre il sale, ma da cucina (cloruro di sodio). Meno diffuse sono quelle contenenti epsomite. Fra queste ...il farmacista CODOSPOLI propose or sono alcuni anni di erigere colà (a Sellia, vicino a Catanzaro) una gran fabbrica per la estrazione del sale di Sellia da surrogarsi al sale inglese (solfato di magnesia); ma il suo progetto rimase inadempito… (MARIENI, 1870, p. 520).

L’epsomite

L’epsomite è un minerale molto diffuso.
…È un costituente comune degli oceani, dei laghi salati e delle acque sorgive, da cui può cristallizzare per evaporazione… (LADOO, 1922). Quando si trova in soluzioni acquose …costituisce allora delle acque purgative... (BREWER, 1875, p. 372). Ne è esempio l’acqua …purgativa magnesiaca di Casale presso Bibbona, recentemente scoperta, dei Sigg. fratelli GREMIGNI… (AA.VV., 1850, p. 16).
Sul Vesuvio, il …solfato di magnesia (Epsomite?). — Trovasi unitamente ad altri sali, massime solfati e a cloruri di soda e potassa; nei fumaioli a nelle bocche del cratere. — Dopo le eruzioni del 1850, abbondante; 1855 scarso… (JERVIS, 1873, p. 604). Altresì si rinviene alla Solfatara... di Pozzuoli (BLUMENBACH, 1830, p. 303), dove fu trovato nel 1792 da BREISLAK. Qui …trovasi la magnesia combinata all’acido solfurico, onde ne risulta il sale di Epsom, del quale se ne raccolgono centinaia di libbre in un anno… (CHAPTAL, 1801, p. 11).
Oltre che in questi ambienti particolari l’epsomite si rinviene in numerosi piccoli giacimenti.

I giacimenti di epsomite

La magnesia solfata od epsomite o sal d’inghilterra, trovasi qualche volta in vene ed in piccoli filoni a struttura fibrosa, oppure sotto forma di efflorescenza come in Valcamonica …  (BREWER, 1875, p. 372). Ancora, in Italia è ricordata nel Modenese, a Varenda sul Lago di Como, in Sicilia e in Piemonte (BLUMENBACH, 1830, p. 302). Qui, nella zona di Alba, è famosa la terra salina purgante di Canale così nominata nei Discorsi epistolari pubblicati in Torino l’anno 1757. In territorio di Canale l’epsomite …rinviensi disseminata nella terra, particolarmente nelle regioni Rovetto e Frère, ove esiste allo stato di sale efflorescente. (…) Altre volte questo sale fu oggetto di lavorazione e, dopo previa lisciviazione e cristallizzazione, venne posto in commercio per la farmacia sotto il nome di Sal Canale... (JERVIS, 1873, p. 47).
Infine, ne sono ricordate presenze in Svezia (Fahlun), …in Germania, Villich sul Reno, Clausthal, Goslar e Zellerfeld nell’ Harz: in Teufelslöcher presso a Iena: Witschitz in Boemia: Göllnitz, Pacherstollen ed Herrengrund presso a Neusohl e Paräd in Ungheria, e più presso poi a noi, la Via Mala, il Grindelwald e altri luoghi della Svizzera: quindi … nella Spagna (Figura 1 e Figura 4), nella Gran Bretagna, nell’Arcipelago Greco, nella Siberia… (BLUMENBACH, 1830, p. 302). In America i Sali di Epson erano prodotti e raffinati industrialmente dall’epsomite grezza di Spotted Lake, distretto di Osoyoos, Columbia Britannica presso il mulino di Oroville, Washington (LADOO, 1922, p. 4).

Immagine citata nel testo

Figura 5 – Cristalli di sale d’Inghilterra visti al microscopio elettronico (da nisenet.org)

Il sale d’Inghilterra a Genova

Una produzione di sale d’Inghilterra è nota nel genovesato, negli anni Trenta dell’Ottocento.
Il BARELLI (1835, p. 303) ricorda una produzione di epsomite dall’arrostimento del solfato di ferro della Miniera della Guardia (Monte Ramazzo, Sestri Ponente). …Si abbrustola il minerale, poi infranto e deposto sotto a tettoie, vi si lascia, per lo spazio di 8 a 10 mesi, e si ha cura di rimoverlo ed inumidirlo con acqua di quando in quando. Dopo ciò si mette a ranno, si precipita la porzione di rame con lamine di ferro, e poi l’ossido di ferro con soluzione di calce magnesiaca della cava detta di S. Carlo, distante due ore dalla miniera, e finalmente si fa svaporare il liquore e se ne ricava il sale... (BARELLI, 1835, p. 303). La produzione era annualmente da 1,440 rubbi. Ma da qualche anno è quasi abbandonata la miniera per la scarsità del minerale (DE BARTOLOMEIS, 1847, p. 845). Per curiosità, il rubbo genovese corrispondeva a 7,91875 Kg attuali e quindi la produzione di epsomite era poco meno di 11 tonnellate e mezzo
Secondo (JERVIS, 1873, p. 312), l’attività si sarebbe esaurita soprattutto per lo …sviluppo delle fabbriche di prodotti chimici, nelle quali si ottiene questo sale a buon prezzo, (per cui) non vi fu più tornaconto di proseguire la coltivazione della miniera, la quale non fu mai ripresa…

Il sale d’Inghilterra a Libiola: un’industria di nicchia

Fra le produzioni di nicchia degli stabilimenti che trattavano il minerale di Libiola si trova anche quella del sale d’Inghilterra. Un’altra produzione limitata e temporanea, come quella del vetriolo, ma che rappresenta una nuova peculiarità di archeologia industriale per Libiola.
Il FERRETTO (1983) descrive la filiera del sale d’Inghilterra (sale inglese) prodotto a Libiola nell’Ottocento. In quel periodo l’impresa era gestita da certo Alberto Ansaldo …il quale, nonostante i tempi difficili, riuscì a svilupparla ulteriormente grazie anche ad alcuni miglioramenti apportati al metodo produttivo
Una coincidenza originale è l’intestazione dell’impresa di Libiola con quella genovese ricordata dal BARELLI (1835) una cinquantina di anni prima.  …Il minerale si rinviene in piccole masse, zolle, e vene nel serpentino comune formante gran parte di quel monte; era coltivata da un Ansaldi di Sestri a Ponente, il quale ne estraeva il solfato di magnesia, quando il minerale trovavasi accompagnato da certa quantità di matrice talcosa, od il solfato di ferro… (BARELLI (1835, p. 302).

La filiera del sale d’Inghilterra a Libiola: il minerale e l’arrostimento.

La filiera riportata dal FERRETTO (1983) comincia con l’estrazione del minerale. Il giacimento …era coltivato mediante trincee “a giorno” che  erano soggette frequentemente ad allagarsi, necessitando dello scavo di canali di scolo onde consentirne il prosciugamento ed il prosieguo dei lavori. Il tout-venant, certamente cernito, era sottoposto a torrefazione disponendo i pezzi di minerale intorno alle pareti interne di una specie di fornace, o fossa di figura ellittica, scavata nel suolo, del diametro di 18. piedi, e profonda 20. piedi, con una apertura nel di lei fondo destinata a ricevere il fuoco, e nello stesso tempo a dare l’adito alla corrente d’aria necessaria alla combustione: nel mezzo della fornace s’introducono le legna, che si ricuoprono con altri pezzi di minerale collocati in forma di volto; ciò fatto per l’apertura inferiore, la quale comunica al di fuori mediante una scanalatura fatta nel terreno, si applica il fuoco, e si seguita a mantenervelo per lo spazio d’otto giorni. Quando la fornace è raffreddata, ciò che accade dopo venti giorni, si raccoglie la pirite torrefatta, e si trasporta sotto una tettoia, ove rimane per sei mesi esposta all’aria, ed al coperto dalla pioggia…

La filiera del sale d’Inghilterra a Libiola: la produzione

…In questo frattempo s’annaffia varie volte con acqua la pirite, la quale attraendo l’ossigeno dall’atmosfera, e dall’acqua che in parte decompone, diviene friabile, e polverosa, si ricuopre di sale, ed i solfuri passano allo stato di solfati: terminata questa specie d’efflorescenza si liscivia tutto il minerale, e si versa il liquore in grandi secchi di legno, i quali hanno nel loro fondo uno strato di paglia, ed uno d’arena selciosa, con un foro laterale per cui esce il liquore dopo d’aver traversati detti strati d’arena, e paglia. Il liquore così feltrato tiene in dissoluzione i solfati di ferro, di rame, e di magnesia, dal quale si estrae il solo solfato di magnesia, decomponendo i primi due col versarvi sopra del latte di calce, sino a che il liquore non abbia più verun colore, e sia perfettamente chiaro. Quando gli operaj s’avvedono, che il minerale abbonda di rame, e che il liscivio è turchino (Figura 6), prima di gettarvi il latte di calce v’immergono per alcuni giorni delle lastre di ferro, onde ottenere una certa quantità di rame. Dopo che sono decomposti intieramente i solfati metallici colla calce, la quale forma coll’acido solforico una selenite (solfato di calcio), che si precipita cogli ossidi, si feltra di nuovo il liquore, si concentra al fuoco in un grande caldaia di rame, e si ripone a cristallizzare in piccole conche di terra verniciata… (FERRETTO, 1983).

La filiera del sale d’Inghilterra a Libiola: il prodotto finale

 …Il Sale d’Inghilterra cristallizzava in ventiquattr’ore sulle pareti delle fosse da dove era prelevato e posto ad asciugare su dei tavolati. Il pregiudizio d’alcuni compratori, che non sanno riconoscere il solfato di Magnesia, che nei piccoli cristalli in aghi, obbliga gli operaj a disturbare sovvente la cristallizzazione di questo sale agitando il liquore, per romperne i cristalli.
Il residuo della prima filtrazione subiva un secondo processo completo, a cominciare dalla torrefazione, onde recuperare ancora un po’ di prodotto. La quantità di Sale Inglese ottenibile (e comunque mai superiore al 10% della Pirite trattata), il tempo di torrefazione, il numero di lisciviazioni necessarie erano estremamente variabili sia da un filone all’altro che, all’interno del medesimo filone, in funzione delle caratteristiche del minerale: la produzione più facile era possibile col minerale più friabile (Figura 7 e Figura 8), alterato (naturalmente già arricchito), mentre si rivelava più lunga e difficoltosa con la Pirite più sana e compatta… (FERRETTO, 1983).

Bibliografia

AA.VV. (1840). Enciclopedia del Negoziante ossia gran Dizionario del Commercio, ec. Vol. 1, Vienna.
AA.VV. (1850). Catalogo dei prodotti greggi e lavorati della Toscana presentati alla esposizione fatta nell’anno 1850 nell’I. e R. Palazzo della Crocetta. Firenze, Felice Le Monnier.
AA.VV. (1888). Corti di Cassazione. Torino, 2 maggio 1888. Pres. Enrico, Est. Biella, P.M. Castelli, Ric. Orieni. E. VIDARI, a cura di, Riv. Il Filangeri. Rivista giuridica Italiana di Scienza, Legislazine e Giurisprudenza, XIII (Parte II – Giurisprudenza), 461-463.

AA.VV. (2010). Mostra dei Minerali d’Italia di San Donato milanese del 3 dicembre 2010. A.P. ENI, a cura di. San Donato milanese, ENI.
BARELLI, V. (1835). Cenni di statistica mineralogica degli Stati di S. M. il Re di Sardegna (Vol. unico). Torino, Giuseppe Fodratti.
BLUMENBACH, G. (1830). Manuale della Storia Naturale (Vol. VI). Milano, Antonio Fontana.
BREWER, E. C. (1864). La chiave della Scienza ovvero i fenomeni di tutti i giorni (seconda edizione italiana ed., Vol. unico). Milano, Italia, Francesco Vallardi.
BREWER, E. C. (1875). La chiave della Scienza o i fenomeni della natura spiegati al popolo. (Vol. unico). G. GORINI, a cura di, G. GORINI, Trad. Milano, Francesco Pagnoni.
BROCHANT. (1825). Elementi di mineralogia (Vol. Primo). Bologna, Nobili e Comp.
CHAPTAL, G. (1801). Elementi di Chimica. Prima ed., Vol. Tomo secondo. F. CALDANI, Trad. Venezia.
DE BARTOLOMEIS, L. (1847). Notizie topografiche e stratistiche sugli Stati Sardi dedicate a S.S.R.M. Carlo Alberto – Della Liguria Marittima. Libro secondo, volume quarto, parte seconda. Torino, Tipografia Chiro e Mina.
FERRETTO …
KLAPROTH, M., & WOLFF, F. (1811). Dizionario di Chimica. Vol. Tomo Primo. G. MORETTI, Trad. Millano, Francesco Sonzogno di Gio. Battista.
JERVIS, G. (1873). I Tesori sotterranei dell’Italia – Parte Prima – Regione delle Alpi. Roma – Torino – Firenze. Ermanno Loescher.
LADOO, R. B. (1922). Epsomite. Report of Investigations, Bureau of Mines, Departiment of the Interior.
MARIENI, L. (1870). Notizie sulle Acque Minerali del Regno d’Italia e dei Paesi Limitrofi. Milano: Francesco Vallardi, topografo-Editore.

PETRINI, G. C. (1791). Gabinetto Mineralogico del Collegio Nazareno (Vol. Tomo Primo). Roma: Lazzarini.
RAIMONDI, A. (1878). Catalogue raisonné d’une collection des principaux types mineraux de la République. Paris, A. Chaix et C.

Rispondi