Boragni: forme geologiche e insediamenti umani nel Finalese

Copertina

Copertina – Scorcio del borgo di Boragni nel Finalese (SV), inserito nella complessa geologia e geomorfologia locale.

Boragni un fantasma nei documenti antichi

Trovare materiale cartografico e storico che documenti i centri urbani dell’entroterra finalese è difficile.
Anche i più raffinati storiografi e geografi dei territori Sabaudi o più specificamente finalesi della prima metà del XIX secolo (CASALIS o GARONI) non fanno alcun riferimento all’abitato di Boragni (Copertina, Figura 1 e Figura 2). E ciò forse in conseguenza delle particolarmente impervie vie di comunicazione e del fatto che solo nel XIX secolo sia stato costruito un edificio religioso.
Per l’appunto il CASALIS sottolinea …il pessimo stato in cui si trovano le vie di Comunicazione… nell’immediato entroterra finalese (CASALIS, 1837 e 1841 p. 416). Ed il GARONI raccontando della Valle di Pia, sottolinea che …la valle non ha strade in quanto non meritano questo nome sentieri da bestie piuttosto che da uomini che dal borgo di Pia conducono ea Calvisio ea Verzi e al Portio ea Magnone ea Vezzi. (GARONI, 
1870, p. 16). L’autore, inoltre, considera la valle dei Cornei tanto impervia che …il paladino Orlando incastratosi in essa l’aprisse con un colpo di durlindana… (GARONI, 1870; Figura 3).
Decisamente utile per conoscere lo sviluppo della Val Pia è il testo di GROSSO e MURIALDO (data) sul Castello Locella, anche se il Borgo di Boragni non viene espressamente studiato, 

Gli autori, pur considerata la  genericità dei documenti pervenuti ed i pochi atti notarili anteriori al XV, secolo ritengono sia comunque possibile delineare quelli che erano gli assetti territoriali ed economici della Val Pia medievale. Essi ipotizzano che in questa parte di  territorio rurale si fossero potuti costituire nuclei abitati consistenti solo tra XIII e XIV  secolo .
Si può così sintetizzare che mentre il castrum di Orco, data la sua importanza strategica, viene menzionato già in un diploma imperiale del 1162 , l’insediamento di Boragni si perde nel buio del medioevo.

Boragni, l’insediamento ed il borgo

Di recente lo SPALLA (1984) ha così descritto il borgo di Boragni ...La struttura (del borgo) riassume molti caratteri dell’urbanistica del Finale: la posizione dominante sulla valle, la compattezza dell’impianto, i tetti a terrazza in via di trasformazione (Figura 4) e soprattutto l’uso dei percorsi e degli spazzi archivoltati sotto le case.
Come evidenzia la pianta (Figura 5), il nucleo ha come asse distributore una articolata strada galleria voltata che si muove dentro la piastra compatta degli ambienti anch’essi variamente voltati…
Alla storia del borgo manca un’oggettiva documentazione storica che attesti la prima strutturazione del nucleo abitato. Tuttavia, è di certo interesse studiare il tessuto territoriale di Boragni e la sua posizione nella valle di Pia sotto il profilo geomorfologico. E questo, soprattutto per inquadrare il contesto areale, sia urbano sia rurale, scelto per il primo insediamento.

Il nucleo primitivo, così come restituito in pianta da SPALLA (1984, p. 42; Figura 5), occupa interamente un affioramento lapideo limitato, pianeggiante, in forte aggetto sulla valle e impostato su roccia salda.

Paesaggio finalese

Un affioramento roccioso delimitato su tre lati (settentrionale, orientale e meridionale) da pareti ripide (Figura 6) con l’orlo superiore che poteva essere un continuo con i muri delle case a schiera del primitivo borgo. Ecco la priorità di costituire un fronte compatto e sicuro a difesa di possibili incursioni.
È una forma unica nel paesaggio finalese costituita da una limitata superficie pianeggiante di circa 2500 mq che emerge dal versante destro dello Sciusa a 190 m di quota.
Questo fronte verticale continuo è stato modificato solo nel XIX Secolo, lungo il suo lato settentrionale, per due motivi. Primo, creare lo spazio utile alla costruzione della chiesa. Secondo, per creare i piccoli orti conclusi attorno al nucleo storico e le costruzioni recenti decisamente non in linea con la personalità mediterranea del Borgo (Figura 4).
Fattore importante per la primitiva scelta dell’insediamento è stata l’apertura verso la collina, a ponente, che ha permesso da sempre lo sbocco verso i servizi e le attività lavorative agricole lasciando naturalmente difesi i restanti tre lati del vecchio borgo.

Immagine citata nel testo

Figura 5 – La planimetria di Boragni da SPALLA (1984). …Il nucleo (di Boragni) ha come asse distributore una articolata strada galleria voltata che si muove dentro la piastra compatta degli ambienti anch’essi variamente voltati…

La Val di Pia ed una scelta geologicamente corretta

La scelta degli abitanti dell’alta Valle di Pia di costruire l’insediamento di Boragni è risultata una scelta oculata.
Innanzitutto è stato localizzato su un’area ben difendibile. Ma indagando meglio il territorio circostante si possono individuare altre peculiarità che rendono l’area particolarmente interessante.
Approfondendo i rapporti tra le forme geologiche e l’insediamento di  Boragni, troviamo che la roccia del substrato è compatta e pianeggiante seppure per un tratto limitato. Siamo nel dominio della Dolomia di San Pietro ai Monti che, insieme ai Porfiroidi del Melogno, costituisce la base su cui appoggia la più conosciuta Pietra del Finale (Figura 7).
Un piccolo altipiano roccioso, ma di particolare interesse geomorfologico. È una struttura decisamente emergente dai versanti scoscesi della Valle di Pia.
Tale limitato spianamento, potrebbe essere il relitto di un antico terrazzo fluviale inciso e successivamente abbandonato dallo Sciusa per una veloce regressione della linea di costa. Forse un evento riferibile fra il Pliocene ed il Pleistocene, circa  1,5-2 milioni di anni fa.
Quella dei terrazzi marini e del retrocosta è una morfologia molto comune lungo la costa Ligure. È conseguenza sia della neotettonica, particolarmente attiva nel corso del Pliocene in Liguria Occidentale, sia delle profonde e numerose oscillazioni del livello marino del Pleistocene. Oscillazioni, queste ultime, indotte dalle estreme variazioni climatiche che hanno portato all’alternarsi di periodi glaciali ed interglaciali con trasgressioni e regressioni importanti.
Anche l’immediato entroterra Finalese, legato all’orografia del versane tirrenico,  è stato interessato da tali movimenti neotettonici ed eustatici conseguenti alla modificazione della linea di riva. Di conseguenza, il nostro terrazzo di Boragni potrebbe essere un limitato campione relitto di tali modificazioni ambientali dovute all’incessante evoluzione geologica che ha strutturato l’attuale paesaggio ligure, caratterizzandolo di geodiversità non comuni  .
Terrazzi e livelli che nella valle dello Sciusa, come in altre parti del Finalese, si possono ancora percepire nelle repentine rotture di pendio della Valle della Nava o dei Ponci. Un fenomeno erosivo che si è interrotto nel corso del tempo per la forte presenza di condotti pseudocarsici e doline o pseudodoline, lasciando valli sospese, a fronte di una impetuosa erosione da parte dell’asta principale dello Sciusa.
Per leggere al meglio l’intero versante destro in questo tratto della Valle di Pia è un punto di vista privilegiato la strada provinciale in sponda sinistra che porta verso Vezzi Portio.

Boragni ed i terrazzamenti

L’affaccio del borgo di Boragni verso la collina, presenta altrettanti fattori geomorfologici di interesse che hanno privilegiato l’insediamento. Risalendo con lo sguardo verso la bastionata, si vedono le pendenze cambiare decisamente. Da rocca abitata ad uso difensivo, si passa decisamente ad un versante più dolce (Figura 8), un tempo intensamente coltivato e con insediamenti successivi al nucleo medioevale.
Questi versanti,  che scendendo dolcemente quasi avvolgono l’abitato, si possono definire conoidi di detrizione. Sono accumuli prodotti nel tempo sia da un incessante disfacimento della soprastante bastionata, che da una lenta detrazione e  frantumazione delle rocce (Dolomia e Porfiroidi) che sostengono la Pietra del Finale. Tutto ciò connesso ai vecchi accidenti tettonici, 
Il continuo venir meno del piede per l’incessante e veloce azione erosiva dello Sciusa, ha prodotto un potente accumulo di materiale eterogeneo, sciolto, che ha fornito due elementi importanti alla crescita dell’abitato di Boragni. Innanzitutto la possibilità di creare fasce estese e ben coltivabili con terreno eterogeneo, non molto pesante, su di un versante ben esposto. E quindi la presenza di un’importante risorgiva quasi all’interno del Borgo (Figura 9 e Figura 10), fenomeno assolutamente normale in simili contesti idrogeologici e pseudocarsici.

Boragni: una scelta anche antisismica

Percorrendo per alcune decine di metri la vecchia mulattiera che scende verso Cornei (Figura 11, Figura 12, Figura 13 e Figura 14) dall’edicola votiva che da secoli indica un importante quadrivio, si incontra con molta difficoltà l’abitato abbandonato di Scarampi.
Scarampi è oggi un borgo parzialmente diruto, abbandonato e sconosciuto. È quasi inaccessibile a causa della folta vegetazione cresciuta attorno e all’interno delle stesse costruzioni. Si pongono diversi interrogativi sulle cause che hanno reso questo luogo inabitabile e mai recuperato. Eppure si trova a poche centinaia di metri dal nucleo antico di Boragni…
Un indizio si può trovare nel rovinoso terremoto del 23 febbraio 1887, meglio conosciuto come il terremoto di Bussana che colpì severamente l’imperiese e parte del territorio savonese.
Arturo ISSEL (1888) fece emergere la differente risposta al sisma delle abitazioni poste su roccia salda o su alluvione. È probabilmente in questa differenziazione microsismica che si potrebbe trovare la causa delle importanti lesioni e successivo suo abbandono dell’abitato di Scarampi (Figura 15), contrariamente al borgo antico di Boragni. A differenza del precedente, Boragni è fondato in bed rock di roccia affiorante e salda.
Altro indizio è la viabilità. La viabilità attuale, realizzata nei primi anni del ‘900, sale verso Orco con le pendenze idonee ad una strada carrabile, progettata per raggiungere direttamente l’abitato di Boragni. Al contrario, la primitiva mulattiera non passava per il nucleo antico, ma dopo aver attraversato lo Sciusa prendeva subito  quota con i primi tornanti e passava per il quadrivio dov’è rimasta l’edicolacon la sua singolare base ruotata. Il quadrivio è stato fortemente modificato nel corso dell’ultimo secolo per accedere alle numerose cave di Pietra di Finale che si localizzano alla base della bastionata.

Boragni era dunque un nodo viario importante diretto verso settentrione. Raggiungeva l’abitato di Orco Chiesa passando, prima, per il nucleo ora abbandonato di Scarampi, (Figura 16), quindi attraverso il borgo ristrutturato di Ca dei Bassi raggiungeva Orco Castello attraverso per la valle della Nava.
Scendendo verso il borgo la vecchia mulattiera lo oltrepassava per raggiungere nuovamente lo Sciusa e risalire quindi a Vezzi. Era il crocevia di un sistema viario levante – ponente – settentrione dell’immediato entroterra finalese.

Finale Ligure, provincia di Savona, Italia

Boragni, Orco Feglino, provincia di Savona, Italia

Bibliografia

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