Ancora su piastrelle e mattonelle: Delft

Copertina

Copertina – Mattonella policroma. Collezione Privata, DELFT

Le porcellane di Delft

Piastrelle e mattonelle: due prodotti della ceramica olandese che hanno avuto grande successo e fama. Sono le porcellane e le piastrelle di Delft. E con la fama è seguita la conseguente diffusione.
Durante il medioevo, nei Paesi Bassi, le mattonelle e le piastrelle venivano rivestite da uno strato a base di piombo. Questo ne rendeva le superfici lucide (vetrina o cristallina) oppure opache.
Maggior successo si ottenne con l’introduzione della maiolica, ricoprendo gli oggetti con smalto stannifero.
I ceramisti italiani e i loro allievi emigrati ad Anversa fabbricarono, nei Paesi Bassi meridionali, mattonelle per pavimenti (Figura 1) decorate con questa tecnica. Al nord, invece, venivano impiegate per rivestire pareti (Figura 2), camini (Figura 3), ecc., come all’uso spagnolo. Ciò si spiega col fatto che i Paesi Bassi erano allora un Governatorato del Re di Spagna per cui queste applicazioni erano la tradizione, l’uso e la normalità.

Fino al Cinquecento

Fino alla fine del Cinquecento le ceramiche venivano importate da Anversa. Le più antiche erano a decoro arabeggiante (Figura 4). Dominavano le figure geometriche e gli arabeschi quasi volessero imitare i tessuti provenienti da oltremare.
Pareti rivestite di ceramica funzionavano come l’aria condizionata attuale e così pure i pavimenti. In questo modo si rendevano freschi gli ambienti. E in Spagna questa era una necessità.
Nei Paesi Bassi, l’uso della ceramica alle pareti era un impiego valido anche per la pulizia. Gli abiti indossati dalle persone non si sporcavano come avveniva invece con gli intonaci comuni.

Dal Seicento

Nel 1600 le piastrelle erano generalmente decorate negli angoli (Figura 5) affinché, una volta sistemate, componessero un ulteriore disegno.
I colori prevalenti erano il blu e il giallo. Gli angoli erano blu.
Sono bellissimi i pannelli che decorano i camini (Figura 6), addirittura ai due lati della canna fumaria. A Delft ne esistono di bellissimi.
Vi erano sempre navi cariche di ceramiche in partenza per la Spagna e il Portogallo.
Una completa raffigurazione composta da decine di migliaia di piastrelle costituiva un carico comune.
Il piatto di Figura 7, esposto al Victoria and Albert Museum di Londra, proviene dai Paesi Bassi, ma si nota la derivazione italiana o da artisti emigrati di origine italiana (1620).
In Figura 8 è rappresentato un pannello (B/N) a piastrelle che rappresenta una grande scena di battaglia navale. È opera di Cornelio BOUMEESTER (1652-1733). L’epoca è l’inizio del XVIII sec. ed è conservato al Delft Rusmuseum.

Immagine citata nel testo

Figura 8 – Pannello a piastrelle con una grande scena di battaglia navale, opera di Cornelio BOUMEESTER 81652-1733. L’opera, di Inizio XVIII secolo, è conservata al Delft Rusmuseum.

Entra in scena Capodimonte

Un po’ più avanti nel tempo non si sottrae al fascino delle pareti e/o dei vani piastrellati neppure, Capodimonte, in Italia. Qui il Barocco viene sostituito dal Roccocò.
Una realizzazione felice è il Gabinetto di Porcellana (Figura 9) realizzato dal 1757 al 1759, per il Palazzo di Portici (successivamente trasferito nel 1866 a Capodimonte).
L’opera aveva la committenza della Regina Maria Amalia di Sassonia.
Secondo il VANVITELLI, questo capolavoro venne progettato dallo scenografo e quadraturista Giovanni Battista NATALI (Figura 10), ma fu modellato e diretto da GRICCI, famoso ceramista di Firenze.
Non si tratta di piccole formelle, come avveniva precedentemente, ma di lastre interamente decorate da una folta schiera di ceramisti e artigiani.

Carlo di BORBONE rientra a Madrid

Tra i primi incarichi che diede Carlo di BORBONE quando, successivamente, si trasferì a Madrid, fu quello di replicare il Salotto di Portici in quella città. Si costruì una nuova fabbrica evi  si trasferirono gli artisti e gli artigiani in Spagna. Lo stabilimento fu realizzato precisamente nella località Buen Retiro.
Si produssero piastrelle per il Gabinetto di Aranivez (Figura 11) che venne terminato nel 1765 (iniziato nel 1763). Ma in seguito, altre realizzazioni ancora.
Se nel primo periodo di trasferimento si assistette alla continuità con Capodimonte, nel tempo, via via andò scomparendo, in seguito alla morte dei vecchi artigiani. Infine, si interruppe completamente con la morte di GRICCI (1770).
Quindi vennero comperati materiali diversi sia per l’impasto, che per i colori. La produzione dapprima di alta qualità perse tutta la raffinatezza di un tempo.

Epilogo

Alcune scritte dei cartigli, probabilmente suggerite da un frate del Collegio dei Cinesi e copiate a volte in modo errato dagli artefici, sono state tradotte.
Una di esse dice testualmente: un buon Re dà la felicità agli altri, colui che scolpisce la pietra e il bronzo lascia un ricordo che non può essere dimenticato (come i fiori odorosi). Una persona che lavora per un principe, un funzionario (delle terre lontane) ha dimenticato un pensiero per chi plasma la creta e fa crescere dalle sue mani la vita (pensiero personale).

Museo nazionale di Capodimonte, Via Miano, 2, Napoli, provincia di Napoli 80131, Italia

Delft, Olanda Meridionale, Paesi Bassi

Il più celebre pittore di Delft è Frederik van Frytom (1632-1702) che ha decorato placche con paesaggi in tonalità blu di estrema delicatezza

Bibliografia

GIACOMOTTI jeanne, FERRARI Oreste, MONTEFUSCO Vincenzo, FROTHINGHAM Alice, SANTOS SIMOES Joao dos (i981). Le ceramiche in Europa dal Medioevo al 1925. Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Fabbri Ed., Cm. 30×22, pp. 151, figg. a col. e in nero n. t., cart. Milano
LISE Giorgio, BERENDSEN Anna. CHARLESTON Robert J. (1982) Le ceramiche in Europa dal Medioevo al 1925. Area tedesca, Paesi Bassi, Inghilterra Paesi Scandinavi Russia.Fabbri Ed., Milano.

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