La storia e l’importanza dei portici di Chiavari, analizzando la loro costruzione, evoluzione e il materiale utilizzato. Vengono esplorate le prime fasi edilizie della città e il ruolo delle pietre locali nell’edificazione.
I portici sono una caratteristica distintiva di Chiavari, menzionati già nel XVIII secolo per la loro comodità e il traffico che generavano. I portici sono diventati parte integrante dell’architettura di Chiavari, nonostante modifiche e ristrutturazioni che hanno portato a diverse fasi di intervento e ripristino. La fase edilizia più antica di Chiavari (X-XI sec.) è un insediamento protetto prospiciente il lido: Borgolungo. Un lacerto murario trovato durante scavi archeologici conferma l’epoca di edificazione di Borgolungo e l’esistenza di un corridoio dietro il muro fronte mare. La pietra locale, prima fra tutte la Pietra di Bacezza, è stata fondamentale per la costruzione dei portici e degli edifici di Chiavari.
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Una necessità dei palazzi spagnoli furono, dal Seicento, le pareti rivestite di ceramica. Queste funzionavano un po’ come l’aria condizionata attuale. Analogamente valeva per i pavimenti. Così si rendevano freschi gli ambienti, ma anche puliti. Gli abiti indossati dalle persone non si sporcavano come avveniva invece con gli intonaci comuni.
Questo uso spagnolo si diffuse anche nei Paesi Bassi che, allora, erano un Governatorato del Re di Spagna.
Ma non solo, più tardi si trovano esempi anche nelle ceramiche di Capodimonte e di nuovo in Spagna.