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Il conte Federico Borromeo e l’Ispettore Generale Bartolomeo Testone (seconda parte)

Copertina

Alla morte di Carlo Borromeo (1734) il feudo della Valle Anzasca passò allo scialacquatore, libertino e dissennato Federico. Questi, nelle sue perenni difficoltà economiche, cercò di recuperare denaro da tutto, comprese le concessioni per le miniere d’oro. È risaputa anche la gestione monopolistica degli eminenti della Valle che cercarono, con intrighi ed intrecci, il massimo loro rendimento. Ma le necessità economiche del conte Federico si incrociarono con la sua diffidenza nei concessionari è da qui nacque la necessità di recarsi, con scorta e corteggio, in Valle.

Il conte Federico Borromeo e l’Ispettore Generale Bartolomeo Testone (prima parte)

Copertina

Alla morte di Carlo Borromeo (1734) il feudo della Valle Anzasca passò allo scialacquatore, libertino e dissennato Federico. Questi, nelle sue perenni difficoltà economiche, cercò di recuperare denaro da tutto, comprese le concessioni per le miniere d’oro. È risaputa anche la gestione monopolistica degli eminenti della Valle che cercarono, con intrighi ed intrecci, il massimo loro rendimento. Ma le necessità economiche del conte Federico si incrociarono con la sua diffidenza nei concessionari è da qui nacque la necessità di recarsi, con scorta e corteggio, in Valle.