Lavagna, città di ardesia

copertina

Copertina – Vico del Borgo: peducci in ardesia a sostegno di lastre aggettanti.

Lavagna, città sul mare

Il fattore che ha maggiormente condizionato l’insediamento costiero, almeno nel settore delle pianure del fiume Entella e del torrene Rupinaro, è stato il meccanismo di formazione delle loro pianure alluvionali. Soprattutto è stata determinante l’evoluzione sia morfologica che ambientale della fascia costiera fra Chiavari e Cavi di Lavagna durante l’arco di una ventina di secoli a cavallo dell’anno zero.
L’aspetto più macroscopico è certamente rappresentato dalla profonda ingressione tirreniana (125.000 BP) che ha interessato la valle dell’Entella e la pianura di Sestri Levante. Oltre a ciò, le storicamente più recenti oscillazioni del livello medio marino, seppure di entità meno importante e contrastate dagli apporti alluvionali, hanno condizionato la frequentazione e l’insediamento di questa fascia litoranea.
Pensiamo al sito di costruzione della necropoli preromana di Chiavari, sorta su un ramo deltizio fossile del Rupinaro e poi completamente sigillata da uno strato di sabbia marina (Alto Medioevo) che l’ha nascosta al ricordo fino alla sua casuale riscoperta negli anni Sessanta del secolo scorso.
Sicuramente la frequentazione di questa regione è molto antica, come è certa la presenza di piccoli insediamenti sulle pendici incipienti le pianure alluvionali. I riferimenti anche archeologici sono chiari.
È solo dall’Alto Medioevo, però, che si è innescata quella tendenza regressiva della linea di costa che ha consentito la formazione e l’ampliamento progressivo della fascia litoranea ed il conseguente interesse insediativo. Assistiamo all’edificazione del nucleo originale di Chiavari, il Borgolungo (DEL SOLDATO M., 1987a; DEL SOLDATO M., OTTOMANO C. e CAMPANA N., (in stampa) e di Lavagna (DEL SOLDATO, 1987), ma anche di quelli di Levanto DEL SOLDATO M e PINTUS S. (1984 A, B), di Rapallo (DEL SOLDATO, 1994) e di Sestri Levante (DEL SOLDATO M., 2013; DEL SOLDATO M. e OTTOMANO C., 2013).

Alle origini di Lavagna

Non ci sono riscontri diretti, archeologici sull’origine del borgo di Lavagna. Gli unici reperti trovati nel sottosuolo di Lavagna provengono …dai pressi della Torre Fieschi…  e …da una zona interessata dalla presenza del Castello… (CARONIA ALBERTI, 1983) demolito per ragioni urbanistiche nel 1811 (Figura 1 e “B” di Figura 2). Bisogna ricordare che Torre Fieschi è uno dei nomi popolari dati alla Torre del Borgo e che il castello si localizzava all’inizio della piazza Umberto I (oggi piazza della Libertà Figura 3).
I reperti sono frammenti ceramici che si rifanno …alla stessa tipologia riscontrata nell’ambito urbano genovese per lo stesso periodo, con ciò accostandosi agli altri “centri maggiori ad economia mista” (MANNONI T e L., citati da CARONIA ALBERTI, 1983) delle zone Liguri e oltreappenniniche appartenuti alla sfera politica genovese, ma nello stesso tempo caratterizzandosi come propri di un ambiente cittadino (…) L’epoca cui il ritrovamento si riferisce è essenzialmente il XVI secolo; un solo frammento può risalire al XIV e meno di una decina appartengono al XV; infine solo quattro frammenti sono produzioni esclusive del XVII secolo… (CARONIA ALBERTI, 1983).
Un altro scavo di assistenza archeologica eseguite alle spalle delle prime case orientali del borgo è risultato sterile.

Il nucleo abitato più antico di Lavagna

Il primo sviluppo di Lavagna è avvenuto lungo la direttrice circa E-W della viabilità costiera principale. È la viabilità che collegava Sestri Levante (passando per Sant’Anna) ad Est, e Chiavari, ad Ovest. Da qui proseguiva verso l’interno nella valle del Rupinaro o verso Genova attraverso Bacezza e le Grazie. Lungo il tratto fra Cavi e le Saline (estremità occidentale di Chiavari) la strada si sviluppava all’interno della lingua di sabbia del litorale in espansione (Figura 4).
Lo sviluppo del primo nucleo di Lavagna, quello delle case più antiche del borgo, ricorda quello di Borgolungo (Chiavari), ma qui con una visione più aperta. Sono due strisce di edifici affacciate sulla strada e comprese fra la porta di Levante e quella di Ponente, con una imminente proiezione verso il mare.

Lavagna e le georisorse 

A questo punto è d’obbligo introdurre un discorso sulle georisorse locali. Apparentemente possono sembrare modeste, ma di grandi potenzialità. A differenza di altri siti gli affioramenti lapidei piu’ prossimi sono costituiti da scisti di nessuna utilità pratica e da poca arenaria. Il litorale è essenzialmente sabbioso, probabilmente con sistemi di dune e ampie zone sartumose e paludose.
I materiali da costruzione vanno cercati nei dintorni. I grossi ciottoli alluvionali si trovano essenzialmente lungo l’Entella poiché i depositi litorali sono di bassa energia (Figura 5) e quindi essenzialmente sabbiosi e ghiaiosi.
Ma i rilievi incipienti su Lavagna possiedono una grande risorsa: l’ardesia dei monti San Giacomo e Le Rocchette. Però, bisogna salire a Santa Giulia ed al crinale spartiacque con la Val Graveglia, seppure se ne possa reperire un po’ anche più in basso, a ridosso di Cavi.
La pietra utile per sfaldare in lastre è nota da sempre, ma l’ardesia del San Giacomo è un’altra cosa. L’ardesia si sfalda perfettamente e questo ne condiziona tutte le sue peculiarità e potenzialità di utilizzo.
C’è poi l’altra georisorsa, il litorale, che ha condizionato la seconda attività fondamentale per Lavagna e cioè il commercio, legato al mare ed al possibile approdo sul sempre crescente lido (Figura 27 e Figura 28). Anche in questo settore l’ardesia del monte San Giacomo ha rivestito un ruolo fondamentale (Figura 29).

immagine nel testo

Figura 4 – La fascia costiera fra Lavagna e Chiavari nel XIII secolo. Legenda: nero, gli abitati di Lavagna e Chiavari; ocra, aree litorali anche con sistemi dunali e aree sartumose e/o paludose retrodunali; azzurro chiaro, il mare; azzurro scuro i corsi del fiume Entella e del torrente Rupinaro; tratteggio viola, la viabilità.

Due passi nel borgo di Lavagna

Andiamo a scoprire il rione piu antico, le case più antiche di Lavagna. 
Qui tutto parla di ardesia del San Giacomo. Naturalmente nei secoli gli edifici hanno subito modifiche, ma si leggono ancora molte strutture e molti particolari originali. Anche gli interventi successivi hanno mantenuto impronte originali, come ad esempio le lastre di rivestimento a zoccolatura delle facciate (Figura 6).
Le due schiere di edifici piu antichi si snodano ai lati di via Dante. La schiera di monte è discontinua perché interrotta dalla salita alla chiesa di Santo Stefano (Figura 7) ed all’annesso Porticato Brignardello, dono dell’omonimo benefattore che aveva fatto fortuna in America. La schiera di valle è tutta porticata con strutture a colonne in muratura (Figura 6), ma anche e soprattutto con colonne in rocchi di ardesia del San Giacomo, come sottolineano le tipiche tracce di fissilità (Figura 13 dx). Gli edifici hanno i locali a piano terra voltati e le murature sono realizzate in scampoli di scarto dell’ardesia commerciale, abbinati a laterizi. Negli edifici signorili, più centrali, il primo o il secondo piano sono loggiati (Figura 8 sn). Le facciate sono affrescate a colori vivaci: non mancano i gialli, gli ocra, i rosa antico (Figura 6, Figura 8 e Figura 9).
Sotto i porticati si aprono anche i portoncini (Figura 10) di accesso alle scale, rigorosamente con gradini in ardesia, che portano ai vari piani (due o tre). Qui i riaccorpamenti e le ristrutturazioni hanno spesso cancellato i caratteri originari. Come consuetudine gli edifici erano generalmente tipo casa-torre, ma nel tempo le unità immobiliari hanno assunto un più comodo sviluppo orizzontale.
Inutile ricordare che i tetti sono tutti in ardesia (Figura 7, Figura 11 e Figura 12).

I particolari che parlano di ardesia del San Giacomo.

Passeggiando a naso all’in su per via Dante, colpiscono sicuramente i colori vivaci e le decorazioni delle facciate (Figura 8 e Figura 9). Le strutture dei fondi, voltate ed a pietra faccia-vista, analogamente alle scale, sono visibili nei numerosi locali pubblici o quando porte e portoncini sono aperti. I tetti sono facilmente visibili dall’ampio passeggio sopra il Porticato Brignardello (Figura 11 e Figura 12), come lo sono le diffuse, classiche ed originali facciate ventilate (Figura 13 sn, Figura 14 e Figura 26). Ma sono altri i particolari interessanti che parlano della profonda conoscenza del materiale ardesia e dei saperi artigianali.
Prendiamo ad esempio il palazzo d’angolo fra via Dante e vico del Borgo. Su questo stretto carruggio, proprio all’incrocio, sono visibili sulla parete fronte strada una serie di peducci in ardesia che sostengono alcune lastre, sempre in ardesia del San Giacomo (Copertina). Queste aggettano lievemente la parete superiore. L’andamento è interrotto bruscamente, verso mare, con la rasatura dei peducci e l’eliminazione dell’aggetto (Figura 15).
Osservando molto attentamente i peducci non può sfuggire la marcata caratteristica fissilità della roccia con cui sono stati realizzati (il terzo da destra in particolare, Figura 15). Lo stesso discorso vale per la lastra appoggiata sopra questi peducci sul bordo in vista della quale si riconoscono le tracce del piccone e delle levate operate in cava per staccarla dal banco di ardesia (Figura 15).
Le medesime tracce di fissilità, messe in evidenza dal tempo e dal decadimento delle caratteristiche del materiale esposto all’aperto, si riscontrano sugli elementi dei portali e dei sovraporta, spesso scolpiti. E di questa decadenza per antichità soffrono sia i portali riparati sotto i portici (Figura 16 e Figura 17) che quelli più esposti di via Dante, di via Roma (Figura 18) e vico del Borgo (Figura 19).
Camminando lentamente si individuano altri elementi originali: le grandi lastre per i terrazzi (Figura 20) ed i poggioli, le lastrine per i davanzali (Figura 21). L’abitudine alla lavorabilità, malleabilità ed all’uso dell’eclettica ardesia si manifesta negli elementi della piccolissima finestra del corpo di guardia della Porta Occidentale in via Castagnola, che integra l’orditura muraria in laterizio (Figura 22).
Da questo punto la passeggiata merita una piccola deviazione all’Oratorio della Santissima Trinità, fondato a cavallo fra fine XIII e inizio XIV secolo. Si viene accolti dal quattrocentesco portale di ardesia (Figura 23) che ci introduce all’ammirazione dei monumentali crocifissi processionali, alcuni dei quali realizzati dal Maragliano come la Trinità della cassa processionale, passando su un originale e classicissimo pavimento in ardesia del San Giacomo e marmo (Figura 24 e Figura 25).

Lavagna, città di ardesia (…del monte San Giacomo)

Lavagna, città di ardesia del San Giacomo. Sembra scontato, ma non lo è. Lungo le valli dell’Entella e del Rupinaro è facile parlare di ardesia in generale, intendendo una pietra grigia, in banchi, che si sfalda piu o meno grossolanamente.
È un palese errore.
Lungo le sequenze litologiche che costituiscono i contrafforti di queste valli affiorano numerosi litotipi che presentano queste caratteristiche, ma soprattutto la sfaldabilità è piuttosto grossolana. A Chiavari, ad esempio, la maggior parte della pietra utilizzata in architettura storica è un calcare marnoso-molto marnoso o una marna debolmente calcarea che, dal punto di vista geologico, non ha nulla a che vedere con l’ardesia del San Giacomo, né per età e né per genesi. E questo si riflette nelle caratteristiche di lavorabilità meno raffinate. Questa pietra, che presenta caratteristiche molto variabili da strato a strato, è stata utilizzata a Chiavari fin dalla costruzione della Necropolili di Viale Millo, ma veniva cavata dalle Saline fino ai contrafforti delle Grazie e, materiali simili, anche dalla valle del Rupinaro.
L’ardesia con cui è costruita Lavagna è quella dei monti San Giacomo – Le Rocchette, un materiale unico per la sua fine lavorabilità che nulla ha in comune con le rocce precedenti, ma neppure con l’ardesia del Ponente Ligure, con l’ardoise francese ed altri litotipi simili.
Lavagna è la città dell’ardesia del San Giacomo.

Lavagna, città metropolitana di Genova, Italia

Lavagna, città metropolitana di Genova, Italia

Lavagna, città metropolitana di Genova, Italia

Lavagna, città metropolitana di Genova, Italia

Lavagna, città metropolitana di Genova, Italia

via Dante

Bibliografia

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Ulteriori riferimenti bibliografici si possono trovare in calce agli altri articoli in tema di ardesia presenti su questo sito

 

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