Cippi funerari e segnacoli. Viaggio fra tipologie e litologie (prima parte)

Copertina

Copertina – Canopo della tomba a ziro della necropoli di Tolle (da Museo Archeologico di Chianciano Terme)

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Cippi funerari o segnacoli 

Il cippo funerario è il manufatto che veniva posto sulla tomba, o accanto ad essa, per indicarne la presenza. È tipico di alcune aree dell’Italia centrale ed in particolare della Toscana, dell’Umbria e del Lazio, ma è comunque molto diffuso. 
In generale è un manufatto di forma pseudosferica oppure a sviluppo verticale (colonne, a clava o stele), con la sommità emisferica (a calotta), oppure sormontata da un piccolo apice conico, un umbrone o da creste floreali. L’apice, in forma di punta o di piccolo rilievo, è posto al centro della calotta.
La forma o la terminazione semisferica (a calotta) può assumere valore simbolico, richiamando il concetto di copertura o protezione, oppure di valenza cosmologica, come la volta celeste.
La dimensione complessiva del manufatto è compresa fra i 50 ed i 100 cm o poco più.
I cippi funerari o segnacoli rappresentano una tipologia di manufatti che sembra riferibile tipologicamente fra il periodo tardo etrusco e l’epoca repubblicana o imperiale (circa V-IV sec. BC. – I sec. AC).
Forma e tipologia dei cippi sono molto varie, pur mantenendo scopo, significato e posizione.
Alcuni esempi: cippi cilindrici a calotta semplice o con apice conico (da Chiusi e Cortona); a clava, dalla Versilia (Figura 48 e Figura 60); cippo a colonna con iscrizione in lettere etrusche (da Capalle/Campi Bisenzio, Figura 28) oppure i numerosissimi cippi ad iscrizioni etrusche e latine da Cerveteri (Figura 6 e Figura 7); cippi a dado, anche con calotta sferica o semisferica (da Volterra, Roselle e dalle Necropoli rupestri di Cerveteri); cippi quadrangolari a calotta (detti volsinesi, da Semugnano, MonV-terado e Castel Cellesi); cippi troncoconici con sommità tondeggiante (da Fiesole); cippi a pigna (Figura 15) con foglie di acanto da Palestrina e quelli a capanna (Cupae) dalla Sardegna (Figura 20) o dalla necropoli di Tolle (Figura 47).
Fanno eccezione i cippi isolati con sommità bombata della Lucchesia e della Garfagnana.
Nell’Etruria sud-orientale sono da ricordare i cippi in pietra fetida, detta anche sasso sporco o tufo puzzolo (Figura 1).
Da un’esame petrografico FORESI e BAMBINI (2015) la indicano come una roccia calcarea tenera, porosa e leggera, di colore beige e grana finissima che ha la caratteristica di emanare odore di zolfo se rigata o percossa. Studi geologici del secolo scorso ne indicano la presenza a Chiusi, Montefollonico, Petroio, San Quirico d’Orcia e Pienza.

Le Pietre Fiesolane

La dicitura Pietre Fiesolanedefinisce un gruppo di segnacoli funerari in arenaria diffusi in epoca tardo-arcaica (all’incirca tra l’ultimo terzo del VI e l’inizio del V sec. a.C.) nella Val d’Arno centro-settentrionale e in quelle adiacenti, vale a dire nella zona intorno a Fiesole e Firenze, estesa ad ovest fino circa a Pistoia e ad est fino alla Val di Sieve e al Mugello… (AMANN, 2017; Figura 42).
Più precisamene, dal punto di vista litologico, sono …una serie di monumenti etruschi caratteristici del territorio mugellano, fiorentino e pistoiese, scolpiti nell’arenaria di colore (…) grigio comunemente detta Pietra Serena… (CAPPUCCINI, 2009; Figura 40).
Erano certo oggetti di uso funerario, cioè posti in corrispondenza di tombe etrusche probabilmente di personaggi di rango. Tuttavia non se ne conosce l’esatta posizione e neppure ne è stato definito il valore semantico poiché nessuna Pietra Fiesolana è stata rinvenuta in giacitura primaria. Nella maggior parte dei casi erano state reimpiegate come materiale edilizio e, sovente, anche riadattate e modificate all’uso. L’ultimo ritrovamento, durante uno sbancamento edilizio, ha consentito il recupero del cippo di Sandetole (dalla località in Comune di Dicomano, Firenze; Figura 41).
Dal punto di vista …stilistico e formale, le stele fiesolane risentono della forte influenza greco orientale-ionica e sono strettamente legate ai rilievi funerari chiusini e orvietani… (AMANN, 2017). 
La Figura 42 (da CAPPUCCINI, 2009; AMANN, 2017) ricostruisce l’area di ritrovamento degli, ad oggi, 45 cippi e delle stele raccolte nel gruppo delle Pietre Fiesolane. Ma soprattutto ne indica anche la tipologia. I Cippi sono suddivisi in tre categorie: quelli di tipo A ...sono costituiti da una pietra lavorata in (…) forma semisferica, più o meno schiacciata (…) mentre la base di appoggio è di solito piatta o, come nel più elaborato esemplare di Barberino (è) fornita di un incastro cilindrico per l’alloggiamento in una base… (CAPPUCCINI, 2009).  Nei cippi di tipo B l’elemento sferoidale presenta un apice ed è poggiato su un prisma o un tronco di piramide. Infine, il ceppo tipo C si differenzia dal precedente per avere l’elemento superiore sub-sferico.
Sovente, i supporti dei cippi presentano ricche decorazioni su tutti e quattro i lati del prisma di supporto. È plausibile che le raffigurazioni fossero, in origine, dipinte, colorate.
Le stele sono suddivise in quattro tipologie. Fra queste, le stele trapezoidali (tipo B) e quelle a goccia o Bocciolo di tipo C. La decorazione era generalmente lungo una faccia. Solo occasionalmente su ambedue, come nel caso della stele di Londa (Figura 43). Con esclusione del tipo A, tutte le altre sono rifinite in sommità con un …antemio a palmetta realizzato a tutto tondo… (CAPPUCCINI, 2009; Figura 40, Figura 44 e Figura 45).
Le sostanziali omogeneità e coerenza d’insieme, consentono di riunire le Pietre Fiesolane in una classe a se stante. Di conseguenza ...è ormai chiaro che la tradizione scultorea della cosiddetta scuola fiesolana nasce sotto la spinta di una o più figure di notevole spessore artistico, particolarmente ricettive e, forse, non autoctone… (CAPPUCCINI, 2009).
Le superfici sono caratterizzate da rappresentazioni ricorrenti. Un Guerriero senza scudo o con scudo, elmo e lancia (Figura 44 in alto), una figura maschile con lungo bastone (Figura 44 in basso sn) o con bastone ricurvo (Figura 44 in basso dx), oppure una figura femminile seduta (Figura 43 sn) o stante (Figura 45) o, in fine, più figure insieme (AMANN, 2017; Figura 40 e Figura 46).

La Pietra Serena

Capita sovente che, in letteratura, vengano utilizzate denominazioni litologiche riprese dalla definizione locale, tradizionale o mercantile, e non da quella geologica. 
In ogni caso non è semplice, seppure utile, fare un po’ di chiarezza sulla definizione geolitologica della Pietra Serena.

In maniera molto pragmatica la Pietra Serena è una roccia torbidtica a granulometria variabile e con minerali accessori differenti, che condizionano le diverse qualità merceologiche. BASTOGI E FRATINI (2004) assegnano la Pietra Serena alla Frmazione di Monte Modino (Macigno) posta stratigraficamente, al tetto della Serie Toscana.
Anche nella tradizione il nome viene vicariato, se non proprio confuso, col Macigno, la Pietraforte e la Pietra del Fossato. Soprattutto le prime due denominazioni creano una qualche confusione. Il Macigno è stato associato a differenti formazioni dalla Toscana alla Liguria anche nella letteratura geologica meno recente
Probabilmente la discriminante è di tipo sostanzialmente areale (oltre che petrografico).
Tuttavia, ...dall’uso della Pietraforte e dell’arenaria di Fiesole (Pietra Serena), nasce la forte connotazione cromatica della città (di Firenze): tonalità ocracee per i palazzi e le civili abitazioni, colori cerulei per i grandi colonnati e per le vie lastricate. Sono i colori, rispettivamente, della Pietraforte e della Pietra Serena. La prima ha costituito il principale materiale da costruzione, mentre la seconda è stata utilizzata soprattutto con finalità ornamentali e ha avuto il periodo di massima fortuna durante il Rinascimento, quando ne venivano richiesti grandi blocchi per scolpire colonne e capitelli. Sicuramente è a Fiesole, adagiata sulla dorsale di colline a nord di Firenze, che si trovano le maggiori testimonianze dell’uso della Pietra Serena in antichità (…) Nel 1987 gli scavi condotti in piazza Garibaldi a Fiesole, hanno portato alla luce una cava con fronte normalizzato in epoca romana… (BASTOGI, 2004). 
Fiesole, quindi non era solo un luogo idilliaco di rifugio e riflessione, ma anche un’immensa pietraia che incombe su Firenze, segnata dal colore piombo delle sue cave. Questa era la Fiesole del BOCCACCIO, la città ricca di testimonianze di estrazione e lavorazione della Pietra Serena dedicata soprattutto all’espansione di XIII-XV secolo di Firenze (Biblioteca Laurenziana, loggiato e fregi della Sacrestia di San Lorenzo, Uffizi, Loggia del Mercato Nuovo, etc.).
In definitiva, al di là delle implicazioni genetiche, del bacino di formazione e di quelle tettoniche di messa in posto, la distinzione più semplice per la Pietra Serena è la sua provenienza dalle antiche cave dei dintorni di Fiesole (Borgunto ricordato anche per la sua fonte sotterranea, Figura 51; Monte Ceceri; Figura 49, Figura 50 e Figura 52; etc.).

immagine citata nel testo

Figura 4 – Carta strutturale del Distretto Vulcanico Vulsino (da NAPPI et alii, 1991 modificata). 1 – faglie profonde; 2 – faglie; 3 – recinti calderici; 4 – recinti calderici sepolti; 5 – coni di scorie; 6 – coni di scorie sepolti; 7 – eruzioni esplosive centrali; 8 – maar; 9 – strutture domiformi; 10 – crateri d’esplosione; 11 – attività surtseyana; 12 – centri eruttivi; 13 – centri eruttivi sepolti; 14 – attività fumarolica; 15 – sorgenti termali; 16 – sorgenti minerali.

Cippi maschili e femminili di Pienza

Molto singolari sono le presenze di cippi nella regione di Pienza.
Ad esempio, il …rinvenimento nella zona di Tolle (fra Castelluccio e La Foce) di una necropoli etrusca con tombe a ziro comprendenti anche materiale villanoviano e tombe a camera datate al VI-V secolo a.C. insieme a tombe di epoca tardoetrusca… (FELICI, 2004).
In particolare, è originale la presenza di canopi (VII sec. BC; Figura 53) e, per le tombe a camera, la chiusura dei dromoi di accesso mediante argilla dallo scavo sottostante, ciottoli e lastre di pietra fetida o travertino.
L’impiego della pietra fedtida, ricorre anche in un gruppo di urne cinerarie del tipo a cassetta liscia a peducci bassi di modello ceretano, come quella della tomba 299 a deposizione singola (PAOLUCCI, 2021; Figura 47). …Agli ossuari provenienti da Tolle fin qui esaminati (due in terracotta e quella in Pietra Fetida descritta) è possibile ricollegare unurna di vecchio ritrovamento acceduta insieme alla collezione MIELI SERVADIO al Museo Archeologico di Chiusi, pertanto proveniente dalla finitima necropoli di Castelluccio. Si tratta di un ossuario in pietra fetida riproducente un edificio a pianta quadrangolare su base lievemente sporgente, con tetto a doppio spiovente e grande apertura anteriore… (PAOLUCCI, 2021, p.93).
Le sepolture della necropoli di Tolle, di fine VI-inizio V secolo, erano segnalate in superficie da cippi, sferici per quelle maschili ed in forma di capanna a doppio spiovente per quelle femminili.

Oltre a questi, sempre nella regione di Pienza, sono stati rinvenuti un cippo in travertino di epoca genericamente romana a Monticello di Pienza, altro con incisione mutila presso la Pieve di Totona (Villa Nano) e due cippi troncoconici presso la Pieve di Conino.

I cippi volsiniesi

La città di Sermugnano, nella valle del Tevere, ha acquisito notorietà dal 1965 a seguito della scoperta di una tomba con buccheri di forma tipicamente orvietana. Alcuni di essi, decorati a cilindretto (Figura 2), denunciano la fabbricazione ed una forte dipendenza da Orvieto. Dalla città di Semugnano e dal suo territorio (Monterado e Castel Cellesi) provengono i cippi funerari di tipo volsiniese, datati al IV-III secolo. Infine, da poco al di sotto di Monterado, e precisamente dalla località Pietrafitta, giungono i cippi quadrangolari a finta porta di tipo ferentano (COLONNA, 1996).
Particolari sono i cippi rinvenuti presso Civita.
Due cippi funerari in diorite con iscrizioni etrusche, dalla loc. S. Antonio ed un altro a forma di pigna anepigrafe. Quest’ultimo ora si trova a Bolsena (COLONNA, 1996).
Una breve parentesi geologica. La diorite è una roccia ignea intrusiva con porzioni sialiche e femiche ben distinte. Presenta struttura grossolana e composizione intermedia fra quella d
i un granito e di un gabbro. Pertanto o l’indicazione litologica è imprecisa, oppure i due cippi da S. Antonio (o il materiale madre) sembrerebbero di provenienza esterna alla regione (Figura 4). 
Infine, presso la Civita delle Grotte di Castro (sponda settentrionale del Lago di Bolsena) sono note alcune
splendide tombe a più camere, scavate nel tufo locale. Sono tombe del V-IV secolo, spesso riutilizzate in seguito e modificate. Sono monumenti di modello chiaramente vulcente ed in stretti rapporti, ancora una volta, con Orvieto. Questo legame è palesato dai cippi funerari e dal gentilizio Murcnas bene attestato anche ad Orvieto. A tale proposito occorre ricordare che anche interritorio di Gradoli, è venuto in luce un cippo di tipo volsiniese con un gentilizio Cetisnas frequente sia a Orvieto che a Bolsena (…) La definizione del confine occidentale del territorio volsiniese nel IV-III secolo scaturisce (…) dalla distribuzione dei tipici cippi di lava a fungo con testa conica ed iscrizione circolare: oltre Grotte, essi fanno assegnare a Volsinii Gradoli e Acquapendente (…) Una cultura orvietana è riconoscibile nell’entroterra soltanto a partire dalla fine del VII secolo (ceramica italo-geometrica del gruppo Bolsena, buccheri orvietani a cilindretto, altarini a cuppelle). Essa appare circoscritta, come si è visto, ad unarea che abbraccia Sermugnano, Bagnoregio, la Civita del fosso dArlena, Bolsena e la Civita di Grotte di Castro. Unarea che corrisponde esattamente a quella del territorio della città ricostruibile attraverso la distribuzione dei cippi a fungo… COLONNA, 1996; Figura 3).

Il territorio volsiniese ed i suoi cippi litici

Il territorio volsiniese è caratterizzato da una abbondantissima presenza di cippi funerari di epoca ellenistica, in pietra lavica. Nel tempo, questa dizione è stata sinonimo di cippi in basalto, estesa e confusa, poi, con cippo volsiniese.
Dal punto di vista delle Scienze della Terra, la regione è dominio del Distretto Vulcanico Vulsino (DVV; Figura 4). Si tratta di una complessa sequenza di …rocce vulcaniche e piroclastiche (…), entro la quale affiorano, sebbene in modo marginale, anche quelle appartenenti al substrato sedimentario… L’attività vulcanica della regione, …in accordo con BECCALUVA et alii (1991), può essere collegata alla parziale fusione ed all’eterogeneo arricchimento di una sorgente localizzabile nel mantello (Figura 5). (…) Nell’ambito dell’evoluzione del DVV, sono state distinte cinque zone o complessi vulcanici: il Paleobolsena, il Bolsena, il Montefiascone, il Latera ed il Neobolsena (NAPPI et alii, 1995, NAPPI et alii, 1998, NAPPI et alii, 2004), con meccanismi e scenari eruttivi molteplici: lo spettro delle attività di tipo esplosivo, che comprende quelle di tipo hawaiano, stromboliano, pliniano, idromagmatico e surtseyano è, infatti, pressoché completo. I depositi relativi a tali meccanismi eruttivi sono rappresentati da scorie saldate, coni di scorie, strati di pomici, ignimbriti, surges, lapilli accrezionali, etc.… (CIANCHI, et alii, ).
Le sequenze litologiche caratteristiche sono date da livelli di pomici pliniane, ignimbriti vulsine (flusso piroclastico connesso a scorie saldate e colate di pietre lanciate), colate laviche di tipo leucititico (cioè da rocce vulcaniche-subvulcaniche a grana fine costituite da leucite e clinopirosseno augite, diopside o aegirina) e colate laviche di tipo teoretico (roccia vulcanica costituita da plagioclasio calcico, clinopirosseno e foidi (di solito > 10% dei minerali sialici) -leucititico.
Quindi non sono presenti basalti.
L’equivoco, secondo TAMBURINI (2018), sarebbe stato indotto da un imprudente neologismo commerciale innescato dal nome e dal prodotto di una cava. Un po’ come il Marmo Rosso di Levanto che è marmo solo dal punto di vista commerciale (in realtà è una breccia) e, dal punto di vista della presenza sul territorio, è caratteristico di Bonassola e Framura.
Tuttavia la diffusione dei cippi litici volsiniesi (Figura 39) …consente di ricostruire i confini dell’area in epoca ellenistica, ma nel caso specifico fornisce anche importanti contributi in relazione alle vicende che portarono all’abbandono della Volsinii etrusca e alla sua rifondazione sulle sponde nord-orientali del vicino lago. Difatti il rituale funerario legato ai cippi volsiniesi (…) seguendo la deportazione dei sopravvissuti all’attacco romano del 264 a.C., costituisce uno degli elementi condivisi dalle due città, frutto dell’istinto di conservazione che determinò le scelte della comunità volsiniese nella nuova sede, rilevabile anche in ambito cultuale (con i culti di Tinia e Nortia), produttivo (con la produzione di ceramica argentata e con l’officina del figulo Fuflunz), tecnologico (con l’uso dell’opera a scacchiera) e soprattutto onomastico, ampiamente documentato proprio grazie alla classe dei cippi funerari… (TAMBURINI, 2018).

(continua)

Pascoso, Pescaglia, provincia di Lucca, Italia

Pescaglia, provincia di Lucca, Italia Pascoso, Pescaglia, provincia di Lucca, Italia Nurallao, provincia del Sud Sardegna, Italia Paulilatino, provincia di Oristano, Italia Lei, provincia di Nuoro, Italia Fordongianus, provincia di Oristano, Italia Bortigali, provincia di Nuoro, Italia Borore, provincia di Nuoro, Italia Bolotana, provincia di Nuoro, Italia Birori, provincia di Nuoro, Italia Ardauli, provincia di Oristano, Italia Aidomaggiore, provincia di Oristano, Italia Abbasanta, provincia di Oristano, Italia Sedilo, provincia di Oristano, Italia Usellus, provincia di Oristano, Italia Ula Tirso, provincia di Oristano, Italia Tuili, provincia del Sud Sardegna, Italia Sedilo, provincia di Oristano, Italia Scano di Montiferro, provincia di Oristano, Italia Santu Lussurgiu, provincia di Oristano, Italia Samugheo, provincia di Oristano, Italia Ruinas, provincia di Oristano, Italia Ortueri, provincia di Nuoro, Italia Nurallao, provincia del Sud Sardegna, Italia Macomer, provincia di Nuoro, Italia Isili, provincia del Sud Sardegna, Italia Gesturi, provincia del Sud Sardegna, Italia Fordongianus, provincia di Oristano, Italia Busachi, provincia di Oristano, Italia Bortigali, provincia di Nuoro, Italia Borore, provincia di Nuoro, Italia Birori, provincia di Nuoro, Italia Bidonì, provincia di Oristano, Italia Ardauli, provincia di Oristano, Italia Abbasanta, provincia di Oristano, Italia

Vetralla, provincia di Viterbo, Italia

Via Cafaggio, 55047 Seravezza provincia di Lucca, Italia Camaiore, provincia di Lucca, Italia Bientina, provincia di Pisa, Italia Allai, provincia di Oristano, Italia Tarquinia, provincia di Viterbo, Italia Marzabotto, città metropolitana di Bologna, Italia Castel d'Asso, Viterbo, provincia di Viterbo, Italia

Banditaccia, Faleria, provincia di Viterbo, Italia

Bagnoregio, provincia di Viterbo, Italia

Bolsena, provincia di Viterbo, Italia Gradoli, provincia di Viterbo, Italia Grotte di Castro, provincia di Viterbo, Italia Orvieto, provincia di Terni, Italia Chianciano Terme, provincia di Siena, Italia

Pienza, provincia di Siena, Italia

Civita, Bagnoregio, provincia di Viterbo, Italia

San Quirico d'Orcia, provincia di Siena, Italia Montefollonico, Torrita di Siena, provincia di Siena, Italia Lucca, provincia di Lucca, Italia Palestrina, città metropolitana di Roma Capitale, Italia

Fiesole, città metropolitana di Firenze, Italia

Fiesole, città metropolitana di Firenze, Italia

Fiesole, città metropolitana di Firenze, Italia

Castel Cellesi, Bagnoregio, provincia di Viterbo, Italia

Monterado, Trecastelli, provincia di Ancona, Italia Sermugnano, Castiglione in Teverina, provincia di Viterbo, Italia Roselle, 58100 Grosseto provincia di Grosseto, Italia Volterra, provincia di Pisa, Italia Cerveteri, città metropolitana di Roma Capitale, Italia Campi Bisenzio, città metropolitana di Firenze, Italia

Campi Bisenzio, città metropolitana di Firenze, Italia

Cortona, provincia di Arezzo, Italia Chiusi, provincia di Siena, Italia

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