Il mistero delle lastre ad incastro della necropoli di Chiavari

Copertina

Copertina: immagini delle lastre lavorate ad incastro tipo maschio e femmina, all’epoca del ritrovamento (1966). Costituivano la copertura della tomba 81 della necropoli di Chiavari (VIII-VI sec. a.C.). L’immagine è quella di un pannello del vecchio allestimento del Museo Archeologico di Chiavari (MAC) con foto rielaborate da LAMBOGLIA (1968).

Il mistero delle lastre ad incastro della necropoli di Chiavari

Già all’epoca del ritrovamento, LAMBOGLIA (1968) aveva anticipato il …mistero… delle lastre lavorate che ricoprivano la tomba 81 della necropoli di Chiavari (Copertina). Per altro, ad infittire e favorire l’enigma, c’era il fatto che la tomba 81 appariva manomessa, forse per riuso in epoca successiva (romana), o per saccheggio.
Una grossa novità è stata tuttavia rappresentata, nella t. 81, dalla scoperta di una speciale lavorazione ad incastro, con impugnatura laterale della lastra di ardesia (Figura 1, dx) inserita dentro un corrispondente intaglio quadrangolare (Figura 2) per tenerle meglio insieme… (LAMBOGLIA, 1968).
Ma non era l’unica singolarità. Infatti le lastre ad incastro tipo maschio e femmina presentavano dei fori (Figura 3) con presenza di chiodi in ferro (Figura 4, dx, da PALTINERI, 2010, p. 286), ancora in sito, trapassanti la lastra.

Altra anomalia é stata l’assenza di urne cinerarie e di corredo all’interno della tomba.
Al loro posto c’era …un loculo sottostante costruito in pietra, della lunghezza di m. 1,20, di forma allungata e restringentesi verso le estremità (Figura 5), quasi di una tomba a inumazione, ma con pochi avanzi di ossa e di suppellettile funeraria,
Escluso che si tratti di un cenotafio, potrebbe trattarsi di un cambiamento intenzionale del tipo di sepoltura o, come si è detto, di una riutilizzazione… 
(LAMBOGLIA, 1968).

Da qui l’ipotesi della manomissione, accreditata dalla presenza di frammenti ceramici, di bronzo e di ossa dispersi sul piano della tomba.

La necropoli di Chiavari

La necropoli di Chiavari, scoperta casualmente nel 1959, è un vasto cimitero costituito da tre aree distinte e separate, composte da 126 tombe a cassetta, disposte all’interno di 97 cerchi e/o recinti di lastre lapidee.
Durante la prima età del Ferro si nota in Liguria un calo abitativo, con abbandono di siti attivi nel Bronzo finale… (LEONARDI & PALTINERI, 2012, p. 295).
Fa eccezione il caso Chiavari. Qui la monumentalità e la ricchezza della necropoli fondata nell’ultimo quarto dell’VIII secolo, testimoniano lo sviluppo sociale ed economico di quella comunità.
La necropoli di Chiavari (GE) è il principale contesto a noi noto per la prima età del Ferro in Liguria. Sorta sui resti di un abitato costiero dell’età del Bronzo recente e finale (PALTINERI, LEONARDI, e MAGGI, 2002, p. 641; anche D’AMBROSIO, 1988, pp. 5-76 e D’AMBROSIO e MAGGI, 1987, pp. 45-50) e preceduta da una ripresa di frequentazione dell’area (indiziata in particolare da uno spillone tipo Vadena (Figura 4, sn, da PALTINERI, 2010, p. 123) di VIII sec. a.C.), la necropoli occupa un’area che cambia radicalmente funzione -da abitativa a funeraria- tra gli ultimi anni dell’VIII sec. a.C. e la fine del VII-inizio Vi sec…. (PALTINERI, LEONARDI, & MAGGI, 2002, p. 641).
In questa sede tratteremo delle lastre della tomba 81 (Figura 6), inserita grande nel recinto LVIII dell’area B (Figura 7).
Nelle sue conclusioni PALTINERI, (2015, p. 74) conferma che alla fine della frequentazione, l’assetto costruttivo del monumento non era modificato. …L’assetto planimetrico, l’articolazione dell’impianto nel tempo e l’analisi delle strutture a recinti e circoli confermano quindi quanto si evince dall’esame dei corredi e fotografano una società gentilizia prossima a forme protourbane, nella quale emergono, in una fase avanzata, figure di capi-guerrieri. Questo assetto sociale, come è noto, non raggiungerà la forma urbana: Chiavari si esaurisce all’inizio del VI secolo a.C., in coincidenza -tutt’altro che casuale- con la piena affermazione di Genova.¨

L’area B (Gagliardo) della necropoli di Chiavari

L’area B è la porzione centrale della necropoli di Chiavari (Figura 7). È stata utilizzata durante tutta la seconda metà del VII sec. a.C. (LEONARDI & PALTINERI, 2012, p. 302) fino all’inizio del VI sec. a.C.. Probabilmente è stata iniziata quando erano già in uso le aree A e C. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che mancano i dati della porzione comprendente le tombe manomesse, probabilmente, in epoca romana.
Nell’area sono presenti una serie di recinti rettangolari (Figura 6) di dimensioni maggiori rispetto a quelli delle altre aree. ... La cronologia dei corredi delle tombe dell’area B è chiara solo per il settore studiabile e ci porta, grazie alla presenza di coppe carenate di bucchero di produzione pisano-versiliese, nella seconda metà del VII secolo a.C. Queste considerazioni inducono a pensare che l’area B sia stata attivata, con le tombe del settore manomesso, contemporaneamente all’area A e sia stata ampliata nel giro di trenta quarant’anni con l’aggiunta di nuovi recinti più a ovest. È qui, nel settore di più recente costruzione, che si aggrega un gruppo di portatori di lancia sepolti generalmente in coppia e disposti intorno a un armato eccezionale, deposto nella tomba 60 con più punte di lancia, daga, coltello e kylix (Figura 8) d’importazione… (PALTINERI, 2014, pp. 266-267).
Particolarmente interessante è la distribuzione dei soggetti deposti. Innanzitutto la tomba 60, maschile, con set di armi e Kylix d’importazione. All’intorno si trovano una serie di deposizioni di armati, la maggior parte con lancia, ma anche una con ascia e una con giavellotto ed una con armamento da difesa. Tutte queste tombe comprendono anche una deposizione femminile con corredi molto ricchi (PALTINERI, 2015, p. 73).
Infine, le tre aree (A, B e C) sono assai ben distinte e separate con indicatori precisi: a Chiavari sono infatti utilizzati stele e segnacoli in ardesia (Figura 9), in genere arrotondati o sbozzati nella parte sommitale e orientati in senso est-ovest o nord-sud. Lamboglia ne segnalò la presenza, precisando che si trovavano a circa mezzo metro dal limite dei recinti… (PALTINERI, 2017, p. 251).
Nella porzione manomessa dell’area B è inserita la tomba 81, quella che presenta le lastre lavorate a incastro.

Il recinto LVIII

La tomba 81 si trova all’interno di una recinto rettangolare (Figura 6 e Figura 7) di dimensioni maggiori rispetto a quelle degli altri recinti. Tale recinto, identificato con LVIII, è …coperto di due distinti livelli di terreno: uno di argilla giallastra, denominato D2, e, sottostante ad esso, uno strato di sabbia scura frammisto a numerosi frammenti di cocciopesto, particolarmente fitti in prossimità degli angoli, denominato D3. Al centro del recinto, entro una fossa scava nello strato D3 e riempita successivamente di argilla, è costruita una tomba di grandi dimensioni, manomessa ab antiquo… (PALTINERI, 2010).

Immagine citata nel testo

Figura 12 – Proposta dell’assetto della tomba 81, utilizzando le lastre lavorate ad incastro tipo maschio e femmina, e l’ipotizzata presenza di un sottocoperchio ligneo collegato alle lastre mediante chiodatura.

La tomba 81 della necropoli di Chiavari

Le lastre lavorate facevano parte della tomba 81, scoperta durante la terza campagna di scavo, nel 1966.
Probabilmente le lastre lavorate erano in numero maggiore e questo è attestato da almeno un’altra lastra lavorata ad incastro di tipo femmina (Figura 10) che sembra presentare dimensioni molto maggiori rispetto a quelle della tomba 81. 
La tomba 81 era …costituita da una lastra di ardesia verticale, una di copertura molto corrosa (lastra B) inserita in un’altra (lastra A) che presenta un’adeguata cavità. Sopra la lastra A si trovava un conglomerato di frammenti ceramici e resti ossei. Sottostanti alla lastra di copertura si trovavano: due lastre di forma identica e sovrapposte (lastra C, lastra F) caratterizzate da due prominenze rettangolari leggermente asimmetriche; accanto a queste ultime altre due lastre sovrapposte (lastra D, lastra E), di cui una (lastra E), presenta due incavi rettangolari ed una chiodatura in ferro. I due gruppi di due lastre sovrapposte coprivano una fossa allungata delimitata da una serie di otto lastrine. Nella fossa vengono alla luce resti ossei ed un frammento di cinturone bronzeo… (PALTINERI, 2010, p. 168).
Questa tomba è comunque molto particolare. Ha una struttura unica rispetto alle altre tombe e non conteneva incenerizioni, ma solo pochi frammenti ossei, ceramici e bronzei. Questo potrebbe suggerire trattarsi di un cenotafio (cioè un monumento sepolcrale privo dei resti mortali), ma è un’ipotesi esclusa dallo stesso scopritore. (LAMBOGLIA, 1968). Tuttavia …è evidente che le peculiarità costruttive, l’ampiezza del recinto e soprattutto la posizione -centrale rispetto a quello che doveva essere il nucleo più antico dell’aggregato- suggeriscono che questa fosse la tomba del fondatore del gruppo familiare che utilizzava l’area B… (PALTINERI, 2010, p. 168).

Un’ipotesi sull’utilizzo delle lastre lavorate ad incastro

Durante il Bronzo finale il lido su cui sorgerà la necropoli presentava già tracce di frequentazione (D’AMBROSIO, 1987; D’AMBROSIO e MAGGI, 1987; PALTINERI, LEONARDI e MAGGI, 2002). Probabilmente c’era un approdo ed un sito dedicato allo sfruttamento delle risorse del mare. La presenza umana è testimoniata, ad oggi, da alcuni elementi fondamentali: una grande quantità di frammenti di cicciopesto (derivanti da grossi vasi, in maggioranza olle e dolii), uno spillone tipo Vadena (Figura 4, sn), di VIII sec. a.C. (PALTINERI, LEONARDI e MAGGI, 2002) ed i resti di un teschio che il radiocarbonio fa risalire al Bronzo Recente (Figura 11, da CAMPANA e MAGGI, 214, p. 37).
Poi, dal tardo VIII sec. a.C., sorge la necropoli. Fra le 126 tombe ce n’è una, la tomba 81, con caratteristiche uniche. Presenta lastre lavorate a incastro, con dei fori e chiodi di ferro ancora infissi (Figura 4, dx). LAMBOGLIA (1968) ipotizza che servissero a collegare le lastre lapidee ad un sottocoperchio (Figura 12) ed una possibile cassetta in materiale deperibile (PALTINERI, 2015, pp. 72, nota 46) o di legno (LAMBOGLIA, 1968, p. 260).
Proviamo ad immaginare la conformazione della tomba utilizzando questi elementi ipotizzati.
Si potrebbe pensare che le lastre, tutte in posizione verticale, fossero accorpate con le due a incastro tipo femmina inserite alle estremità di una con i due incastri tipo maschio. In tal caso sarebbe rimasta la quarta lastra solo appoggiata alle due con incastro femmina (come parrebbe dalla Figura 3, in basso).
Una seconda ipotesi, potrebbe essere che le due lastre con l’incastro tipo femmina fossero poste verticalmente, appoggiate sul terreno (o su una lastra di base) lungo il lato piatto ben visibile in Figura 1 e con l’incastro verso l’alto. La lastra a incastri tipo maschio sarebbe stato il coperchio, mentre le lastre degli altri due lati della cassetta sarebbero state solo appoggiate alla precedente struttura (Figura 12). In questo caso potrebbero essere compatibili anche le posizioni dei chiodi con l’ipotetico sottocoperchio di legno di (LAMBOGLIA, 1968). È l’ipotesi più razionalmente plausibile.
Infine rimane la possibilità, meno percorribile, che le lastre lavorate fossero un riuso da una struttura esterna al monumento funebre, ipotesi, per altro, suggerita dallo stesso LAMBOGLIA.
Il posizionamento delle lastre descritto all’atto dello scavo, sarebbe stato approntato in un momento successivo alla frequentazione della necropoli ed in fase con la manomissione di epoca romana (LAMBOGLIA, 1968) o successiva.
Un’ultima ipotesi. La lastra di Figura 10 è certamente di dimensioni maggiori rispetto a quelle in Copertina e questo suggerirebbe che le cassette che hanno impiegato lastre lavorate ad incastro fossero state almeno due… 

Bibliografia

CAMPANA, N., & MAGGI, R. (2014). Misurazioni radiometriche: aspetti cronologici e antropologici. In F. BENENTE, & N. CAMPANA (A cura di), Antiche genti del Tigullio a Chiavari. Dalla necropoli ligure al medioevo. Chiavari 24-25 settembre 2010 (p. 35-39). Bordighera, Istituto Internazionale di Studi Liguri.
D’AMBROSIO, B. (1988). Lo strato F della Necropoli di Chiavari. Testimonianze di un sito costiero dell’età del bronzo finale. Rivista di Studi Liguri, a. LIII, nn. 1-4, gennaio-dicembre 1987, Bordighera., 5-76.
D’AMBROSIO, B., & MAGGI, R. (1987). Chiavari. Archeologia in Liguria III, 1, 45-50.
LAMBOGLIA, N. (1968). La terza campagna di scavo nella necropoli di Chiavari (1966). Rivista di Studi Liguri, XXXII, 251-286.
LEONARDI, G., & PALTINERI, S. (2012). La necropoli di Chiavari nel quadro della prima età del Ferro in Liguria: relazioni culturali e forme di organizzazione sociale. In M. ROVIRA HORTALÀ, F. LÓPEZ CACHERO, e F. MAZIÈRE, (a cura di) Monografie, 14, p. 293-304.

PALTINERI, S. (2010). La necropoli di Chiavari. Scavi Lamboglia (1959-1969) Saltuarie del Laboratorio del Pivego – Dipartimento di Archeologia – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA ed., Vol. 8. Bordighera – Chiavari.
PALTINERI, S. (2014). Architettura funeraria, articolazione dello spazio e memoria: la necropoli di Chiavari nel quadro dell’età del ferro in Liguria. In Arqutecturas funerarias y memoria. La gestión de las necrópolis en Europa occidental (ss. X-III a.C.). Madrid: Osanna Edizioni, p. 259-274. .
PALTINERI, S. (2015). Architettura funeraria e società: recinti, circoli e forme di delimitazione dello spazio nella necropoli di Chiavari. In G. M. DELLA FINA (A cura di), La delimitazione dello spazio funeraio in Italia dalla protostoria all’Età Arcaica. Recinti. circoli. tumuli. Annali della Fondazione per il Museo “Claudio Faina”, p. 61-85. Roma: Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l.
PALTINERI, S. (2017). Spazio funerario, società e limiti. Appunti per una ricerca sulla prima Età del Ferro in Liguria. Antenor Quaderni – Beyond Limits. Studi in onore di Giovanni Leonardi(39), p. 250-257.
PALTINERI, S., LEONARDI, G., & MAGGI, R. (2002). Progetto necropoli di Chiavari. Gli Etruschi da Genova ad Ampurias. Atti del XXIV convegno di studi etruschi ed italici. II, p. 641-652. Pisa – Roma: Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali.

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