Tempestari del medioevo… Untori del caldo… Untori del freddo…

Copertina

Copertina – Tempestaria che cavalca le nubi per far piovere (da web).

Reading Time: 21 minutes

Proemio

È stato stimolo a questo articolo un intervento di Enzo PENNETTA, sul cambiamento climatico, alla trasmissione Coffee Break de LA7.
Giornalista: …tanti i conflitti in corso nel mondo, due quelli di cui parliamo sempre, Ucraina e Medio Oriente, ma la guerra va fatta ai cambiamenti climatici?
PENNETTA: …Il Comitato Ripudia la Guerra, con Democrazia Popolare, Marco RIZZO e Francesco TOSCANO porta avanti un’idea ben precisa.
I cambiamenti climatici ci sono sempre stati.
Come si affrontano? Si affrontano con interventi sul territorio.
L’idea di cambiare il clima noi, somiglia un pochettino ad una danza tribale… una danza della pioggia
(Figura 1) o contro la pioggia… e non ha nessun effetto reale. Se dobbiamo spendere dei soldi, spendiamoli per mettere a posto il territorio.
Il cambiamento climatico è una scusa con la quale gli amministratori locali si parano le spalle dopo che avvengono i disastri, perché non hanno curato gli argini, non hanno pulito gli alvei…
(Figura 2).

Giornalista: non c’è stata manutenzione del territorio, dice Lei.
PENNETTA: …Esatto. Nascondiamo i tagli alla spesa, l’austerity, e tutto ciò che è inadempienza amministrativa, dando la colpa al tempo… Piove Governo Ladro… insomma diventa il contrario… e quindi, questa è la vera strada. Fra l’altro le politiche green, sono in realtà un impatto sull’ambiente devastante… Ma andiamo a vedere le pale eoliche come rovinano i paesaggi  (Figura 3)… pale che non sono riciclabili… hanno una vita operativa (gli impianti di fotovoltaico durano 20 anni, un reattore nucleare 60; il fotovoltaico costa 9 volte di più del nucleare, n.d.a.), finita la quale dovranno essere interrate… E questi pannelli solari che devastano dove c’erano i vigneti, vediamo distese nere… Ma questa sarebbe politica Green? L’estrazione dei materiali per le batterie  che produce un inquinamento mostruoso… Niente di questo è veramente Green. Quindi, torniamo a produrre energia in maniera, diciamo, comune, con i combustibili fossili. Dico questa parolaccia,,, con i combustibili fossili. Tra l’altro, se noi rinunciamo da domani a tutto, la diminuzione della CO2 emessa nell’atmosfera, se tutta l’Europa ci rinuncia è intorno al 7%. Perché in paesi come la Cina, gli Stati Uniti, tutti gli altri… l’India…
Giornalista: non siamo fra i grandi inquinatori, come Europa.

PENNETTA: …Assolutamente no, quindi è un sacrificio praticamente inutile… ci sacrifichiamo per nulla

Geologia e cambiamenti climatici

Il diagramma di Figura 4 rappresenta …la variazione della temperatura negli ultimi 420.000 anni rispetto al presente e le concentrazioni atmosferiche di CO2 (anidride carbonica) e CH4 (metano) registrate nella carota di ghiaccio di Vostok, Antartide. Le profondità delle carote sono riportate in ordinate, la corrispettiva scala dei tempi in ascisse (p.p.m.v. = parti per milione in volume; p.p.b.v. = parti per miliardo in volume); ΔT°C = variazione della temperatura dell’aria in Antartide rispetto al presente. Nota: sono registrati quattro cicli glaciali completi e le concentrazioni di CO2 e CH4 sono ben correlate con la temperatura dell’aria antartica… (CRESCENTI, 2018). È una rappresentazione chiara di come lunghi periodi glaciali (75-100 mila anni), con abbassamenti della temperatura media in Antartide fino a 8°C, si siano alternati a brevi interglaciali (12-15 mila anni), con analogo e repentino innalzamento della temperatura.
Ancora più interessanti i diagrammi di Figura 5. …In alto l’andamento termico olocenico ricavato analizzando le carote glaciali GISP2 del plateau groenlandese (Alley, 2000)in basso è invece riportato l’andamento olocenico di CO2 ricavato dalle carote glaciali EPICA Dome C… (CRESCENTI, 2018).
Da evidenziare sono gli optimum climatici olocenici di epoca minoica (prima metà del quarto millennio BP; Figura 6, Figura 7, Figura 8, Figura 9; ma anche in Danimarca Figura 32), di epoca romana (prima metà del secondo millennio BP; Figura 10, Figura 11 e Figura 12; ma anche  in Danimarca Figura 33) e di epoca medievale (a cavallo del primo millennio BP), oltre a quello attuale. Infine, c’è la lunga Piccola Era Glaciale (PEG) estesa fra la metà del XIII (Figura 13, Figura 14, Figura 15 e Figura 16) e la metà del XIX secolo (Figura 18, Figura 19, Figura 20, Figura 21 e Figura 22).È particolarmente interessante il riscontro fra periodi temperati e freddi nei confronti delle tipologie e pesantezze degli abbigliamenti corrispondenti.
Appare evidente, dal diagramma (Figura 5), come gli optimum climatici siano indipendenti dall’inquinamento prodotto dalle attività umane (minoica, romana e altomedievale). Probabilmente l’ultimo, attuale (Figura 34, Figura 35, Figura 36, Figura 37 e Figura 38), è stato (ed è) influenzato, ma assolutamente non determinato, dalle attività antropiche post Rivoluzione Industriale (con massimi recenti nei paesi più industrializzati, ma che hanno minore o nessuna regolamentazione sulle emissioni). Ipotesi poco considerate, ma condivise anche dal Prof. ZICHICCHI e dal Premio Nobel per la Fisica Carlo RUBBIA.
Il clima dipende da meccanismi naturali (Figura 31), soprattutto di origine astronomica e dall’attività del Sole in subordine e per brevi periodi anche terrestri (immissione di particelle in atmosfera a seguito di eruzioni vulcaniche (CRESCENTI, 2018). E JAYAWARDENA (2015) aggiunge che il …fattore principale che avrebbe causato il riscaldamento e il raffreddamento periodici è la fluttuazione dell’energia proveniente dal sole e dagli oceani (effetti di El Niño e La Niña)… .

Last solar cycles comparison

Il last solar cycles comparison (comparazione fra gli ultimi cicli solari) è un’analisi eseguita sull’attività del Sole, che paragona differenti cicli solari recenti (quello attuale è il CS25; Figura 17).
Un ciclo solare è la variazione dell’attività solare da un minimo ad un massimo ed il ritorno al minimo. Questa attività varia in media ogni undici anni (durata del ciclo). L’attività solare si misura principalmente in base alle variazioni delle macchie solari (sunspots).
In pratica i confronti si basano sul numero di macchie solari, sulla radiazione solare totale, sul flusso radio a 10.7 cm (indice di attività solare) sui brillamenti solari (solar flares) ed sull’intensità e durata dei cicli.

Il raffronto dei cicli indica se è incipiente una fase di bassa attività solare, come influisce sul clima terrestre e la possibilità di prevedere tempeste geomagnetiche in grado di danneggiare satelliti, reti elettriche e  di comunicazione.
Ad esempio, il confronto del tasso di crescita delle macchie solari con quello dei cicli precedenti indica se è in corso un ciclo più attivo o più debole dei precedenti (Figura 17).
C’è poi il problema delle emissioni di gas serra. Ma altrettanto, o più importanti, sono le problematiche relative all’ambiente idrico: quantità e qualità dell’acqua, sicurezza dell’acqua potabile (e di conseguenza sicurezza alimentare) e le calamità legate all’acqua, ivi comprese le epidemie trasmesse dall’acqua (Figura 42).
L’acqua è una risorsa importante e necessaria per tutti gli esseri viventi. L’aumento della popolazione ne ha maggiorato, di conseguenza, anche il consumo. Inoltre, nei paesi in via di sviluppo si registra un incremento pro capite che aumenterà in futuro mettendo in seria crisi la risorsa idrica.
Su scala globale, l’agricoltura utilizza circa il 70% delle risorse idriche dolci mondiali, seguita dall’industria che ne utilizza circa il 22% … Ad esempio, il consumo di acqua per produrre 1 kg di cereali varia tra 500 e 4000 litri, mentre il consumo d’acqua per produrre 1 kg di carne è di circa 10.000 litri… (JAYAWARDENA, 2015) tenendo conto di tutta la filiera produttiva.
Ancora, … negli ultimi anni, molti paesi hanno avviato la produzione e l’utilizzo di biocarburanti al posto dei combustibili fossili. Questa pratica ha aggravato ulteriormente le riserve di acqua dolce a causa delle quantità aggiuntive di acqua necessarie per la coltivazione delle specie biologiche da cui vengono estratti i biocarburanti… (JAYAWARDENA, 2015).

immagine citata nel testo

Figura 5 – Andamenti termico (sopra) e della CO2 (sotto) olocenici ricavati analizzando le carote glaciali GISP2 ed EPICA Dome C

La Piccola Glaciazione o Piccola Era Glaciale (PEG)

La Piccola Glaciazione o Piccola Era Glaciale (PEG), è stata un evento climatico molto lungo e freddo che ha caratterizzato, in maniera particolare, l’Europa e il Nord America.
In quest’ottica …le conoscenze attuali non consentono di sostenere che possono essere esistiti periodi globalmente sincroni di particolare caldo o freddo su tutto il globo terrestre ed i termini “periodo caldo medievale” e “piccola era glaciale” hanno dei significati limitati e non possono essere ascritti a tutto il globo terrestre”… (da Rapporto IPCC, 2001, in CRESCENTI, 2018).
La PEG è iniziata fra il 1250 e il 1350, a seconda delle aree geografiche, ed è perdurata fino alla metà dell’Ottocento. Le temperature hanno avuto un andamento sinusoidale, con un minimo (Figura 39) fra il 1600 (Figura 18) ed il 1700 (Figura 19Figura 20).
Cinque secoli di inverni rigidi e lunghi, intervallati da estati fresche e umide. Gli effetti più evidenti sono stati gli avanzamenti dei ghiacciai fino a lambire gli abitati (come ad esempio Chamonix; Figura 25), il congelamento invernale dei grandi fiumi europei come la Senna (Figura 40; nel 1956 l’ultima volta a Parigi e nel 2006 a Ponthierry) ed il Tamigi (Figura 41), nonché la frequenza di carestie per i degradati raccolti.
Anche il riscaldamento climatico attuale non pare possa considerarsi un evento globale. Ad esempio …alcune città hanno registrato un aumento costante della temperatura negli ultimi decenni (Tokyo, Johannesburg, Pechino, ecc.), altre hanno registrato un costante raffreddamento negli ultimi anni (Gerusalemme, Quebec, Antananarivo, ecc.). Molte città del mondo mostrano modelli temporali ciclici di variazione della temperatura (New Orleans, Il Cairo, Parigi, Nuova Delhi, ecc.) … Infine, l’inverno 2007/2008 è stato il più freddo mai registrato nella storia della Cina… (JAYAWARDENA, 2015). Per alcune di queste, come quelle asiatiche, appare plausibile la correlazione diretta con le loro macroscopiche e assolutamente incontrollate emissioni industriali.

Cambiamento climatico, causa o effetto?

Forse bisogna considerare un fenomeno collaterale per spiegare alcune posizioni radicali.
Molti scienziati e ricercatori, spinti dalla pressione di pubblicare e di attrarre fondi per la ricerca … hanno utilizzato lo slogan “cambiamento climatico” nelle loro proposte di ricerca, poiché sembrava aumentasse le possibilità di ottenere finanziamenti. Ciò che non viene resa nota al grande pubblico è una visione equilibrata della questione, una visione che evidenzi le reali prove scientifiche, i limiti e le incertezze delle scoperte. Di conseguenza, il grande pubblico viene a conoscenza solo di una verità parziale e non di tutta la verità… (JAYAWARDENA, 2015).
Nonostante la politica continui a colpevolizzare il clima e martellare sulla necessità di diminuire le emissioni, persiste una forte disparità di adeguamento al problema.
Preludio al G20 del 2014 fu la stipula di un accordo bilaterale, ma non vincolante, tra Cina e Stati Uniti. In quella sede la Cina avrebbe iniziato a ridurre le emissioni di carbonio entro il 2030 (entro 16 anni! E fino a quel momento avrebbe continuato a inquinare col placet del G20!), in cambio di una riduzione delle emissioni statunitensi del 26% rispetto ai livelli del 2005, entro il 2025. Queste tempistiche parlano da sole, tanto che ancora oggi Cina e Stati uniti, insieme all’India, risultano i paesi con maggiori emissioni di gas serra (Figura 11 e Figura 12 di Baltten (Vallese, CH) il villaggio distrutto dal ghiacciaio).

Alcune speculazioni spacciate per notizie

Una prima speculazione riportata come notizia, scoop allarmistico, riguarda la temperatura, o meglio i valori massimi di temperatura. Ad esempio, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato un’immagine del caldo anomalo che ha colpito buona parte d’Europa il 29 giugno 2025. Sono le temperature rilevate dal satellite Sentinel-3 del programma Copernicus. Si leggono massimi di 45 °C a Roma, 49 °C a Foggia fino al record di Siviglia, in Spagna, dove sono stati registrati 54 °C. La stessa ESA specifica, pero’, che la carta rappresenta le temperature al suolo (Figura 26) ricostruite a partire dai raggi infrarossi emessi dal suolo e rilevati da Sentinel-3. Quindi temperature ben più elevate di quelle dell’aria a circa 2 m dal suolo, che sono quelle realmente percepite (Figura 27). Ma questa specificazione non giova all’estremizzazione del problema riscaldamento globale e quindi, spesso, viene ignorata o omessa da media e divulgatori scientifici.
Altra speculazione per dar forza alle teorie catastrofiste riguarda le presunte morti per colpa delle alte temperature. Come scrive Carlo CAMBI su La Verità (5 luglio 2025) …lo schema ansiogeno dell’informazione è lo stesso, la facilità con cui ogni fenomeno è ricondotto alle alte temperature pure. Lo scopo è sempre colpevolizzare il cittadino per imporre costose (e inutili) politiche ecologiste. Anziché attrezzarsi per mitigare gli effetti… In particolare, è grave il tentativo di ricondurre tutti i decessi, come avvenne in fase di Covid, alle alte temperature killer. Ma la realtà e differente (Figura 23 e Figura 24). E, tuttavia, le notizie distorte continuano la loro azione. …secondo i dati di Our World in Data, la media annuale delle morti causate da eventi meteo estremi è passata da 903 nel periodo 2010-2019 a 12.299 dal 2020 in poi, con un incremento del +1.200%. Una crescita dovuta all’intensificazione e alla frequenza crescente di eventi climatici estremi, come ondate di calore, alluvioni, tempeste e siccità…. E ancora …Per il centro studi CICERO – Center for International Climate Research, se le emissioni di gas serra continueranno ai ritmi attuali, circa il 70% della popolazione mondiale sarà esposta a cambiamenti climatici estremi entro il 2044… (Libero Quotidiano del 6 luglio 2025). Possibile, ma probabilmente sono, e saranno, più incisive le responsabilità amministrative del dissesto idrogeologico (Figura 3) e quelle naturali dei terremoti, delle eruzioni vulcaniche e dei conseguenti tsunami…. Forse dovremmo essere più preparati a prevenire e gestire quelle.

Uno sguardo agli untori del clima: i Tempestari

Quella dei monatti del clima è una storia che viene da lontano.
Nell’Italia centro-settentrionale, ma anche in altre regioni europee, la cultura materiale ricorda i temuti tempestari. Erano donne e uomini capaci di provocare o deviare le tempeste con interventi stregoneschi e magici. Tipiche credenze che si fondavano nel mondo agricolo premoderno, legato ai fenomeni atmosferici. Si credeva che i tempestari avessero il potere di scatenare alluvioni, tempeste, grandine o fulmini per colpire i raccolti. E spesso ciò sarebbe avvenuto su commissione (retribuita) o per vendetta.
I tempestari (Figura 28) erano assimilati a stregoni, maghi o individui connessi alle forze demoniache. Per contro, talvolta erano ritenuti capaci anche di effetti antitetici, come la protezione dai temporali, tanto che le comunità arrivavano persino a ricercarne l’intervento per allontanare le tempeste. Anche questo avveniva, naturalmente, dietro pagamento o comunque compenso.
Sovente venivano accusati di essere tempestari anche individui ai margini della società, un po’ come accadeva per le streghe. Erano sospettati di praticare formule magiche e riti, impiegare oggetti rituali (coltello, acqua benedetta distorta o una veste nera e una scopa in mano) o praticare invocazioni al fine di controllare le nubi. In altri casi era sostenuto che i tempestari viaggiassero tra le nuvole durante le tempeste, talvolta cavalcando spiriti o demoni (Copertina). Erano comunque stregoni (Figura 29) e streghe (Figura 30), tanto che durante l’Inquisizione l’accusa di professare l’arte del tempestaro fu causa di arresti, torture e processi, con domande in latino e risposte in volgare, non certo per facilitare la difesa dei malcapitati.
L’idea di manipolare il tempo atmosferico è stata un tema ricorrente nei processi per stregoneria, dove costituiva un patto col diavolo, tanto da essere menzionato anche nel Malleus Maleficarum, il famoso manuale inquisitoriale.

Traccia documentata di processi celebrati tra il XVI e il XVII secolo si trovano nei registri dell’Inquisizione di Modena, Bologna e Lucca. Così nel 1583 tale Girolamo Galassi confessò, sotto tortura a Modena, di aver appreso certe formule per comandare le nubi da un vecchio eremita. Oppure il processo di Lucca del 1614 ad una certa Tempesta, così soprannominata perché era conosciuta in paese per parlare col vento e scacciare le nubi col fuoco.
E ancora nella zona di Udine e Cividale, tra il 1575 e il 1675, si svolsero i processi contro i Benandanti, contadini che affermavano di viaggiare sottoforma di spiriti durante le notti di plenilunio per combattere gli stregoni che volevano rovinare i raccolti. Si distinguevano dagli stregoni perché loro combattevano con rami di finocchio, mentre gli altri con rami di sorgo. Inizialmente considerati buoni, furono poi assimilati ai tempestari e perseguitati dall’Inquisizione.
Infine, in Valle d’Aosta e in Piemonte si ricordano gli stregoni che salivano sui monti durante i temporali per guidare le nubi con gesti rituali, o provocare grandinate o scaricare fulmini con bastoni incantati.

Varberg, contea di Halland, Svezia Crète, Grecia Vostok, Territorio di Krasnodar, Russia Cividale del Friuli, provincia di Udine, Italia Udine, provincia di Udine, Italia Lucca, provincia di Lucca, Italia Bologna, città metropolitana di Bologna, Italia Modena, provincia di Modena, Italia Siviglia, provincia di Siviglia, Spagna Foggia, provincia di Foggia, Italia Roma, città metropolitana di Roma Capitale, Italia Nuova Delhi, Delhi, India Il Cairo, Governatorato del Cairo, Egitto New Orleans, Louisiana, Stati Uniti d'America Antananarivo, regione di Analamanga, Madagascar Québec, Québec, Canada Gerusalemme, distretto di Gerusalemme, Israele Pechino, Cina Johannesburg, Gauteng, Sudafrica Tokyo, Tokyo, Giappone Chamonix-Mont-Blanc, Alta Savoia, Francia Londra, Grande Londra, Inghilterra, Regno Unito Parigi, Francia

Note di aggiornamento

2025.07.14

Ernst-Georg BECK ha pubblicato, nel 2007, uno studio (180 YEARS OF ATMOSPHERIC CO2 GAS ANALYSIS BY CHEMICAL METHODS) basato su oltre 90.000 misurazioni chimiche storiche, eseguite nell’aria a cominciare dal 1812, in 180 stazioni.
L’elaborazione dei dati suggerisce che i livelli di CO₂ preindustriali potrebbero aver raggiunto picchi di 400-540 ppm, analoghi a quelli attuali (420 ppm, dati 2025).
Il metodo di rilevazione dei dati era sicuramente differente da quelli attuali, ma seguiva comunque un protocollo approvato scientificamente. 
Sono risultati che meritano una riflessione ed un approfondimento, al fine di comprendere meglio le implicazioni attuali. Come meritano una riflessione i massimi registrati intorno al 1825, 1857 e 1942, visualizzati sul grafico in Figura.
A puro titolo di correlazione storica, bisogna ricordare che nel 1825 si verificarono l’eruzione del vulcano Lokon-Empung, sull’isola di Sulawesi, un possibile tsunami sulle coste indiane, forse legato ad un terremoto nel Golfo del Bengala ed uno dei più grandi incendi del Nord America, che distrusse 3 milioni di acri (circa 12.140 km²) di foresta e diversi villaggi. Poi nel 1857 il sisma di magnitudo 7.0 – 7.5 con epicentro tra Montemurro, Saponara (oggi Grumento Nova) e la Val d’Agri, in Basilicata. I morti furono fra 11 e 19 mila ed i risentimenti fino a Napoli. Ed ancora, il Terremoto di Fort Tejon (California), di magnitudo ~7.9, lungo la faglia di San Andreas. Fu uno dei più grandi terremoti registrati negli Stati Uniti. Infine nel 1942 era in corso, da oltre due anni, il secondo conflitto mondiale, con tutte le possibili conseguenze.

immagine citata nel testo
Figura - Temperatura globale dal 1860, CO atmosferica, definita per analisi chimica, cicli delle macchie solari
Immagine citata nel testo
Figura - La temperatura esterna con gli galberi e senza gli alberi (da web)

2025.07.19

L’albero è diventato un fastidio.
È ridotto al semplice stato di materia legno. Un intervento di Paola FAVERO: Crisi energetica, la (dannosa) follia del taglio dei boschi (Mountain Wilderness Italia).
Solo qualche stralcio in merito alla indispensabile di presenza di alberi (anche) nelle città, alla follia della loro eliminazione. E che dire della follia, esagerata, di qualche estremista green che incita l’abbattimento degli alberi perché produttori di CO2, per poi inneggiare alla biodiversità…
Si parla sempre più spesso dell’importanza del bosco per la salute del pianeta, dell’influenza che hanno gli alberi per la mitigazione del clima, ed in particolare per ridurre la temperatura nelle città, e ancora di più del loro prezioso contributo per l’assorbimento della CO2 e la produzione di ossigeno. E contemporaneamente si vogliono tagliare gli alberi nei centri abitati perché danno fastidio, sporcano o sono pericolosi, e si decide di incentivare le centrali a biomassa legnosa che hanno un rendimento davvero basso ed emettono nell’atmosfera CO2, bruciando organismi che erano invece capaci di assorbirla e immagazzinarla nel loro legno () Nel corso degli ultimi decenni l’albero, prima considerato un individuo con proprie caratteristiche e peculiarità, utile a svariati fini ma sempre scelto e valutato con cura ed attenzione, così che c’era quello adatto a fare mobili e quello ottimo come trave, quello speciale per le sculture e quello per sedie o rastrelli, è diventato merce legno più o meno tutta uguale all’interno di processi di esbosco e lavorazione sempre più meccanizzati ed uniformati…

2025.08.03

Passano gli anni, quarantotto son lunghi… però… nulla di nuovo sotto il sole…

2025.08.26

Una riflessione interessante da parte di un archeologo.
Quali professionalità e quali linee di ricerca sono competenti sugli studi climatici…
Stralcio da un testo del Prof. Fausto GNESOTTO dell’Università di Trieste, pubblicato sulla pagina FB di Clima e Scienza

COME PALETNOLOGO che si deve avvalere scientificamente della PALINOLOGIA connessa ai carotaggi pollinici dei GEOLOGI per poter ricostruire l’ambiente climatico dei siti oggetto dei miei scavi archeologici, devo stigmatizzare il fatto che tutt’oggi il tema dell’emergenza climatica viene affrontato su basi fuorvianti.
Infatti ne parlano i meteorologi, che ne avrebbero competenza solo per gli avvenimenti dal 1800 in poi, e non i GEOLOGI, che sono i soli veri “storici” del clima.
Così si ignora il fatto “storico” che il clima muta periodicamente ogni 400 anni circa.
Per esempio, dopo L’OPTIMUM CLIMATICO romano-imperiale, nell’Alto Medioevo dal “400 all’800 circa si ebbe un raffreddamento (che favorì la Peste di Giustiniano), sostituito da un innalzamento della temperatura nel Pieno Medioevo: esso permise la Rivoluzione agricola del Mille, le coltivazioni in Groenlandia (“Terra Verde”), oggi impossibili, e mostrò ai Vichinghi le viti selvatiche nel Labrador.
A questo picco climatico subentrò, dal 1300, la “Piccola Glaciazione” (Peste del Boccaccio), che si protrasse per i soliti 400 anni fino al 1680 circa, allorché le temperature aumentarono di nuovo ad oggi: ma il 1680 è di ben cento anni precedente alla Rivoluzione Industriale e a qualsivoglia emanazione antropica di CO2!
Purtroppo i CLIMATOLOGI dell’ IPCC (che dettano legge) sono dei meteorologi che possono conoscere le temperature solo dal 1800 in poi, mentre gli UNICI SCIENZIATI IDONEI a tracciare una storia del clima sono i GEOLOGI e i PALEO CLIMATOLOGI che, coi loro carotaggi pollinici, riescono a ricostruire gli ambiti vegetali (e quindi il clima) del passato tramite la palinologia.
Rispetto alla ricostruzione della “Storia del Clima”, la differenza tra geologi e meteorologi è la stessa che intercorre tra storici (del passato) e giornalisti (del presente): per cui, mi chiedo, faremmo noi trattare la storia politica dai giornalisti piuttosto che dagli storici? (Con tutto il dovuto rispetto per la funzione dei giornalisti…).
Per lo stesso motivo, la STORIA del CLIMA va affidata ai GEOLOGI e non ai meteorologi!…
 
FAUSTO GNESOTTO Professore
Università di Trieste
Pubblicazioni

2025.08.27

 

 

 

 

 

 

 

 


Figura – La prima pagina del quotidiano La Verità del 26 agosto 2025. Falso studio su NATURE per spingere il Green

Bibliografia

CRESCENTI, U. (2018, aprile). La Geologia nei Cambiamenti Climatici. Tratto il giorno luglio 05, 2025 da www.unesco-geohazards.unifi: https://www.unesco-geohazards.unifi.it/upload/sub/Immagini/eventi/2018.04.20_presentation_Crescenti.pdf?utm_source=chatgpt.com
IANNACE, A., e DI DONATO, V. (s.d.). Variazioni climatiche del passato: come si studiano e cosa ci insegnano per il futuro. Tratto il giorno luglio 06, 2025 da www.distar.unina.it: https://www.distar.unina.it/images/orientamento/VARIAZIONI_CLIMATICHE_Iannace_Di_Donato.pdf?utm_source=chatgpt.com
JAYAWARDENA, A. (2015, February). Climate change: Is it the cause or the effect? KSCE Journal of Civil Engineering 19(2), 359-365.

Rispondi