La Spezia 4 luglio 1809 ore 8: tsunami

Copertina

Copertina – La Map of the bay of La Spezia di Joseph ROUX del 1804

Lo tsunami del 4 luglio 1809 alla Spezia raccontato dal Giornale Italiano del 10 agosto successivo

Genova 15 luglio (Figura 1).
Gli abitanti della Spezia e di tutte le case del suo golfo sono stati sorpresi d’un fenomeno, al quale son poco avvezzi i popoli del Mediterraneo, quello di una straordinaria marea. Ai 4 di questo mese il cielo, tempestoso da qualche giorno, era nuvoloso, e dalle cinque della mattina piovve fino alle sette e mezzo. Alle otto incirca, il mare per la calma quasi spianato si alzò rapidamente un metro al di sopra del suo stato ordinario. Questa straordinaria marea, che non durò più di quindici o venti minuti a salire e discendere, e che non ha potuto esser prodotta da alcuna cagione apparente alla Spezia, giacché il mare era tranquillo, la luna era al suo ultimo quarto, e la differenza delle più alte e delle più basse maree d’equinozio non sono nel golfo se non di cinquanta centimetri, è stata sì forte e sì rapida, che ha fatto in un baleno traboccare le acque fin nella città della Spezia per mezzo del piccol canale che l’attraversa, e ha fatto fuggire alcuni mercatanti che avevano esposte le loro merci sulle sponde (Figura 2). Le parti più basse in fondo al golfo sono state sommerse, e bentosto dopo si videro a secco alcune parti avanzate assai dalla spiaggia estremamente bassa. Pesci di tre, quattro e cinque libbre furono trasportati dal flusso, e presi sull’arena rimasta a secco. Nelle cale della costa occidentale del golfo furono presi a questo modo pesci assai grossi arrenati su banchi di melma. Il primo flusso fu seguito da quattro o cinque altri, che si son fatti sentire, perdendo però gradatamente di forza, sino alle undici e mezzo. Nel resto della giornata, dense nuvole hanno involte le cime delle vicine montagne: è piovuto leggermente più volte, e il tempo è stato fosco e torbido.
V’ha pochi luoghi marittimi della riviera di Genova, ove siasi potuto meglio osservare gli effetti di questa straordinaria marea, prodotta senza dubbio da qualche scossa terrestre o sottomare, di cui avremo contezza bentosto, o da qualche fenomeno celeste, che avranno osservato gli astronomi…. (ANONYMUS, 1809; BREISLAK, 1811). 

Dodici giorni dopo il medesimo fenomeno ha colpito Napoli…

La causa di quello tsunami non fu mai sciolta.
Sul medesimo foglio, poco sotto, un’altra notizia curiosa e dello stesso tenore è riportata fra i resoconti del Regno di Napoli.
La sera de’ 27 del cadente luglio (quindi dodici giorni dopo lo tsunami della Spezia!) mentre il mare era in perfetta calma, e il cielo sereno, si osservò un fenomeno straordinario, e qui non mai più veduto à di nostri, cioè una marea, che alzò di tre palmi le acque al di sopra del loro naturale livello; e dopo qualche tempo discesero, e si rimisero nello stato lor ordinario. Gli abitanti della riviera di Chiaja, e specialmente le persone di mare che si avvidero di questa novità, ne restarono sbigottiti. Lo spesso è accaduto à 4 luglio nel golfo di Spezia… (ANONYMUS, 1809; BREISLAK, 1811).
Ci troviamo quindi sul lungomare di Napoli, la Riviera di Chiaia, fra Mergellina ed il Castel Dell’Ovo (Figura 3 e Figura 4). E, secondo la cronaca, anche qui si manifesta uno tsunami con un’onda anomala di un’ottantina di centimetri. Cio’, considerando che il palmo napoletano, fra il 1480 e il 1840, valeva 0,2633333670 m. 

I danni alla Spezia dello tsunami del 4 luglio 1809

Per visualizzare le conseguenze dell’ondata si puo’ fare riferimento al Plan de la Villa de la Spezzia dello Stefanini, redatta nel 1806 (Figura 2). È la cartografia storica nota di epoca più vicina al momento del dramma.
Un ampio spiaggione separava le mura dalla battigia. Ma il varco del Canale di Piazza, che attraversava la città, è stato il veicolo d’ingresso delle acque, degli allagamenti e della fuga dei mercanti ricordata nella cronaca.
All’esterno, verso occidente, l’ampia piana del Lagora, a sua volta attraversata dai canali dei Mulini, dal Biassa e da altri minori. Da non dimenticare, qui, la presenza delle vie d’acqua che alimentavano le sprugole. Ed anche questa ampia area pianeggiante può essere stata allagata.

Immagine citata nel testo

Figura 5 – Rappresentazione schematica della Piega della Spezia e della sua disposizione sul promontorio orientale del Golfo, fra Tramonti e lo scoglio del Tinetto (NARDELLI, modificato). Legenda: schema rappresentativo della struttura Piega della Spezia (A); disposizione della Piega della Spezia rispetto all’andamento della costa (B e C); appilamento delle formazioni della Falda Toscana fra Tramonti e lo scoglio del Tinetto (D). Da AA.VV. (2005).

Le possibili cause, o concause, dello tsunami del 4 luglio 1809

In realtà non è assolutamente certo che il fenomeno accaduto alla Spezia (e dopo alcuni giorni a Napoli) sia stato veramente uno tsunami (https://tsunamiarchive.ingv.it/emtc.2.0/report/139). E soprattutto sia stato uno tsunami innescato da una frana sottomarina (https://tsunamiarchive.ingv.it/emtc.2.0/report/139).
È anche vero che sembra molto difficile trovare la causa, o la concausa, dei due fenomeni di marea che hanno colpito La Spezia e Napoli, a dodici giorni di distanza.
Innanzitutto bisognerebbe sapere se si sono verificati altri fenomeni analoghi fra le due località durante quel gap temporale. O fuori da esso nel caso di località esterne.
Bisogna anche riflettere sulle profonde differenze geologiche fra le due località.
Il Golfo della Spezia si apre all’estremità di una struttura tettonica, la …grande anticlinale rovesciata retrovergente, cioè con vergenza tirrenica opposta alla generale vergenza adriatica che caratterizza l’Appennino Settentrionale… (ABBATE, 2005). È una struttura che ha generato versanti acclivi e falesie (Figura 5) e che è variamente interessata e dislocata da sistemi di faglie secondarie appenniniche (AA.VV., 2005).
E poi il Golfo di Napoli che è baricentrico ad un’area vulcanica vivacemente attiva (i Campi Flegrei).
Ben difficile quindi trovare una causa comune, a meno di pensare ad uno tzunami indotto da un sisma generato da uno dei tanti spostamenti fra le placche Europea ed Africana. E anche qui i dubbi rimangono, soprattutto per la tempistica.
Ad ogni modo le verifiche necessarie sono sicuramente quelle di ordine sismico. Nel caso di Napoli, poi, si dovrebbe aggiungere una verifica anche di ordine vulcanico.

Meno probabile, anche per La Spezia, è l’ipotesi del distacco di una frana sottomarina (RAGNETTI, 2017).

Altri fenomeni analoghi nella storia del mar Tirreno

Si tratta di fenomeni, individuati come tsunami, verificatisi nel Tirreno in epoche differenti.
Lo tsunami di Scirocco avvenuto nello Stretto di Messina immediatamente dopo il sisma distruttivo del 28 dicembre 1908 è stato correlato al terremoto o, più probabilmente, ad una frana rilasciatasi in seguito al sisma (REDAZIONALE, 2005; REDAZIONALE, 2011). La discussione è aperta fra gli addetti ai lavori. Certo è che dopo il sisma molte persone affollarono le spiagge sia per paura di nuove scosse e crolli che per cercare di fuggire via mare (Figura 6, Figura 7 e Figura 8), ma vennero coinvolte dallo tsunami.
Secondo la serie storica, stabilita da Franco ORTOLANI dell’Università di Napoli, Silvana PAGLIUCA del CNR e Leonello SERVA di APAT, sono ben 71 gli tsunami che hanno colpito le coste italiane in epoca storica. Di questi …15 eventi sono accaduti nel 1900; 23 nel 1800; 16 nel 1700; 11 nel 1600: 3 nel 1500; 1 nel 1300; 2 nel 1100… (REDAZIONALE, 2005) .
Fra le ricerche più recenti, uno studio ha individuato nelle stratigrafie di Stromboli almeno tre depositi di tsunami (Figura 9). La definizione dei crolli è avvenuta mediante datazioni al carbonio, indagini stratigrafiche, vulcanologiche e testimonianze archeologiche. I tre tsunami studiati risalgono al 1342 (indotto da un collasso della Sciara del Fuoco di Stromboli), al 1392 ed al 1456. Un quarto evento, più recente, è ancora allo studio (ROSI et ALII, 2019; PISTOIESI et ALII, 2020). Documentazioni storiche hanno confermato che l’evento del 1343 sarebbe giunto fino alle coste di Napoli, interessandole direttamente (Figura 10). Era il 25 novembre, il giorno dedicato a Santa Caterina. Il fenomeno ebbe un testimone oculare Illustre, Francesco PETRARCA. Il poeta si trovava nel Regno di Napoli in missione diplomatica, per conto di Papa Clemente VI.
La descrizione dettagliata dell’evento si trova nel quinto libro delle Epistolae familiares. Questa esperienza del poeta, inquadrata nella Napoli del tempo è oggetto di un bel racconto di Giovanni RICCIARDI, ricercatore associato presso l’Osservatorio Vesuviano dell’INGV.
Ancora Stromboli è stato protagonista dell’evento del 30 dicembre 2002 che interessò anche le isole vicine e la costa compresa tra Milazzo (Sicilia) e Marina di Camerota (Campania) (REDAZIONALE, 2005).

Il fenomeno del Taurendunum

Infine, e non certo in ottica storica o temporale, un fenomeno molto particolare.
Taurendunum è un monte, oggi monte Grammont. Si trova a occidente dello sbocco del fiume Rodano nel lago Lemano (CH).
Secondo uno studio svizzero, nel 563 d.C. si sarebbe staccata, dal monte Taurendunum, una enorme frana, o una slavina, che è precipitata nel lago. Questo evento estremo avrebbe avuto anche una conseguenza disastrosa. L’impatto su sedimenti instabili, prima, e nel lago, poi, con conseguente generazione di un’onda anomala alta fino a 13 metri. L’onda si sarebbe abbattuta su Losanna dopo soli 15 minuti. Poi, dopo circa un’ora, perdendo forza e riducendosi a 8-9 metri di altezza, avrebbe colpito Ginevra (CARIDI, 2012; Figura 11).
Una sorta di Vajont ante litteram (Figura 12).
Dal cataclisma, parametrizzato mediante ricostruzioni computerizzate (SIVORI, 2012), si sarebbe comunque salvato l’insediamento antico di Ginevra, arroccato sulla collina della Cathédrale de Sait Pierre, circa trenta metri più in alto rispetto al livello medio del lago. I danni sarebbero stati comunque ingenti lungo tutte le fasce costiere pianeggianti ed in corrispondenza dell’emissione del Rodano dal Lemano.

Di questo tsunami lacustre ci sarebbe conferma in un livello di sedimenti presente nella stratigrafia del fondo del lago. Un livello anomalo rispetto a quelli della sequenza.
Un livello di circa 5 metri di potenza, esteso su un decimo circa della superficie del lago (50 su 584 Kmq ca.).

Ginevra, Canton Ginevra, Svizzera

Losanna, Canton Vaud, Svizzera

Taurendunum, Canton Vaud, Svizzera

Castel dell'Ovo, Via Eldorado 1, Napoli, Italia

provincia della Spezia, via vittorio veneto 2, La Spezia, provincia della Spezia 19124, Italia

Bibliografia

AA.VV. (2005). Le vie del carsismo. A passeggio nelle meraviglie del mondo ipogeo, alle origini dei Liguri. (M. DEL SOLDATO, a cura di) La Spezia, Edizioni Il Cigno. 
ANONYMUS. (1809, Agosto 10). Genova, 15 Luglio. Giornale Italiano (222), 385.
BREISLAK, S. (1811). Introduzione alla geologia. Vol. Parte II, Milano, Stamperia Reale.
CARIDI, P. (2012, novembre 20). Tratto da www.meteoweb.eu: https://www.meteoweb.eu/2012/11/la-catastrofe-di-tauredunum-lo-tsunami-che-devasto-il-lago-di-ginevra-un-monito-per-il-rischio-di-onde-anomale-anche-nei-bacini-lacustri/165273/.
RAGNETTI, G. (2005, aprile 25). Ambiente, scatta il piano di prevenzione. Litorale spezzino a rischio stunami. Una boa di guardia. La Nazione, p. Cronaca della Spezia.
RAGNETTI, G. (2017, luglio 22). Tsunami, fuga dal centro di Spezia. Tratto da https://ginoragnetti.blog: https://ginoragnetti.blog/2017/07/22/tsunami-fuga-dal-centro-di-spezia/
REDAZIONALE. (2004, dicembre 28). Liguria, 14 tsunami in mille anni. Il GIornale, p. Genova e Riviere.
REDAZIONALE. (2005, aprile 12). Pericolo Tsunami. In Italia 71 episodi in mille anni. E alla Spezia c’è una boa di allerta. Il Secolo XIX.
REDAZIONALE. (2009, agosto 11). Lo Tsunami del Giappone ha staccato iceberg giganti al Polo Sud. Corriere della Sera.it, p. Scienze e tecnologia.
REDAZIONALE. (2009, giugno 9). Memorie del maremoto alla Spezia. Città della Spezia.
REDAZIONALE. (2011, novembre 28). 28 dicembre 1908 – Terrore nello Stretto: lo “tsunami di scirocco” e le sue possibili cause. Tratto da www.meteoweb.eu: https://www.meteoweb.eu/2011/11/28-dicembre-1908-terrore-nello-stretto-lo-tsunami-di-scirocco-e-le-sue-possibili-cause/100234/
SIVORI, M. (2012, ottobre 31). L’incredibile storia dello tzunami a Ginevra. Il Secolo XIX, p. Cultura.
Th.D.L. (2018, ottobre 30). A Muggiano sembra essere arrivato uno tsunami. Città della Spezia, p. Cronaca.
ZUNINO, C. (2012, luglio 13). Piccolo “tsunami” nel basso Tirreno Onde alte un metro da Palermo a La Spezia. La Repubblica.

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