25 ottobre 2011: l’alluvione di Vernazza. Immagini per riflettere 

Foto di Marco e Matteo DEL SOLDATO

la Nazione che distrugge il suo suolo distrugge se stessa
(Franklin Delano Roosvelt)

La cronaca: fra le 9:00 e le 10:00 di mattina del 25 ottobre 2011 è cominciato a piovere in maniera molto intensa. È stata colpita una fascia di territorio perpendicolare alla costa ligure, larga una decina di chilometri e compresa fra Vernazza-Monterosso al Mare e le valli dei Fiumi Vara e Magra.
Le precipitazioni, connesse al transito di cumulo nembi, sono perdurate con massima intensità per circa 6 ore. Il volume d’acqua stimato è stato di circa 200 milioni di metri cubi. Ma questo non è stato l’unico effetto scatenante, almeno a Vernazza, il dramma che ne è seguito.
La Pioggia ha avuto picchi superiori a 250 mm/giorno. Le precipitazioni sono cadute su versanti ripidi innescando diffusi ruscellamenti incontrollati e fenomeni erosivi. La conseguenza è stata l’innesco di colate detritiche veloci che hanno colmato gli alvei e invaso l’abitato di Vernazza posto a valle.
Durante la prima fase di pioggia (stimata a Monterosso in 82 mm la prima ora e 59 mm la seconda ora successiva) si sarebbero riversati in mare gli stimati 100.000 mc di trasporto solido essenzialmente fine, compendiato dalle 36 auto presenti nei parcheggi a monte dell’abitato di Vernazza, oltre a materiali vari.
Una seconda ondata di flusso fangoso-detritico è stata ancora più distruttiva. Il materiale detritico proveniente da monte, lungo l’alveo principale del torrente Vernazzola è transitato entro il sottopassaggio ferroviario ed ha riempito il centro di Vernazza a cominciare dalla strozzatura di via Roma che immette al porticciolo, arretrando e progressivamente colmando il centro fino al primo piano degli edifici.

Ma non tutto il materiale solido si è liberato dai versanti. Hanno giocato un ruolo rilevante alcuni riempimenti impostati a cavallo delle aste secondarie affluenti l’asta principale. Le opere di presidio, probabilmente insufficienti o fragili, sono collassate ed i terrapieni si sono liquefatti andando ad incrementare in maniera esponenziale il trasporto solido della seconda fase alluvionale.
Il risultato è nella sequenza fotografica della galleria.

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