Copertina: Particolare della tavola titolata Italsider – Concessione Gambatesa Nuova – Miniera di CASSAGNA – LAVORI INTERNI – SCALA 1:500 datata 1 gennaio 1957. È la rappresentazione dei vari cantieri e delle relative lenti-ammassi manganesiferi coltivati/in corso di coltivazione all’epoca (Archivio Privato).
La scoperta dei giacimenti manganesiferi di Cassagna
La storia della miniera di Cassagna comincia ufficialmente con le osservazioni del francese Augusto FAGES, personaggio importante, ma del quale si conosce poco. L’ingegnere FAGES fu il primo a cercare il manganese in Val Graveglia. Ciò avveniva intorno 1876. All’epoca FAGES era titolare di due permessi di ricerca rilasciati il 15 marzo 1876 per Gambatesa ed il 16 maggio 1877 per Zerli.
In realtà le denominazioni sono solo indicative delle principali miniere e limitative rispetto alla reale estensione. Infatti è da ritenersi che le indagini si svolgessero in aree molto più ampie rispetto alle località indicate ed estese almeno ai maggiori affioramenti di diaspri dell’Alta e Media Val Graveglia (Figura 1). In quest’ottica Cassagna era al margine di ambedue, compresa fra Statale-Nascio e Monte Bianco-Bardeneto. …Tale zona (quella di affioramento dei diaspri) ha quindi direzione da Nord a Sud fino a Nascio donde si ripiega alquanto a Sud-Est per la valle di Cassagna… (AA.VV., Relazione sul Servizio Minerario 1879, 1882).
FAGES vi riconobbe la ricchezza di minerale di manganese. Anche più a Sud, sotto Nascio (zona di Molinello) e soprattutto sopra Cassagna. In generale sono straterelli rossi o verdi, localmente bianchi fittamente ripiegati (Figura 2 e Figura 3), che contengono le mineralizzazioni di manganese (Figura 4). …I quali però da un punto all’altro cambiano notevolmente di direzione e di potenza a norma dei contorcimenti e delle dislocazioni degli stessi… (AA.VV., Relazione sul Servizio Minerario 1879, 1882).
Non è mai stata rilasciata una concessione Cassagna poiché l’omonima miniera è sempre stata considerata un grande cantiere delle più ampie concessioni Gambatesa, prima, e Gambatesa Nuova, poi.
Gambatesa ottenne una prima Dichiarazione di Scoperta con Decreto del Ministero Agricoltura, Industria e Commercio del 31 gennaio 1879, in base agli accertamenti ed alla relazione del quarantatreenne Ingegnere delle Miniere Nicola PELLATI (29 agosto 1878).
Nel 1880 avvenne la delimitazione del campo minerario (sempre denominato Gambatesa) ed il 13 ottobre 1881 fu emanato il Regio Decreto di Concessione a favore dell’ing. Augusto FAGES, unitamente a quello della Miniera di Zerli.
Le concessioni erano accessibili mediante strada rotabile fino a Conscienti e quindi seguendo due mulattiere che si sviluppavano per Chiesa Nuova – Comarella – Gambatesa (1h 30m) e lungo la valle del Reppia – Zerli (2h).
La regione di Cassagna prima di Augusto FAGES
…Non si vede nelle località suddescritte né in alcun altro punto dei dintorni alcuna traccia di antichi lavori né di esplorazioni fatte da precedenti ricercatori. I primi scavi furono eseguiti nel 1875 di ordine del signor FAGES… (AA.VV., Relazione sul Servizio Minerario 1879, 1882).
Questa osservazione è molto significativa sia per Cassagna che, più in generale, per tutti gli altri giacimenti ed affioramenti di minerale manganesifero. Del resto il manganese ha acquisito interesse commerciale solo a seguito della Rivoluzione Industriale, per l’impiego nelle leghe speciali. In precedenza, anche in passato, era usato molto marginalmente. Ad esempio si usava per la decorazione delle ceramiche, in vetreria e per altri limitatissimi impieghi occasionali. In genere veniva utilizzata per tali utilizzi la pirolusite, biossido di manganese, reperito in forma pulverulenta o forse macinata. Tale forma minerale era rarissima in Val Graveglia, dove si rinviene usualmente in cogoli nelle fasi regolitiche, eluviali o colluviali e, soprattutto, in forma di puntinature e dendriti nei Calcari a Calpionelle. Molto più rare sono le dentridi su lizardite, ma nell’Alta Val di Vara.
Una parziale conferma dell’assenza di lavori precedenti a quelli fatti eseguire dal FAGES si trova sulle cartografie del catasto napoleonico (Archivio di Stato di Genova). Sono un paio di tavole che si estendono dall’abitato di Cassagna alla località Pian del Lago (Monte Roccagrande) e che comprendono la regione di tutti i cantieri susseguitisi nel tempo nella miniera di Cassagna (Copertina).
La miniera di Cassagna nel catasto napoleonico
Le tavole di inizio Ottocento conservate presso l’Archivio di Stato di Genova, come detto, non rilevano elementi che facciano pensare alla presenza di escavazioni minerarie precedenti o loro contemporanee. Vero è che queste tavole avevano precipuo scopo catastale e, per questo, non possono essere probanti.
Tuttavia, rimane una coincidenza suggestiva ed interessante nella presenza di almeno un toponimo che può evocare lavori, assaggi e/o cantieri.
La tavola 5/1: “Section E de Cassagna. Terminée sur le terrain le 15 9bre 1812 à l’Echelle d’un a [spazio bianco]. Levée par M.r Piaggio Géom.re de 1re Classe” (ca. 1812 ott. 10) individua un Ravin de Menerone, posto al limite con la contermine tavola di Pian del Lago. Letteralmente ravin indica un burrone, un’incisione valliva molto profonda. Un’interpretazione estensiva potrebbe individuare il corso d’acqua (Ravin de Menerone) che passa a valle della Miniera cuprifera di Monte Bardeneto e che confluisce nel rio Novelli. L’attività della miniera di Monte Bardeneto è documentata almeno dal XVI secolo e per questo diventerebbe plausibile anche il riferimento toponomastico. Inoltre, nell’edizione del De La Pirotechnia Per Curtio Navò et Fratelli, Al Segno del Lion, Vannocchio BIRINGUCCIO (1540) apre l’indice con la dizione de tutte le minere in generall.
In una successiva elaborazione cartografica, e cioè sulla tavola 5/2: “Section E de Cassagna. En une feuille” (ca. 1805 – ca. 1813), il Ravin del Menerone, diventa il Ravin de l’Isola in prossimità di Cassagna.
Figura 5- Stralcio della carta di rilievo geologico della zona mineraria di Cassagna a scala originale 1:5000 (MDS 1994). Legenda – litologie: verde scuro, serpentiniti; verde scuro con puntinato rosso, serpentinntinite bastitica; verde chiaro, basalti; rosa, Formazione dei Diaspri di Monte Alpe; giallo Formazione dei Calcari a Calpionelle; azzurro, Argille a Palombini. Simbologia: giacitura degli strati; faglie certe e presunte; cigli di arretramento morfologico naturali e di scavo minerario; discariche; imbocchi di gallerie.
Geologia di Cassagna
La storia della miniera di Cassagna ha dimostrato come fosse coltivato uno dei più promettenti giacimenti manganesiferi fra quelli individuati dall’Ing. FAGES. Un giacimento costituito da diverse lenti e banchi di minerale (Figura 6 e Figura 7) e da sequenze listate (Figura 8)
Il giacimento principale si estende in sponda destra del rio Novelli, lungo la fascia di affioramento delle radiolariti con scisti silicei della Formazione dei Diaspri di Monte Alpe (Copertina). Questa sequenza si trova soggetta ai basalti ed alle Brecce di Monte Capra e sovrapposta ai Calcari a Calpionelle, qui a noduli di selce a radiolari (Figura 9), che affiorano nel letto del rio Novelli. La serie geologica dei terreni è in sequenza rovesciata (Figura 5 e Figura 10).
Un unicum riscontrato nella serie dei diaspri di Cassagna e mai più trovato con quelle forme e frequenze nelle altre serie di diaspri liguri è dato dalla presenza di noduli di radiolariti (Figura 11): ...si tratta di forme elissoidali, generalmente a tre assi, con l’asse minore ortogonale alla stratificazione. L’asse maggiore ha lunghezza variabile da poco meno di 1 cm ad un massimo di 15-20 cm. Le dimensioni più frequenti sono spostate verso i valori più bassi (ZUFFARDI, 1967).
I noduli non ricorrono ovunque, ma solo alla base della serie, in prossimità del contatto con i basalti. Alcuni strati ne sono assai ricchi, altri contigui ai precedenti ne sono privi. Occasionalmente è stato ritrovato qualche nodulo anche sella serie dei diaspri di Valle Lagorara (Figura 12)
Ma questa sarà un’altra, prossima, storia…
Il giacimento di Cassagna
I giacimenti manganesiferi della Liguria Orientale sia presentano sotto due tipologie prevalenti: i giacimenti di tipo stratificato e quelli lenticolari-massivi. A Cassagna sono presenti ambedue le tipologie.
In particolare le lenti presentano giacitura sub-orizzontale, potenza variabile dai 2 ai 5 metri e forma, in proiezione orizzontale, ellittica (Figura 13) con diametri medi di 20 e 40 m e bordi sfumati. Si sviluppano generalmente in direzione NNW-SSE.
Nel 1956 BURCKHARDT e FALINI (1956) così descrivono la mineralizzazione: …si presenta in lenti (in senso geologico) che arrivano a dimensioni (accertate con lavori di ricerca e coltivazione) di oltre 500 m. nel senso della stratificazione, con potenze fino a oltre 10 m. Ognuna di queste lenti presenta arricchimenti locali, suddivisioni della mineralizzazione in due o più strati singoli i quali, a volte riuniti nella parte centrale della lente, si scindono e si sfogliano sempre di più man mano che ci si avvicina all’orlo di essa (…). Sembra esistere una certa correlazione tra la potenza della formazione dei diaspri ed in numero delle lenti mineralizzate.… La mineralizzazione è essenzialmente braunite, in ganga quarzosa; questo tipo prevale nelle parti centrali delle lenti. Il tenore in manganese varia tra il 20 ed il 45-50%.
Dove la potenza (spessore) dei diaspri si aggira sul centinaio di metri è stato riscontrato un solo orizzonte di lenti mineralizzate (Gambatesa e Monte Bossea), mentre dove la formazione raggiunge la potenza di oltre 4-500 m, le lenti mineralizzate sono state riconosciute in due o tre livelli distinti (Cassagna e Monte Porcile).
Molto diffusa, e soprattutto ai margini o al contorno delle lenti, si trova la mineralizzazione povera, listata, costituita da una fitta alternanza di strati centimetrici di braunite e diaspri rossi-mattone. Il tenore in manganese degli staterelli è 30-40%, ma la stretta connessione al diaspro influisce a fornire un tout venant con tenore in manganese generalmente inferiore al 15-20%.
Al contrario, la manifestazione massiva è stata riconosciuta a Cassagna in un solo caso. ZUFFARDI (1967) ricorda che …è stata incontrata fra le quote 511 e 527; ci dicono che la forma fosse pressoché sferoidale Figura 14) con diametro di circa 20 m e che corrispondeva ad una ristretta zona tutta delimitata da faglie: forse una zona di sprofondamento contemporaneo alla sedimentazione… (ZUFFARDI, 1967).
La miniera di Cassagna all’alba del Novecento
Durante la gestione FAGES non furono allestiti edifici ma solo piazzali di cernita. Il minerale estratto dai vari cantieri delle due concessioni giungeva al deposito di Conscenti a dorso di mulo. Da qui proseguiva su carri fino a Lavagna dov’era imbarcato con destinazione Marsiglia (Figura 15).
FAGES costruì 3 Km di mulattiere per collegare i cantieri di scavo alla viabilità comunale. La somma totale dei lavori fatti fu di 80-/90.000 lire che venne in gran parte compensata dalla vendita del minerale (AA.VV., Relazione sul Servizio Minerario 1879, 1882).
Dopo la morte di Augusto FAGES (avvenuta nel 1902) gli eredi provvidero all’ampliamento della concessione.
Col prezzo di mercato a 50 Lit/t, …la coltivazione di questa miniera non potrebbe nelle circostanze attuali effettuarsi con benefizio. Tuttavia giova ritenere che cesserà fra breve la crisi che in questo momento travaglia così profondamente l’industria delle miniere, e che i prezzi aumenteranno sensibilmente… c’era poi la previsione o speranza che la rotabile (consortile) sarebbe giunta presso Reppia, consentendo un risparmio di circa 8 lire sui trasporti e operando qualche altra economia raggiungere un risparmio di 10 Lit/t complessive. Una previsione di 1.000 t avrebbe consentito un tornaconto di 10.000 Lit/anno… (AA.VV., Relazione sul Servizio Minerario 1879, 1882).
A cavallo del trasferimento di gestione dalla FAGES alla FERRIERE DI VOLTRI (1917-1919), continuarono …i lavori di coltivazione nonché quelli di esplorazione nei tre cantieri di Cassagna, Statale e Gambatesa, producendo il solito minerale a ganga silicea al 45 % di manganese. Una parte di questo minerale accuratamente scelto e quindi meno siliceo (20 a 25 % di silice) venne spedito agli stabilimenti siderurgici; il rimanente più siliceo (35 % di silice) venne utilizzato nelle vetrerie… (MONETTI, 1918, p. 45).
Le immagini di cui alle Figure 3 ed 8 provengono dalla pagina FB archeologiaminerariavalgraveglia e ne è stata autorizzata la pubblicazione.
Le immagini di cui alla Copertina ed alle figure 1, 4, 5, 6, 7, 10, 13 e14 provengono da un archivio privato e ne è stata autorizzata la pubblicazione.
L’immagini della Figura 4 è di proprietà Sil.Ma. e pubblicata in LOMBARDI e LAJOLO (2000).
L’immagini della Figura 15 è presa da internet.
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