Cippi funerari e segnacoli. Viaggio fra tipologie e litologie (seconda parte)

Copertina

Copertina – Cippo funerario etrusco, in trachite, a testa di guerriero elmato. proveniente dalla Tomba del Guerriero della necropoli orvietana di Crocifisso del Tufo. Il cippo, scoperto nel 188o da Riccardo MANCINI, si trova presso il Museo Claudio Faina di Orvieto (foto agosto 2019).

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I cippi di Cerveteri

I cippi di Cerveteri costituiscono una serie molto vasta e conosciuta di manufatti la cui produzione si è proseguita per diversi secoli. Di conseguenza l’età dei manufatti appare fluttuante (BENELLI e CIUCCARELLI, 2017), seppure compresa fra quella del …cippo con l’iscrizione relativa alla costruzione della Tomba dei Rilievi (IV – III sec. BC; e quella di) alcuni esemplari con iscrizioni latine relative a defunti della famiglia dei Tarχna/Tarquitii titolari della Tomba delle Iscrizioni che possono essere datati per via genealogica alla seconda metà del I secolo a.C., anche dal tipo di onomastica presente in un discreto numero di altre iscrizioni latine, che non può essere anteriore all’età augustea… (BENELLI e CIUCCARELLI, 2017). Il primo tipo è richiamato dail cippo da Cerveteri, in CRISTOFANI (2021 – Figura 54).
I cippi detti di Cerveteri sono qualche centinaio. Di questi, 344 sono iscritti. Si distinguono i maschili (264) ed i femminili (80), dei quali 109 presentano iscrizioni etrusche, databili alla seconda metà de IV e III sec BC, e gli altri 235 hanno iscrizioni latine, databili indicativamente a cominciare dalla prima metà del I sec. BC (BENELLI e CIUCCARELLI, 2017, p.149). Bisogna, comunque, tenere contro che, nella realtà etrusca, l’adozione del latino non è stato un fenomeno lineare ed uniforme.
I cippi iscritti sono documentati nella necropoli monumentale della Banditaccia (Tombe del Comune, dell’Alcova, del Triclinio, dei Sarcofagi, dei Maclae, delle Cinque Sedie e nell’area dei Grandi Tumuli). Ed ancora nella …via degli Inferi, con maggiore concentrazione nel tratto finale e, in misura più scarsa, (nel)le aree contigue delle necropoli Laghetto e Bufolareccia… (BENELLI e CIUCCARELLI, 2017, p.149).
In ogni caso, i cippi con iscrizioni sono sempre stati rinvenuti in connessione con le tombe monumentali, in genere all’ingresso, ma anche all’interno.
Di tutti, i più antichi sarebbero i cippi a colonnetta bassa (Figura 6(b) e Figura 7).
ANZOLINI (2018) ricorda quelli della Collezione privata PANUNZI. …Si tratta di cippi rastremati verso l’alto, articolati in una base semplice o modanata e in un fusto di diversa altezza… I cippi sono stati realizzati in marmo (Figura 8), in tufo (Figura 9 e Figura 10), in trachite scura (varietà di tufo detta in dialetto locale tefro Figura 11) . L’autrice ricorda che il problema della datazione di tale tipologia monumentale è ancora aperto. Tuttavia, studiando l’onomastica dei defunti suggerisce un’età compresa fra la fine del secondo-inizi primo secolo BC e gli ultimi decenni dell’età repubblicana.

I cippi delle necropoli rupestri dell’Etruria Meridionale

A Cerveteri le tombe di VI secolo sono già del tipo a dado (Figura 12). Si caratterizzano per le pareti a pesanti cornici in sommità ed in corrispondenza del portale di accesso, nonché per la camera a livello della strada. …Laggiunta imputabile allEtruria interna riguarda soltanto la parte superiore, il coronamento del monumento… (COLONNA, 1972).
A differenza di Cerveteri dove, nelle necropoli rupestri, sussistono ancora le tombe a tumulo …nellEtruria interna il tumuletto è sostituito da un terrazzo sollevato su un basamento scorniciato a di grande altare, che si sovrappone al monumento e lo conclude in alto. Esso non solo è accessibile con scale, ma, possiamo aggiungere dopo gli scavi di Castel dAsso (Figura 13) e quelli in corso a Norchia (Figura 14), reca di regola infissi i cippi sepolcrali che ne confermano ed esaltano il particolare valore semantico nelleconomia del monumento(COLONNA G. , 1972, p.257).
Particolarmente interessante è il lavoro di Laura AMBROSINI (2017) che riferisce della scoperta, dello scavo e della pubblicazione dei risultati dello studio delle tombe della Necropoli di Norchia da parte di Elena DI PAOLO COLONNA e Giovanni COLONNA. L’autrice aggiunge alcune immagini dei terrazzamenti (Figura 55) e, soprattutto, della cava con le tracce di estrazione di alcuni blocchi (Figura 56).

I cippi a pigna di Palestrina

Il primo cippo funerario a forma di pigna fu ritrovato nella necropoli della Colombella, presso le mura di Praeneste, nel 1855.  Seguirono numerose campagne di scavo durante le quali furono rinvenuti altri …333 cippi iscritti a «pigna» o, più rari, sormontati da un busto femminile (…) e un numero imprecisato di cippi anepigrafi. La loro funzione era quella di segnacoli funerari essendo stati ritrovati presso sepolcri costituiti per lo più da casse di peperino o di tufo…(PENSABENE, 1982).
L’utilizzo di questa tipologia di segnacoli è perdurata per tutto il III e II secolo BC (Figura 57). In precedenza, IV secolo BC, era stato adottato il tipo a bulbo sferico schiacciato e appuntito in cima (detto anche a cipolla), posto su base cilindrica coronata da un capitello tuscanico. Ancora, prima metà del III, se non suoi inizi, è stato l’impiego di un sostegno con corone di foglie da cui emerge una forma ovale a punta (Figura 15 e Figura 58). È pur vero che, in natura, il frutto dell’acanto assume forma ovale molto simile a quella di una pigna. In ogni caso, si è diffusa questa sorta di pigna su varie forme di supporti rivestiti di foglie e racemi di acanto (Figura 16).
Nell’area etrusco-laziale è solo nel periodo repubblicano che il coronamento del cippo aniconico assume decisamente una forma a pigna… (PENSABENE, 1982; Figura 59), come a Volterra, Orvieto, Marzaroto, Vulci e Tarquinia. Ma solo a Palestrina, nel medesimo periodo, la base è ricoperta da foglie di acanto che richiamano il kalathos di un capitello corinzio, con piccole variazioni da una località all’altra.

immagine citata nel testo

Figura 17 – Il cippo a capanna rinvenuto in località Idd’Edera (da LOI e MONTALTO, 2011)

I cippi a capanna di Ardauli (Sardegna)

Molto diffusi sono i cippi funerari in Sardegna.
Dall’Agro di Ardauli (OR) provengono tre cippi funerari, molto particolari.
Il cippo a capanna di Idd’Edera è un piccolo manufatto scolpito in un blocco di trachite (Figura 17). …Sotto le falde del tettuccio (aggettanti di m 0,03), si individua a fatica il proilo di un timpano delimitato inferiormente da una cornice modanata plurima terminata da una dentellatura… (LOI e MONTALTO, 2011). Non è dato conoscere la profondità del cippo, poiché è ancora inserito nel muretto di confine dov’è stato riconosciuto.
Il secondo cippo a capanna è stato rinvenuto in località Bonorchis, in riva sinistra del lago Omodeo (Figura 18). …Nella stessa località è stato individuato un insediamento abitativo nuragico rifrequentato in età storica… (LOI e MONTALTO, 2011). Non risultano accertati eventuali rapporti.

Il terzo cippo funerario (Figura 19), anch’esso in trachite, è stato rinvenuto …presso i ruderi della chiesa di Santu Liori, assai vicino alle domus de janas di Arzolas ed alla località di Sos Eremos, in cui recentemente è venuto alla luce un sarcofago in trachite finemente lavorato (…). Il segnacolo, attualmente disperso, è del tipo a capanna con la faccia anteriore ornata superiormente da un frontoncino triangolare contenente la rappresentazione schematica di un volto umano (…) Questo tipo di segnacolo tombale, con molta probabilità pertinente a sepolture ad incinerazione, sembra collegarsi all’ideologia della domus ed alla dimensione domestica della vita… (LOI e MONTALTO, 2011).
La trachite è una roccia vulcanica, a grana fine, tendenzialmente chiara, che manifesta una caratteristica ruvidità lungo le sue superfici fresche o esposte. Questo aspetto è dovuto alla composizione mineralogica della roccia e dal differente grado di erodibilità dei componenti. La trachite è composta da fenocristalli di feldspati (in generale sanidino e/o anortoclasio) e minerali mafici (biotite, anfiboli, pirosseni) che spiccano dalla pasta di fondo molto fine e facilmente erodibile. 

Altri cippi a capanna della Sardegna 

Nel panorama epigrafico di età imperiale della provincia Sardinia, e in particolare della regione centro-occidentale, si assiste alla diffusione di alcuni supporti funerari apparentemente concentrati solo nell’Alto Oristanese oppure, come nel caso delle cupae, attestati soltanto in pochi contesti isolani… (FARRE, 2018).
Come quelli descritti nel paragrafo precedente, si tratta di cippi a capanna, costituiti da una base quadrangolare, sormontata lungo due lati da un timpano e dalla relativa copertura (Figura 20). Sono stati classificati e descritti una settantina di manufatti da ritrovamenti occasionali, fra iscritti ed anepigrafi distribuiti fra le falde del Marghine e il Sarcidano. FARRE (2018) li riconduce a segnacoli o coperchi di cinerari. Sono piuttosto tardi, datati fra la fine del I e la metà del II secolo AC.
Fuori regione se ne conoscono in area etrusca dove risultano coevi alle altre tipologie di cippi funerari. 
Forme analoghe ricorrono in Gallia (le stèles-maisons), in Lusitania (le pedras formosas) ed a Cartagine (cassette cinerari con coperchio a tettuccio). Ma l’analogia piu evidente è con i materiali delle Asturie, da cui l’ipotizzata provenienza da ambito iberico.
Alcuni autori ne farebbero risalire la tipologia come importazione …veicolata probabilmente dalle truppe ausiliarie attive nella Sardegna centrale in età giulio-claudia, forse dalla cohors (VII?) Lusitanorum, acquartierata ad Austis nei primi decenni del I secolo d.C., o eventualmente da un’altra unità ausiliaria arruolata nella penisola iberica, ad esempio una delle cohortes Asturum, per altro non documentate nell’isola… (FARRE, 2018, p.93). L’incertezza di questa teoria sembra ricorrere all’esame epigrafico, mentre conferma indiretta sarebbe la stele del Barigadu (prima metà del I secolo AC), offerta alla dea lusitana Ataecina di Turobriga,
Fra i segnacoli a stele pare opportuno ricordare, seppure fuori regione e contesto, e solo come tipologia, i tre monumenti …in tufo che sormontano altrettante tombe a cassetta, situate nella necropoli orvietana di Crociisso del Tufo (BINACO, 2017). Si tratta di tre stele a forma troncopiramidale con iscrizione laterale (Figura 21, Figura 22 e Figura 23).

Le Cupae, altri cippi della provincia Sardinia.

Sempre dell’Alto Oristanese proviene …un’ulteriore tipologia di supporti funerari, che si differenziano da quelli precedenti per la caratteristica sommità centinata (Figura 24): si tratta di particolari modelli di cupae, noti anche con la denominazione di cippi «a bauletto», per differenziarli dalle vere e proprie «botti» o cupae vinariae monolitiche di età successiva… (FARRE, 2018, p.96).
Costituiscono un’altra nutrita serie di manufatti, ritrovati ancora nell’area precedente, ma in località generalmente diverse. 
Un aspetto particolare è quello delle iscrizioni che, tuttavia, ricalca nel principio quelle dei cippi a casetta. Nei cippi a bauletto, …il coronamento centinato è spesso bipartito e contiene l’adprecatio oppure occasionalmente la rappresentazione stilizzata degli occhi del defunto che, al pari di quella del volto o, in alcuni casi, dell’intero busto, è riconducibile a una tradizione iconografica più antica,.. (FARRE, 2018, p.97; Figura 25).
Entrambe le tipologie richiamano una tradizione locale antica, ma che è andata via via allineandosi alle forme extra insulari ed alla litizzazione e monumentalizzazione del tumulo di terra (Figura 26).
Dalla metà del II secolo d.C. si assiste alla progressiva scomparsa dei cippi a capanna e, contemporaneamente, all’evoluzione delle cupae (Figura 27), con il passaggio dal cippo a bauletto a quello dalla caratteristica forma a botte, che in Sardegna è documentato solo nel Cagliaritano ed appunto nel Barigadu, per un totale di circa cinquanta attestazioni, di cui almeno una decina nelle aree interne dell’Oristanese… (FARRE, 2018, p.99).
In ogni caso …l’epigrafia funeraria della Sardegna centro-occidentale testimonia un notevole dinamismo culturale del tutto evidente già nel I secolo d.C., quando le officine lapidarie dislocate nella regione realizzano produzioni originali, frutto di un’osmosi tra gli elementi del sostrato culturale preromano e i nuovi modelli tipologici propri del mondo romano-italico… (FARRE, 2018, p.104).

Pascoso, Pescaglia, provincia di Lucca, Italia

Pescaglia, provincia di Lucca, Italia Pascoso, Pescaglia, provincia di Lucca, Italia Nurallao, provincia del Sud Sardegna, Italia Paulilatino, provincia di Oristano, Italia Lei, provincia di Nuoro, Italia Fordongianus, provincia di Oristano, Italia Bortigali, provincia di Nuoro, Italia Borore, provincia di Nuoro, Italia Bolotana, provincia di Nuoro, Italia Birori, provincia di Nuoro, Italia Ardauli, provincia di Oristano, Italia Aidomaggiore, provincia di Oristano, Italia Abbasanta, provincia di Oristano, Italia Sedilo, provincia di Oristano, Italia Usellus, provincia di Oristano, Italia Ula Tirso, provincia di Oristano, Italia Tuili, provincia del Sud Sardegna, Italia Sedilo, provincia di Oristano, Italia Scano di Montiferro, provincia di Oristano, Italia Santu Lussurgiu, provincia di Oristano, Italia Samugheo, provincia di Oristano, Italia Ruinas, provincia di Oristano, Italia Ortueri, provincia di Nuoro, Italia Nurallao, provincia del Sud Sardegna, Italia Macomer, provincia di Nuoro, Italia Isili, provincia del Sud Sardegna, Italia Gesturi, provincia del Sud Sardegna, Italia Fordongianus, provincia di Oristano, Italia Busachi, provincia di Oristano, Italia Bortigali, provincia di Nuoro, Italia Borore, provincia di Nuoro, Italia Birori, provincia di Nuoro, Italia Bidonì, provincia di Oristano, Italia Ardauli, provincia di Oristano, Italia Abbasanta, provincia di Oristano, Italia

Vetralla, provincia di Viterbo, Italia

Via Cafaggio, 55047 Seravezza provincia di Lucca, Italia Camaiore, provincia di Lucca, Italia Bientina, provincia di Pisa, Italia Allai, provincia di Oristano, Italia Tarquinia, provincia di Viterbo, Italia Marzabotto, città metropolitana di Bologna, Italia Castel d'Asso, Viterbo, provincia di Viterbo, Italia

Banditaccia, Faleria, provincia di Viterbo, Italia

Bagnoregio, provincia di Viterbo, Italia

Bolsena, provincia di Viterbo, Italia Gradoli, provincia di Viterbo, Italia Grotte di Castro, provincia di Viterbo, Italia Orvieto, provincia di Terni, Italia Chianciano Terme, provincia di Siena, Italia

Pienza, provincia di Siena, Italia

Civita, Bagnoregio, provincia di Viterbo, Italia

San Quirico d'Orcia, provincia di Siena, Italia Montefollonico, Torrita di Siena, provincia di Siena, Italia Lucca, provincia di Lucca, Italia Palestrina, città metropolitana di Roma Capitale, Italia

Fiesole, città metropolitana di Firenze, Italia

Fiesole, città metropolitana di Firenze, Italia

Fiesole, città metropolitana di Firenze, Italia

Castel Cellesi, Bagnoregio, provincia di Viterbo, Italia

Monterado, Trecastelli, provincia di Ancona, Italia Sermugnano, Castiglione in Teverina, provincia di Viterbo, Italia Roselle, 58100 Grosseto provincia di Grosseto, Italia Volterra, provincia di Pisa, Italia Cerveteri, città metropolitana di Roma Capitale, Italia Campi Bisenzio, città metropolitana di Firenze, Italia

Campi Bisenzio, città metropolitana di Firenze, Italia

Cortona, provincia di Arezzo, Italia Chiusi, provincia di Siena, Italia

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