Un ciottolo graffito a Chiavari

Copertina

Copertina – Il frammento del ciottolo di arenaria quarzosa con molte lineazioni. Alcune sono assolutamente naturali (fratture), ma altre lasciano il dubbio, confermato dall’analisi patrologica, di essere segni tracciati o accentuati con azione meccanica.

Preambolo

Il riordino dei materiali giacenti nei magazzini di un museo è un’attività molto interessante. Spesso vengono rinvenuti oggetti e manufatti che, in fase di prima catalogazione, non erano stati attenzionatii, erano stati sottovalutati o erano sfuggiti.
Il riordino dei magazzini equivale, talvolta, ad un nuovo piccolo scavo archeologico.
Così è accaduto a Chiavari, dove in fase di riordino dei materiali della necropoli di VIII-VII sec. BC, è stata riesaminata una delle tante cassette conservate nel magazzino. Conteneva alcuni frammenti originali che, all’epoca dello scavo e della catalogazione, erano stati ritenuti incoerenti con quelli caratteristici dello strato di appartenenza.
In particolare, ha attirato l’attenzione degli studiosi un frammento litico caratterizzato dalla presenza di numerose tracce lineari presenti sul suo bordo esterno.
Lineazioni naturali o tracce prodotte o accentuate intenzionalmente con azione meccanica?
Il cartellino identificativo riferiva il frammento litico al sottolivello 4 dello strato C indagato nell’area Gagliardo (Figura 1), la più orientale delle tre proprietà scavate a partire dal 1959.
La domanda meritava un approfondimento. L’indagine preliminare si è basata su uno screening non distruttivo, rapido ed economico. È stata scelta l’analisi petrologica che è stata eseguita presso il Museo Archeologico di Chiavari – Palazzo Rocca.

Il livello 4 dello strato C della Necropoli di Chiavari

il frammento di ciottolo (Copertina) studiato proviene da uno strato sabbioso marino che costituisce il sotto-livello C4 della necropoli di Chiavari. Corrisponde alla base dello strato di epoca Romana (Figura 5 da: Le saline antiche di Chiavari).
L’orizzonte C4 è stato interpretato come l’inizio dell’ingressione marina che, al suo acme, ha ricoperto la necropoli.

L’ utilizzo della necropoli è perdurato finché la linea di riva ha cominciato ad insinuarsi lentamente fra i recinti e le tombe a cassetta isolate. Ciò avrebbe condotto al parziale interramento del cimitero.
Ma non solo.
Altra concausa sarebbe stata, verso monte, la colluviazione di materiale eroso dall’incipiente versante dell’ospedale, oltre al rilascio di piccole frane.
Dopo di ciò la necropoli è stata ricoperta e nascosta da uno strato francamente sabbioso, marino, grigio. L’ambiente finale è stato una nuova spiaggia che verrà frequentata in epoca romana (Figura 2) e poi altomedievale.

Il frammento litico proveniente dallo strato C4

Il frammento litico ha forma sub-trapezoidale, irregolare, con due lati apparentemente arcuati e gli altri piatti (Copertina). La curvatura lascia supporre che il frammento fosse parte di un originario ciottolo subarrotondato, di ambiente litorale.
Il lato opposto è rotto lungo due fratture naturali.
La parte centrale del frammento è piana e sottile, mentre il bordo è spesso ed arrotondato. E proprio lungo questo bordo ingrossato ed arrotondato sono presenti le numerose lineazioni (Figura 3).
La casistica delle microfessure è ampia. Ce ne sono di fini e serrate, di ampie e beanti riempite da minerali di neoformazione, poi parzialmente erosi. Di queste, alcune sono raggruppate in famiglie di più individui fra loro paralleli.
Altre lineazioni si sviluppano lungo tutta la dimensione del frammento, fino a concordare con le superfici di frattura sub rettilinee che l’hanno rotto. Altre sono limitate in lunghezza (tracce rosse di Figura 4).

L’aspetto macroscopico del frammento litico

Il frammento litico è pesante, di colore ocra-bruciato, con bandature grige. Di queste, una è presente sulla faccia principale, quella con le lineazioni (Copertina e Figura 4), e due compaiono sul rovescio (Figura 5).
Curiosamente non c’è corrispondenza fra le posizioni delle bandature lungo le due facce. Così, all’unica bandatura ocra-ruggine del rovescio corrisponde l’unica fascia grigia della faccia principale.

Le fasce ocra hanno lucentezza opaca e granulometria finissima, mentre le bande grigie hanno lucentezza quasi metallica e struttura debolmente fibrosa (Figura 4, Figura 6 e Figura 12).
Il ciottolo originale è una roccia granulare, fine, composta da microgcristalli arrotondati quarzosi, ma anche ofiolitici. In superficie sono state osservate rare scaglie di mica.
Lungo la faccia principale del manufatto e soprattutto lungo il suo bordo rialzato è presente la maggior parte delle linee di frattura (tracce rosse di Figura 4).
Alcune sono riconducibili a fasci di elementi fra loro sub-paralleli. Spesso si anastomizzano dopo breve lunghezza. Altre lineazioni hanno andamento divergente da queste o le intersecano.
Il riempimento delle fessure è dato da quarzo di neoformazione. Spesso, il riempimento cristallino secondario risulta eroso in superficie, ma ne rimangono tracce – testimoni lungo le salbande.
La mica è presente in rare piccole lamine in superficie.
Le bandature grigie costituiscono patine o leccature a matrice molto fine e pseudofibrosa (Figura 6 e Figura 12).
Non è possibile avere cognizione della dimensione e della forma originale del ciottolo di cui il frammento è parte.
Dal punto di vista litologico la roccia madre è un’arenaria micacea molto quarzosa.

Immagine citata nel testo

Figura 4 – Le lineazioni presenti lungo la faccia principale del frammento di ciottolo. In rosso le fratture naturali e bordati di giallo i graffi antropici.

Fratture o grafiti antropici?

Nella parte centrale del bordo inspessito del frammento compare un gruppo di lineazioni con caratteristiche molto particolari.
Sono quattro lineazioni che sembrano originarsi da un punto comune.
Una è particolare. Si presenta come un’ampia traccia triangolare, molto profonda e parzialmente delimitata da due fratture. La prima è riempita di minerale secondario e passa per la sua base, ma non la delimita (Figura 7).
Anche la  seconda è ricristallizzata, ma molto sottile e rettilinea. Borda la traccia triangolare lungo il lato sinistro. Anche in questo caso non la limita, ma ne diverge leggermente.
È evidente da questi due particolari come l’ampia traccia triangolare non si sia formata lungo le due fratture, ma le intersechi più o meno indirettamente.
Si potrebbe immaginare che questa traccia triangolare abbia avuto origine antropica. Potrebbe essere stata impressa inserendovi, alla base, uno strumento metallico a punta piatta e sottile, quindi spingendolo in direzione perpendicolare e verso l’esterno–alto.
Due lineazioni divergenti dal centro comune hanno l’aspetto delle fessure beanti ricristallizzate descritte, ma presentano un anomalo allargamento ad una delle estremità e restringimento all’altra.
L’ultima di queste lineazioni è quella che presenta solo una parte, seppure preponderante, erosa o ritoccata a graffio
 (Figura 8)

Ma non sono le uniche tracce ritoccate

Fra gli elementi anomali sono state distinte alcune tracce circolari, o tondeggianti, isolate (Figura 10 e Figura 11). Si localizzano nei punti di origine di associazioni di lineazioni oppure sono presenti in corrispondenza di altrettante tracce con aspetto di fratture beanti a riempimento discontinuo (per erosione o azione meccanica).
Molto particolare e del tutto originale è la traccia semicircolare (Figura 12) che si trova all’intersezione di due fratture molto nette. La semicirconferenza è regolare e, in superficie, svasata verso l’esterno. Potrebbe essere stata prodotta meccanicamente inserendo una punta metallica e ruotandola assialmente con minima divergenza. Lo forzo per l’inserimento della punta potrebbe essere stato la causa della rottura del frammento a cominciare dall’incrocio delle lineazioni naturali, probabilmente poco visibili nell’assetto originario.

Conclusioni

L’indagine è nata dalla necessità di distinguere, fra le lineazioni presenti sul bordo del frammento di ciottolo, quelle sicuramente naturali da quelle che potevano necessitare di ulteriore approfondimento.
Sono state quindi individuate differenti tipologie di lineazioni associandole in famiglie per andamento, dimensioni, orientamento, etc.
Il risultato è l’immagine conclusiva (Figura 4) che distingue le lineazioni sicuramente naturali (rosse) da quelle che hanno caratteristiche tali che potrebbero farle ritenere intenzionali (gialle).
L’esame petrologico, seppure con i limiti dell’impossibilità di estrarre superfici lucide o fresche, ha consentito di far emergere quei caratteri di forma, profondità ed aspetto ipotizzabili come riitocchi, anche profondi e che potrebbero esser stati tracciati impiegando strumenti e metodiche differenti.
Fra questi la profonda traccia triangolare (Figura 7) e quella a semicirconferenza svasata verso l’esterno (Figura 8). Ancora, alcune tracce rettilinee, più o meno ampie e profonde, ritoccate a graffio (Figura 11).
Le ipotesi sul possibile significato delle lineazioni presumibilmente non naturali possono essere disparate e persino affascinanti.

Addendum

In letteratura sono descritti diversi ciottoli che recano incisioni graffite.
Ad esempio durante la fondazione di Kainua (Marzabotto) venne individuato il centro della futura città mediante l’infissione, nel terreno vergine, di quattro ciottoli di fiume. Su di essi era incisa una croce (Figura 14) che venne orientata ai punti cardinali. Nello specifico sono stati posti grossi ciottoli di fiume anche sulle tombe a cassa (Figura15).
Ancora, durante gli scavi della città di Spina (Ferrara) è stato scoperto un ciottolo con l’iscrizione MI TULAR che significa io (sono) il confine (Figura 16). Anche in questo caso, di fianco, era stata incisa una croce (Figura 17).

Più attinente con il ritrovamento di Chiavari sembra essere l’impiego diffuso nelle necropoli etrusche di segnacoli. Si tratta dell’uso di porre un ciottolo di fiume sulla superficie di alcune sepolture ad inumazione. Anche tale uso è documentato a Spina. Ma non solo: GAUCCI (2015, p. 116) ricorda che ...il nucleo di sepolture più antiche di Ca’ Cima, datato alla seconda metà del VI sec. a.C., è stato rinvenuto sormontato da un accumulo di terra, generalmente definito in letteratura “tumulo”, di grandi dimensioni e segnalato al culmine da un semplice ciottolo fluviale… .
Ma altri ciottoli grafiti sono più significativi ed evocativi. Il primo è un manufatto di Felino (Parma). È …un’iscrizione su un ciottolo in arenaria (che) ne attesta la pertinenza al mondo culturale etrusco. Si tratta della sequenza di tre lettere Xai, incisa con ductus destrorso, a giudicare dalla direzione della traversa di alpha discendente nel senso della scrittura, nella quale si riconosce un antroponimo femminile al nominativo. Lo stesso nome ricorre in un’iscrizione perugina, mentre ad Adria è attestata la forma deaspirata Κai, con valore di gentilizio maschile… (Figura 13 da SASSATELLI e MACELLARI, 2009, p. 140).

Pensieri in libertà: e … se fosse un’incisione (o parte di essa)?

Immaginiamo, solo per un momento, che le lineazioni non sicuramente naturali abbiano un loro significato. Che siano un apografo.
In letteratura sono discussi diversi ritrovamenti in siti etruschi di ciottoli con iscrizioni. In particolare sono significativi quelli di Felino (Parma) e di Adria (Rovigo).
I confronti suggerirebbero di raggruppare le lineazioni graffite sul frammento di Chiavari in almeno tre serie che evocherebbero altrettanti segni alfabetici.
In realtà avrebbero potuto essere anche di più. Non lo possiamo sapere poiché il ciottolo porebbe essersi rotto nell’atto di forarlo (al centro?).
Sappiamo dall’archeologia che contestualmente all’utilizzo della necropoli di Chiavari (strato “F”), sono presenti nei corredi delle tombe a cassetta manufatti in ceramica nera e bucchero, kyathoi, kylix, E poi ci sarebbe l’anfora etrusca (Figura 18), seppure sia solo indiziaria dato il suo vago ritrovamento in mare.
Ancora, sarebbe evocativo il rinvenimento del frammento di ciottolo in ambiente focivo del torrente Rupinaro. Un ambiente costiero, dunale/retro-dunale, come, ad esempio, quello degli insediamenti del terzo quarto dell’VIII secolo BC a sud di Pontecagnano (piana del Sale). Qui sono noti …alcuni piccoli insediamenti disposti a breve distanza dal centro etrusco e allineati lungo il cordone dunale di Gromola, una delle cinque antiche linee di costa succedutesi nel corso dei millenni, rintracciabile a circa 3 km dalla fascia litoranea odierna… (BAILO MODESTI e GOBBI, 2010, p. 488). Infine ci sarebbe la coerenza cronologica e la vocazione di emporio costiero acquisito dal sito di Chiavari. 
Quindi, nel caso fosse realmente ed intenzionalmente stato graffito, il manufatto potrebbe rappresentare un indizio di continuità, nel tempo, della presenza etrusca alla foce del torrente Rupinaro, fino almeno agli albori della presenza romana.

Saline di Comacchio, Strada Foce, Comacchio, provincia di Ferrara 44022, Italia

Felino, Parma, Italia

Chiavari, città metropolitana di Genova, Italia

Bibliografia

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