Copertina – L’imbocco, protetto, dei una delle gallerie di ricerca per minerali di rame a GAMBATESA
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Nei diaspri di Gambatesa non solo manganese
Nell’ampia ed estesa sequenza dei diaspri della Val Graveglia (Figura 1) e più precisamente nei livelli immediatamente sottostanti alle mineralizzazioni di manganese (Gambatesa, Cassagna, Scrava, Molinelli, Rocchetta Vara e Monte Nero), sono contenuti frammenti di tronchi silicizzati bruno-nerastri, per pigmentazione carboniosa. Questi appaiono costantemente circondati da una larga corazza di forma grossolanamente elissoidale costituita da silice microcristallina molto compatta, di colorazione biancastra o bianco-verdastra per presenza di tracce di minerali di rame (Figura 2, Figura 3 e Figura 4).
I tronchi sono intercalati con strati grossolanamente arenacei corrispondenti ai livelli conglometarici descritti da FRANZINI et Alii (1968), presenti ad una decina di metri dal contatto con i basalti (CORTESOGNO e GALLI, 1974).
I campioni di legno silicizzato esaminati da CORTESOGNO e GALLI (1974) presentano forti analogie sia botaniche che in relazione ai processi di sostituzione che li hanno interessati. La fossilizzazione sarebbe avvenuta per sostituzione delle parti organiche ad opera prevalentemente della silice, ma anche per azione di minerali cupriferi (Calcocite, Figura 5; Azzurrite, Figura 6; Malachite, Figura 7; Cuprite, Figura 8; Calcotrichite, Figura 9; Crisocolla, Figura 10; Allofane cuprifero, Figura 11: Volbortite, Figura 12; rame nativo, Figura 2, Figura 3 e Figura 4) concentratisi all’interno delle celle e dei vasi legnosi, in plaghe o fessure entro i tronchi. Molto più raramente, si trovano in minute aree porose delle aureole di silice che circondano i frammenti vegetali.
Dal punto di vista botanico, tutti i campioni sarebbero Conifere di transizione.
Tracce di minerali cupriferi secondari (Malachite, Azzurrite, Cuprite e Calcosina) sono state riconosciute anche nel mercantile proveniente da cernita a mano, ad esempio, della miniera di Monte Nero (MOGNOL, 1924) associate anche a masserelle di Ematite (Figura 13).
La Carta delle formazioni ofiolitiche della Riviera di Levante (1880-1881)
Si può affermare che questa storia che viene da lontano, comincia nel 1880-81, quando Lucio MAZZUOLI del Regio Corpo delle Miniere ed il Prof. ISSEL (Figura 14) eseguirono …il rilievo della parte più importante delle formazioni ofiolitiche della Riviera di Levante… restituendo la Carta Geologica a scala 1:50.000 (Figura 1) che fu presentata al congresso di Bologna del settembre 1881 e pubblicata nel1892 (MAZZUOLI, 1892).
In realtà non si tratta di una carta geomineraria s.s., ma lo studio di MAZZUOLI e ISSEL, che riconobbero la lherzolite di Pria Borgheia, ha posto le basi sulla genesi delle ofioliti liguri e …sulla sede dei minerali cupriferi e manganesiferi… (MAZZUOLI, 18892, p14).
MAZZUOLI (1892) descrive, poi, alcune caratteristiche dei giacimenti cupriferi locali visitando le miniere più note ed attive all’epoca dei rilievi fatti con l’ISSEL. Cita Libiola, la Gallinaria, Monte Bianco, Bardeneto, ma non parla di ricerche o attività presso Gambatesa (mentre ne cartografa la miniera di manganese). Questo fatto suggerisce che nel 1880-81 non fossero state ancora avviate le ricerche di minerali cupriferi a Gambatesa.
Ancora, sostiene che …in Liguria i primi lavori per la ricerca dei minerali di rame non vennero fino ad ora avviati che in quelle località nelle quali apparivano certe accumulazioni di materie argillose quasi sfatte, di colore bruno-rossastro, distinte dai minatori col nome di brucioni… (MAZZUOLI, 1892, p.29). Ed in effetti, le modeste mineralizzazioni cuprifere di Gambatesa non sono annunciate in superficie da fasce regolitiche, i bruciori di MAZZUOLI (1892). Tuttavia, dalle osservazioni eseguite sul terreno e dalla giacitura delle ofioliti, è ...fuori di dubbio il fatto che i prodotti delle azioni mineralizzanti rimasero concentrati in prossimità alle superfici di contatto tra la serpentina da un lato, la diabase e l’eufotide dall’altro, è chiaro che saranno campi utili per la ricerca dei minerali cupriferi non soltanto quelle località in cui le rocce che costituiscono la sede ordinaria dei detti minerali vedonsi a giorno, ma anche le altre in cui quelle medesime rocce si trovano tuttora ricoperte dalla serpentina. Questa deduzione ha un’ importanza tanto maggiore in quanto che fino ad ora si era sempre ritenuto che le esplorazioni dirette verso l’interno delle masse serpentinose, considerate giustamente come sterili, non potessero condurre ad alcuna utile scoperta. Ma poiché il precedente studio tettonico ha dimostrato che gl’interstrati serpentinosi ci si possono presentare non solo per le loro testate ma anche per il loro dorso, e che quindi in molte località possono esistere, a poca distanza dalla superficie, dove si ha la serpentina, quelle altre rocce che sono la sede abituale dei minerali di rame, cosi è chiaro che i lavori di ricerca potranno per l’avvenire estendersi a molte regioni rimaste fin qui inesplorate… (MAZZUOLI, 1892, p.30).
Concessione per Pirite, ferro e rame denominata Monte Bossea (1882-1884).
Le affermazioni del MAZZUOLI (1892) sembrano, oggi, quasi una premonizione.
A Gambatesa, nell’intorno delle gallerie di ricerca per i minerali di rame, non sono presenti i classici bruciori. Esiste una copertura senpentinitica (Figura 15), attraversata da modesti filoni di gabbro (camini di adduzione delle effusioni basaltiche, Figura 16 e Figura 17) sovrapposta, in giacitura rovesciata, al basalto, nel quale hanno sede i filoni di minerale cuprifero (Figura 18 e Figura 23).
Dalla Rivista del Servizio Minerario pubblicata nel 1884, risulta che dal 16 giugno 1882 era attivo un permesso di ricerca biennale, per minerali di rame, intestato ad Augusto FAGES e Compagni (Figura 19). Ma, come attesta la medesima pubblicazione (1885), nel 1883 i lavori risultarono …di poco conto… (REDAZIONALE, 1885).
Per contro, dal 1883 era attivo anche un Permesso di Ricerca in versante destro del Torrente Reppia, fra Nascio e Botasi dove sono state scavate due gallerie a quota 500 e 550 m. La seconda, più elevata, ha avuto lo scopo di esplorare il contatto basalti – serpentinite ed ha individuato noduli di pirite. Questi erano quasi continui e contenenti non di rado concentrazioni di calcopirite. Alla fine del 1883 la galleria era lunga un centinaio di metri.
La galleria inferiore, aperta circa 100 metri a sud della precedente, è stata scavata completamente in basalti, per 70 metri, ed aveva lo scopo di verificare la prosecuzione in profondità dei noduli trovati nella galleria superiore.
I titolari del permesso di ricerca erano FAGES e RISSETTO.
Quest’ultima fu prolungata di una trentina di metri nel 1884 (Relazione sul Servizio Minerario nel 1884, pubblicata nel 1886).

Figura 1 – Frammento della Carta delle formazioni ofiolitiche della Riviera di Levante. MAZZUOLI ed ISSEL, 1892. Boll del R. Comitato Geologico d’Italia
La Concessione Gambatesa per minerali di ferro e rame
Durante l’ultimo ventennio dell’Ottocento si deve registrare un deprezzamento crescente del prezzo del rame ed un conseguente rallentamento dei lavori di ricerca. Così furono abbandonate le miniere del Bocco e di Bargone.
…Un discorso a parte merita invece il permesso di ricerca Nascio, intestato a G.B. BONELLI, uno dei più attivi ricercatori di quest’epoca.
Il Permesso di Ricerca interessava la falda settentrionale del Monte Bianco fino al torrente Graveglia. I lavori interessarono due zone: una prima detta del Monte Bianco e quella inferiore detta della Graveglia. Entrambi i gruppi furono concentrati nella striscia di rocce ofiolitiche che congiunge le masse serpentinitiche di Monte Bianco con quelle di Monte Bossea e Gambatesa. …la detta striscia è essenzialmente costituita da serpentina ravvolgente voluminosi noduli di eufotide, allungati in forma di mandorle, e che d’ordimario raggiungono diverse decine di metri di lunghezza. L’eufotide trovasi spesso associato alla diabase. Al contatto di uno di tali noduli diabasici con la serpentina, si manifesta alla superficie un brucione, presso cui il BONELLI eseguì un piccolo scavo in trincea, che pose allo scoperto un blocco di pirite cristallizzata a grana molto grossa. All’interno di questa pirite, e più specialmente in prossimità al suo contatto colla roccia diabasica vedansi disseminate piccole concentrazioni di calcopirite quasi pura. Tanto la pirite che la calcopirite sono fragilissime e la più leggera pressione basta per ridurle in polvere… (Relazione del Servizio Minerario 1884, pubblicata nel 1886).
..Nella concessione/miniera di GAMBATESA (Figura 19) proseguì regolarmente l’attività come negli anni precedenti (ancora durante il 1885), anche se lo sviluppo ne era sempre compromesso dalla mancanza di una strada rotabile fra Conscenti e Graveglia…. (Relazione del Servizio Minerario 1885, pubblicata nel 1887).
Le ultime notizie sono relative all’anno successivo, quando …i lavori (di Gambatsa) sono stati eseguiti in maniera regolare come negli anni precedenti…. (Relazione del Servizio Minerario 1886, pubblicata nel 1888).
In seguito non è certo, dai dati ufficiali, se l’incremento di produzione registrato per il 1887 fosse relativo al rame o al manganese (Relazione del Servizio Minerario 1887, pubblicata nel 1889). Tuttavia Gambatesa pare fosse ancora in produzione per, il rame, nel 1889. Dopodiché, dalle fonti ufficiali, solo informazioni sulla coltivazione del manganese.
Una prospettiva?
lo studio microscopico in sezione lucida di un campione di pirrotina proveniente dalla località Bagari di Levanto ha portato alla definizione della presenza di sensibili quantità di cobalto sotto forma di Co-Pentlandite VENERANDI PIRRI, 1993).
Una ricerca bibliografica per verificare altre segnalazioni nelle analoghe mineralizzazioni liguri orientali ha riscontrato, nel minerale a solfuri misti delle miniere di Gallinaria e Libiola un contenuto in cobalto oscillante fra 90 e 1550 g/t (Figura 20). Lo stesso è risultato per la miniera de La Francesca (Bonassola). Qui, sono state riconosciute presenze di Ni e Co nella pirite e nella calcopirite diffuse o in esili vene (20 e 40 cm) piritoso-cuprifere in ganga quarzosa, inserite nel gabbro,
Riportando i dati degli elementi in tracce in diagramma logaritmico ed inserendo anche quelli di un’analisi eseguita su un manufatto proveniente dalla necropoli di Chiavari, sono emerse notevoli differenze circa i reciproci contenuti in Fe e Pb, ma una notevole concordanza nelle presenze di Co e Zn (Figura 21).
Nel primo caso le differenze sarebbero compatibili con la scorificazione del fuso e l’aggiunta di Pb. Quest’ultimo, in particolare, si sarebbe portato dietro anche del Ni. Mentre nel secondo, i tenori di Co e Zn provenivano, probabilmente, dal minerale originario e si sono mantenuti durante il processo metallurgico.
Infine, dall’esame dei logos di carotaggio continuo della campagna eseguita fra marzo e aprile 1974 dalla Mogil Italy S.p.A. (conservati nell’ex Distretto Minerario di Carrara) è emerso che, in corrispondenza del sondaggio L-3 fra 636’ (circa 216 m) e 780’ (circa 265 m) dal p. di c., è stata riscontrata, analiticamente, la presenza del cobalto per un massimo di 100 g/t.
Un ulteriore interessante riscontro si è avuto dall’esame di un’analisi (unica per completezza di quelle note) eseguita su minerale di manganese della Val Graveglia (Figura 22) dalla quale risulta un contenuto di cobalto di circa 450 g/t e che potrebbe prestarsi ad interessanti sviluppi.
Nascio, Ne, città metropolitana di Genova, Italia
Nascio, Ne, città metropolitana di Genova, Italia
Casarza Ligure, città metropolitana di Genova, Italia
Libiola, Sestri Levante, città metropolitana di Genova, Italia
Rocchetta di Vara, provincia della Spezia, Italia
Rocchetta di Vara, provincia della Spezia, Italia
Piandifieno, Ne, città metropolitana di Genova, Italia
Statale, Ne, città metropolitana di Genova, Italia
Cassagna, Ne, città metropolitana di Genova, Italia
Arzeno, Ne, città metropolitana di Genova, Italia
Arzeno, Ne, città metropolitana di Genova, Italia
Bibliografia
CORTESOGNO, L., e GALLI, M. (1974). Tronchi fossili nei diaspri della Liguria orientale. Res Ligusticae CLXXXIII. Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova (80), 142-156.
CORTESOGNO, L., LUCCHETTI, G., e PENCO, A. M. (1979). Le mmineralizzazioni a manganese dei diaspri delle ofioliti liguri: mmineralogia e genesi. Rendiconti della Società Italiana di Mineralogia e Petrografia, 35 (1), 151-197.
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MOGNOL A. (1924). Il giacimento manganesifero di M. Nero (Rocchetta Vara), Mem. Acc. Lunig. di Sc., 5, La Spezia, 1924.
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REDAZIONALE. (1885). Ricerche minerarie e scoperte. Annali di Agricoltura 1885 – Rivista del Servizio Minerario nel 1883.