Le Fieschine ed i tessuti

Copertina

Copertina – Esempio dell’abilità delle Fieschine. Particolare di un parato a fondo rosso composto da paliotto di Genova, prodotto nei primi decenni del secolo XVIII (da Marzia Cataldi Gallo, 2012)

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La Fondazione delle Fieschine

La Fondazione delle Fieschine (Fondazione Conservatorio Fieschi) è stata un’opera benefica consistente nell’istruzione e nell’assistenza dei minori e dei giovani bisognosi.
Nasce nel 1762, alla morte di Domenico FIESCHI (Figura 1 e Figura 2) che, senza discendenti, scrive nel suo testamento della istituzione dell’Opera Pia Conservatorio Fieschiricovero e ammaestramento gratuito delle zitelle, povere, orfane, onde poi volontarie, ritornare alla società, religiose, care all’industria, di esempio alle loro uguali… (Figura 1).
A tutt’oggi, l’opera svolge attività con mezzi propri, derivanti dalla gestione patrimoniale, saggiamente amministrata. Si occupa di ospitalità agli studenti universitari, borse di studio per madri disabili (Immacolata Concezione).
È a disposizione ora la Collana di Studi Fondazione Conservatorio Fieschi, gestita da Agostino CROSA VERGAGNI (Figura 3), ricca di studi, monografie, principalmente sulla famiglia FIESCHI ma anche rivolte ad altre tematiche legate a episodi storici e artistici del territorio ligure.
Questa era una famiglia guelfa dei conti FIESCHI di Savignone, dalla quale provengono anche due Papi, Innocenzo IV (Figura 4) e Adriano V (Figura 5), nonché innumerevoli cardinali (Figura 6, Figura 7 e Figura 8).

Il Settecento e le nuove Società di tessitori

Nel 1772, le Fieschine ricamavano preziosi tessuti per corredi, abiti e arredi sacri (Figura 9, Figura 10, Figura 11, Figura 12 e Figura 13). Nel Novecento erano ancora più di 200 ragazze.
Per realizzare queste preziose opere si può immaginare quanto fosse importante approvvigionarsi dei prodotti necessari: tessuti, fodere e galloni (Figura 14, Figura 15 e Figura 16), filati di seta, dorati e argentati. Bisognava recarsi nei carruggi (Figura 17) per gli acquisti. Nel frattempo, l’industria della seta era in decadenza, come già scritto, ma restava pur sempre florida.
Nella biblioteca della Camera di Commercio di Massa, sono schedati, alla fine del Diciassettesimo secolo, 1419 tessitori che, nel 1797, diventano 1821. Quasi tutti operavano nel Levante Ligure (Chiavari, Rapallo, Lorsica sede per eccellenza della tessitura di rasi e damaschi, Figura 18, Figura 19, Figura 20 e Figura 21), mentre a Genova erano soltanto 150. Un terzo produceva damaschi, i restanti velluti. Quasi tutti erano concentrati a Zoagli (Figura 22 e Figura 23).
Nel frattempo, le manifatture erano SCAZZO, MAZZOLA, PESCIA, DE FILIPPI, TEALDO, GRONDONA (segnalato per i suoi velluti all’expo del 1806).
Nel 1846 i nomi sono ricorrenti ma alcuni cambiano: DELUCCHI, VIVIANI, FABIANO MORASSO RUZZA, MOLINARI, GUIO E PESCIA. Col passare degli anni diventeranno vere e proprie società.

E… cambia anche il lavoro

Cambia così anche il lavoro.
Da lavoro pressoché domiciliare dei tessitori, si passa alle case di commercio dé fabbricanti, ossia centri di manifattura, dove si commissionano i lavori, si fornisce la manodopera, la materia prima e si pagano i lavoratori a cottimo.
Il GUILLOT, imprenditore torinese, crea una specie di fabbrica a Zoagli. Atteggiamento anomalo tra i genovesi, guardato con stupore e sospetto.
Nel 1847 è sempre molto lodata la produzione serica. Si lamenta, tuttavia, una notevole diminuzione della produzione.
A Lorsica si ricordano gli 80 telai tutti adatti per eseguire damaschi, ormai ordinati da tappezzieri e fabbricanti di arredamento. Ma il velluto continua a farla da padrone, quasi tutto esportato sia in Italia, in America e in Russia.
Diminuisce la produzione di damaschi e rasi. Viene citato un tale GHERSI con i suoi broccati in oro fino, per le chiese. Ne 1872 un tale ARDIZZONI viene premiato con una medaglia per i broccati ed i damaschi di sua produzione (1884), ma anche per le sue tappezzerie.
Poi Eugenio COSTA, GAZZO e Giacomo SOLARI forniscono ormai principi, reali e famiglie dell’alta borghesia straniera, con una buona ripresa produttiva, sino al 1860.

Immagine citata nel testo

Figura 29 – Pastorali con Moro Sindaco e Superiori della Casaccia di San Giacomo il Maggiore delle Fucine (da isegretideivicolidigenova.it)

Seconda metà dell’Ottocento

Poi avvenne un improvviso declino, mantenendo sempre, però, un’eccellente qualità.
Nel 1870 restano produttive le famiglie COSTA, ARDIZZONI, Gaetano DE FERRARI, il duca G.B. DE FERRARI, PESCIA, CALCAGNO (vedova CAPURRO), GAZZO e compagni.
Tutti in fase di stallo a causa del mancato aggiornamento dei macchinari.
Solo COSTA, ARDIZZONI e MASSUCCO usano la tecnica del Jaquard (Figura 24 e Figura 25) gli altri preferiscono i vecchi telai.
Ovviamente chi vendeva i tessuti finiti vendeva anche i filati. Nel 1846 la seta era importata da Antiochia e, per la manifattura, venivano usate contadine dei dintorni di Genova. Queste producevano circa 30.000 libbre di seta all’anno. Nei negozi di Campetto (Figura 26) e dintorni si vendevano sete e tessuti al minuto.
Nel frattempo, però, il ricamo su tessuto acquista un discreto richiamo e tornarono di attualità le Fieschine che venivano pagate 0,30 centesimi al giorno.

I lavori delle Fieschine

I lavori delle Fieschine sono i più pregiati (Figura 9, Figura 10, Figura 11, Figura 12 e Figura 13). Fra i vari Istituti spiccano quelli delle Sordomute e delle Crocifisse.
La manifattura CROCCO merita il titolo di Reale e per quanto riguarda il ricamo. Le sorelle LANTERO di Sampierdarena risultano una vera eccellenza.
Si ricorda per ultimo Francesco PODESTÀ di via Giustiniani (Figura 27) del ricamo in oro ed argento (Figura 28) e noto anche per gli arredi sacri delle casacce (Figura 29).
Ma un primo premio fu vinto da Aurora MOLINI MINOLI di via San Vincenzo (Figura 30), per ternario di lana, con fiori di seta e le sorelle SCORZA per una pianeta in tela d’argento, ricamata in oro.
Altri produttori erano, fratelli BUFFETTI, i NOVELLA, i PATRIS, che operano fra via Nuovissima, piazza Lepre (Figura 31) e Campetto (Figura 26).

Le eccellenze ed i valori

PATRIS venne premiato per una pianeta in tela d’argento valutata 2.400 lire del 1872 (prima esposizione di Storia Patria) alla quale partecipa Agostino CROZZA di VERGANI a dimostrazione del grande impegno alla vita cittadina di quei tempi.
Un parato conservato nella chiesa di Santa Caterina a Bonassola era stato compensato nel 1875, alla signora Caterina SCORZA, 5.000 lire. Probabilmente era una discendente delle citate omonime sorelle.
Passamanerie, galloni, frange e guarnizioni ne venivano prodotte in quantità considerevoli. Erano usate per decorare, profilare tutto quanto prodotto, anche per gli abiti, già dal 1600 (Figura 32, Figura 33 e Figura 34).
I telai lavoravano oro, argento, rame filato o laminati con i quali producevano galloni d’oro confezionati su abiti, vestiti di gala, arredi liturgici.
Le Fieschine ne erano maestre d’eccellenza.
Ci restano i manufatti antichi a documentare tessuti con ricami e applicazioni.

Lorsica, città metropolitana di Genova, Italia Zoagli, città metropolitana di Genova, Italia Chiavari, città metropolitana di Genova, Italia

Via Dei Giustiniani, 16123 Genova città metropolitana di Genova, Italia

Via San Vincenzo, 16121 Genova città metropolitana di Genova, Italia

Porta Soprana, Via di Porta Soprana, Genova, città metropolitana di Genova 16128, Italia

Piazza Campetto, Genova, città metropolitana di Genova 16123, Italia

Piazza Sarzano, Genova, città metropolitana di Genova 16128, Italia

Genova, città metropolitana di Genova, Italia

Foto Rasiglia Archeologia industriale

Lucca, provincia di Lucca, Italia Voltaggio, provincia di Alessandria, Italia

Savignone, città metropolitana di Genova, Italia

Ponzone, provincia di Alessandria, Italia

Cattedrale di San Paolo, St Paul's Church Yard, Londra, Inghilterra EC4M 8AE, Regno Unito

Antiochia, provincia di Hatay, provincia di Hatay, Turchia

Nota di aggiornamento

2024.05.21

Durante la fase di pubblicazione di questo articolo, si apprende che EuroWeb ha sviluppato, presentato e reso disponibile online l’Atlante Digitale del Patrimonio Tessile Europeo.
Si tratta di un nuovo strumento per la ricerca e la diffusione del ricco e diversificato patrimonio tessile del ocntinente europeo e per sostenere le ritelling innovative della storia europea attraverso la lente del tessile, dell’artigianato tessile e delle tradizioni dell’abbigliamento…
L’ADPTE è consultabile al link:

Tuttavia, è auspicabile un rapido aggiornamento del progetto, in particolare per il vasto, antico ed importante patrimonio tessile italiano, del quale non si trova riscontro nella versione appena pubblicata.
A questo proposito ed a titolo esemplificativo, www.archeominosapiens.it vuole ricordare i suoi contributi:
 
 
Maggiori informazioni su questo progetto, potete trovare: https://euroweb.uw.edu.pl/about-euroweb/about-euroweb/

Bibliografia

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BOZZO Gianni (2013). Santino Tagliafichi (1756-1829): tradizione e modernità a Genova tra Sette e Ottocento, Genova, Sagep, pp. 208.
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SANGUINETI Daniele (2011). Villa Crosa Diana a Genova Sampierdarena. Un restauro post-industriale, a cura di Gianni Bozzo, Genova, Galata, pp. 947.
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Altre Fonti Enciclopedia Treccani; Societa Ligure di Storia Patria.

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