Il lavoro silente delle donne. Cernitrici, portatrici, contrabbandiere…

Copertina

Copertina – La locandina della manifestazione organizzata dall’Associazione di Cultura Politica IL BANDOLO di Chiavari.

PREAMBOLO

I pochi minuti passati in sala, in mezzo al pubblico, mi hanno confermato l’importanza della foto inserita nella locandina. Già quando l’ho scelta avevo provato una certa emozione, Ma inconscia. Questa fotografia, insieme ad altre che vedremo oggi, mi è stata data da amici che hanno un archivio di famiglia. Ma  questa particolare fotografia ha suscitato emozioni e ricordi in diverse persone che mi hanno scritto, in questi giorni in cui la locandina è rimasta esposta, ed in persone che ho visto oggi e che mi son venute a salutare. Una persona fra tutte mi ha colpito, perché ha riconosciuto in una di queste donne la sua mamma.
È stato toccante e mi ha fatto un grande piacere che venisse a farmelo presente.
Un’altra cosa molto bella di questa fotografia è il sorriso di queste donne. Donne che passavano una vita faticosissima, una vita anche pericolosa per le difficoltà di quei lavori e, soprattutto, per le condizioni in cui operavano. Con le mani nell’acqua fredda, in ginocchioni, sotto le intemperie o carichi pesanti, in equilibri precari,,, Eppure hanno tutte il sorriso. Un sorriso che, secondo me, rappresenta una sorta di loro rivincita, di una loro libertà all’interno di famiglie nelle quali sappiamo che la donna non era sempre al pari dell’uomo. Così  come non era al pari dell’uomo nei posti di lavoro.
Ma questo fatto di poter contribuire in qualche maniera alla al menage familiare senza abbandonare la cura dei figli, della casa, dell’orto e del bestiame con un lavoro dava loro quel senso di forza ed appagamento rappresentato da questo sorriso.

Il lavoro silente delle donne

L’Associazione di Cultura Politica IL BANDOLO di Chiavari, con il suo 87mo incontro, ha creato l’occasione per parlare dei lavori silenti delle donne.
Il 9 marzo scorso, presso l’Auditorio della Società Filarmonica di Chiavari, sono state ricordate quelle donne che, in ogni epoca, hanno contribuito con orgoglio e fatica al sostentamento della famiglia. E partecipavano allo sfruttamento di quelle risorse che l’ambiente metteva a disposizione delle società alle quali appartenevano.

Lavoravano dietro le quinte, svolgendo attività ritenute minori, inferiori, persino più semplici. Mettevano a disposizione una forza più  interiore, intellettiva, che palesemente fisica.
A conti fatti è del tutto evidente come fosse fondamentale questo loro ruolo di lavoratrici all’interno della famiglia, entro la quale spesso non erano alla pari dell’uomo. Producevano un reddito, per magro che fosse, ma era il loro riscatto. La partecipazione al sostentamento familiare, talvolta anche il solo…
Svolgevano la loro fatica, consapevolmente, volontariamente e senza rinunciare alla cura, al menage ed alle incombenze della casa e dei figli, nonché dell’orto e del bestiame, quando c’erano. 

Immagine citata nel testo

Figura 1 – Il sorriso ed il lavoro silente delle donne. Cernitrici, Portatrici, contrabbandiere…
Dall’archivio della Famiglia di Graziano LIZZA e Maria Pia ROSSI, di Chiavari, scattate fra il 1940 ed il 1960 (per gentile concessione).

Cernitrici…

Un lavoro secondario, ritenuto inferiore era quello delle cernitrici. Ma è proprio cosi?
Profondamente realistico il riscatto espresso da Sonia SALSI.
L’industria mineraria ha avuto un impatto profondo sui territori, sulle architetture, sui paesaggi, sulle società e sugl’immaginari degli ormai ex-distretti minerari in Europa e non solo. Ovunque, la realtà mineraria ha prodotto una tendenziale dicotomia:
il maschile impegnato nel sottosuolo (il lavoro nobile),
il femminile intorno alle miniere (emarginato e sottostimato come il lavoro della casa e della famiglia).
E qui un primo, grande non senso. Dalla miniera usciva il tout- venant, il minerale di tenore e valore variabilissimo. Quindi quale valore aggiunto apportavano le cernitrici e le crivellatrici al prodotto finale, commerciale? (Sicuramente importante! ne aumentavano il tenore e quindi il valore commerciale!) Ricordiamo poi il trasporto, spesso nemmeno possibile a dorso di mulo

Portatrici, contrabbandiere…

Donne portatrici di carichi. Fino dall’antico Egitto, ma certamente anche da prima.
Scriveva il DE SAUSSURE nel1796, durante uno dei suoi tanti soggiorni sulle Alpi italiane:
Le donne restano pressoché sole a sobbarcarsi tutti i lavori della campagna, ma essendo molto più numerose del necessario, sono occupate anche a trasportare a spalla pesanti carichi attraverso valichi pericolosi, inaccessibili alle bestie da soma; itinerari che talvolta accorciano il viaggio di qualche giorno. Eseguono questi trasporti con vigore, una diligenza ed una fedeltà veramente rare. Un episodio vale a mostrare la loro forza eccezionale.
A Macugnaga avevo preparato una cassa di minerali molto pesante e chiesi all’albergatore se potesse trovarmi un uomo che la trasportasse a Varzo, da dove era possibile spedirla a Ginevra. Mi rispose con grande serietà, che non esisteva in tutto il paese un uomo in grado di trasportare un tale carico a così grande distanza; se per me era uguale avrebbe potuto però trovarmi facilmente una donna che se ne sarebbe fatta carico volentieri: due donne erano sufficienti a trasportare l’intera soma di un mulo

E questo valeva anche per le contrabbandiere, con il valore aggiunto che i gabellieri e/o finanzieri facevano meno attenzione ai loro transiti.

La memoria…

In memoria e nel ricordo di queste donne.
Ma ce ne sarebbero molte altre da ricordare, anche solo per i soprusi che hanno dovuto subire per affermarsi… 

Qui è possibile vedere il .pdf della chiacchierata

Qui è possibile vedere la registrazione della giornata su Youtube

Piazza Santa Brigida, 16126 Genova città metropolitana di Genova, Italia

La Spezia, provincia della Spezia, Italia

Lavagna, città metropolitana di Genova, Italia

Luni, provincia della Spezia, Italia

Rimaggio, Bagno a Ripoli, città metropolitana di Firenze, Italia Macugnaga, provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Italia Monesteroli, La Spezia, provincia della Spezia 19132, Italia

Chiavari, città metropolitana di Genova, Italia

Lavagna, città metropolitana di Genova, Italia

Museo del carbone, Grande Miniera di Serbariu, Carbonia, provincia del Sud Sardegna 09013, Italia

Gorno, provincia di Bergamo, Italia Caniparola, Fosdinovo, provincia di Massa-Carrara, Italia

Cerchiara, 19020 Borghetto di Vara provincia della Spezia, Italia

Cassagna, Ne, città metropolitana di Genova, Italia

Bargone, Casarza Ligure, città metropolitana di Genova, Italia

Barone Canavese, città metropolitana di Torino, Italia Zerli, Ne, città metropolitana di Genova, Italia

Botasi, Ne, città metropolitana di Genova, Italia

Bargone, Casarza Ligure, città metropolitana di Genova, Italia

Statale, Ne, città metropolitana di Genova, Italia

Castiglione Chiavarese, città metropolitana di Genova, Italia

Libiola, Sestri Levante, città metropolitana di Genova, Italia

Errata Corrige: nella slide n. 69 del .pdf, la sigla AC è errata. La sigla corretta è d.C.

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