Villa Centurione: un breve passaggio nella vita di Bernardo STROZZI

Copertina

Copertina – L’arme della Famiglia CENTURIONE. Al centro quella con la rosa in campo dei CENTURIONE ULTRAMARINO.

Villa Centurione: l’acquisizione

Villa Centurione in piazza Montano (Figura 1, Figura 2, Figura 3 e Figura 4) merita una menzione speciale. È stata acquistata di recente dal Comune di Genova per essere restaurata.
Grande opera meritoria quasi a parziale risarcimento per Sampierdarena, depredata dalla cosiddetta modernità di ogni suo bene. Infinite bellezze ancora nascoste senza una naturale buona progettazione.
Auguriamoci nella pronta attuazione dei lavori e non soltanto di una dichiarazione di intenti.
Come detto, la Villa si trova in piazza Montano, ormai depredata del suo meraviglioso giardino. Questo si estendeva, a Sud, verso il mare ed a ponente sino a via Walter FILLAK e a via PIERAGOSTINI. Praticamente dalla foce del Polcevera, lungo la sponda sinistra fino quasi al Ponte San Giorgio.
Di questa Villa non esistono dati precisi. Probabilmente apparteneva a Cristoforo CENTURIONE (di G.B.) ULTRAMARINO (fratello di Adamo) banchiere di Carlo V.

La Famiglia Centurione

Lo storico RONCAGLIOLO e Ezio BAGLINI (console de A Campagna) sul Gazzettino Sampierdarenese, fanno risalire la committenza di alcune opere pittoriche di Bernardo STROZZI a Luigi CENTURIONE. Questi aveva commissionato già altri lavori all’artista per il suo palazzo in Strada Nuova e Fossatello.
Cristoforo aveva molti figli. Battista (Marchese come lo zio Adamo), Filippo, Gian Giacomo, Adamo II e Ottavio, tutti attivissimi. Questa era una prerogativa di famiglia. Tutti i CENTURIONE furono molto attivi sullo scenario politico, finanziario e commerciale della Repubblica. Ed erano tutti Ghibellini.
L’Albergo CENTURIONE riuniva sotto il suo tetto, dal 1528, i CANTELLI, i BECCHENONE, i BESTAGNO, i TRAVERSO, gli SCOTTI e gli ULTRAMARINI di Paraggi. Tutti ricchissimi. Basti pensare che questa famiglia ha pagato una tassa straordinaria milionaria come contributo alla spesa per la realizzazione dell’ultima cinta muraria di Gennova.
L’Arma dei CENTURIONE ha una banda scaccata in argento e rosso (Copertina e Figura 5). Gli ULTRAMARINI hanno anche una rosa in campo.

Villa Centurione: l’edificio

La Villa costruita da Cristoforo di G.B. a Sampierdarena, si erge nell’angolo Nord Est del terreno stabilito ed a forma di “L”. Questo perché a suo tempo ne esisteva un’altra a Levante, che dava verso il mare e con perimetro irregolare, molto probabilmente per la presenza di un edificio preesistente.
La torre, tutt’ora ben conservata, è posta al centro di quella che era la Piazza del Mercato (Figura 6). Forma intenzionalmente una strettoia a protezione del palazzo già presente dal XIII secolo (Figura 7). Era di proprietà di tale Giò. Luca DE FRANCHI.
Alcune delle volte, e secondo l’ALIZIERI lo spessore dei muri, confermano che l’edificio era stato ricostruito da Cristoforo CENTURIONE, circa nel 1500.
Soffermandoci un poco, potremmo notare che alcuni muri, grate, strade e finestre sono ancora li e aspettano che qualcuno li noti per ascoltare un passato pieno di storia. E comunicano come allora qualcosa che ha bisogno di essere conosciuto… Per esempio quanto erano belli il giardino, la parte coltivata, il mare a due passi dalla Villa (Figura 8, da C’era una volta Genova) e lo sguardo verso l’oltre. Nel 1757 era praticamente l’ultima villa prima di Cornigliano.
Morto Cristoforo, eredita il figlio Battista. Poi gli succede Filippo, influente ambasciatore della Repubblica presso la Corte di Spagna. Questi, probabilmente ne era comproprietario con altri fratelli poiché versa loro una somma cospicua e ne diventa unico proprietario. È Filippo che commissiona le opere a Bernardo STROZZI. Filippo, ed anche Luigi, nel 1625 iniziano una vertenza legale contro il pittore in seguito alle sue inadempienze, in pratica insolvenze.
Il frate espone una supplica …non potendo stare in lite col Magnifico Luiggi, essendo esso (lo STROZZI) povero… La vertenza si riferisce probabilmente anche alla non conclusione dei lavori nelle proprietà di Luigi e perché non corrispondevano al gusto del committente.
Gli affreschi di questa Villa sono ancora molto ben conservati (Figura 9Figura 10, Figura 18 e Figura 19), nonostante che diverse famiglie, i CARPANETO e i TUBINO, si siano succedute nel tempo. Ora attende la giusta attenzione. Nel frattempo, il testamento di Filippo CENTURIONE (1643) testimonia le migliorie fatte nella Villa dal fratello Battista. È una descrizione delle opere dello STROZZI.  Poi lascia la Villa al fratello Agapito.

Immagine citata nel testo

Figura 8 – La Carta geographica la quale rappresenta lo stato della Republica di Genova, Edita da Heredi d’Homann – 1743, Biblioteca Nazionale di Francia. Da C’era una volta Genova.

Bernardo STROZZI

Sembra che Bernardo STROZZI sia nato a Genova nel Sestiere del Molo (non in San Marco). Secondo alcuni testi però risulta nascere a Campoligure nel 1581.
Bernardo e la sorella Ginetta erano figli di Pietro e Ventura.
Il pittore mantiene per anni la sorella ed i figli di lei, comperando anche una casa che lo stesso abita per dipingere.
Spirito bizzarro, ora potremmo definirlo spirito di artista, ha vissuto i suoi primi anni negli orti di Sant’Andrea.
Il padre desiderava per lui una vita dedicata alle lettere, ma alla sua morte comincia a frequentare la bottega di Cesare CORTE. È presente a Siena presso Pietro SORRI (1557-1622) e, a diciassette anni, si fa frate cappuccino in San Barnaba. Ma di lui non c’è traccia negli ambienti genovesi ancora nel 1599.
Il SOPRANI lo definisce pellegrino ingegno o il cappuccino. Infatti le sue opere sono firmate Prè Berbardo STROZZI. In un primo tempo sono numerose, di piccole dimensioni e con soggetti a carattere religioso.
Molti di questi dipinti consentono all’artista di arrivare ad una grande notorietà. Piovono richieste per lavorare fuori convento. Ottiene una dispensa dal Priore Generale dell’Ordine risiedente a Voltri.
Fuori dal convento diventa un uomo d’affari: compra, affitta e subaffitta case e terreni. Subaffitta perfino al pittore Goffredo WALS una casa avuta in affitto da Goffredo CENTURIONE. E forse imparando e imitando gli affari da questa famiglia presta e si fa prestare soldi. Ma purtroppo non onora sempre i suoi impegni.

Bernardo STROZZI: la fama

Tutto questo attivismo gli procura guai. Nel 1601 viene accusato di non tornare in convento come gli era imposto.
Dopo aver lavorato per diversi Ordini religiosi diventa famoso e richiesto. Fra le sue opere ricordiamo:
Lo sposalizio di Santa Caterina (Museo del Louvre, Figura 11)
Cristo portacroce (oggi al Museo Diocesano di Chiavari, Figura 12)
L’apparizione della Madonna odigitria (nella chiesa di San Maurizio ai Monti di Rapallo, Figura 13)
La Madonna di Santo Stefano (a Borzoli)
due Tele con San Francesco (proprietà di Privati)
Negli anni 1580-1589 ottiene una nuova dispensa per uscire dal convento. Questa volta per provvedere alla madre ed alla sorella. Lavora nella sua casetta a Campi. Entra in contatto con le diverse correnti sia toscane che lombarde e caravaggesche.

Nel 1630 muore la madre, ma il desiderio di restare fuori dal convento è forte. Le leggi della Regola possono essere cambiate soltanto se diventano più severe. Infrangerle significa il carcere. Così viene raggiunto da un mandato di cattura da scontarsi in convento. Ma del processo non si trovano gli atti. Tuttavia, fra suppliche e confessioni varie, viene liberato, ma costretto a stare in convento. Quindi? Fugge.
Si imbarca per Venezia. La fantasia, fra supposizioni che diventano certezze, ingarbuglia la narrazione.

Bernardo STROZZI: il soggiorno veneziano

Concretamente è certo che si trova a Venezia nel 1632. E questa città diventa la sua patria di adozione.
A Venezia è per tutti il prete genovese.
Da sfogo alla sua creatività. Dipinge l’Alllegoria delle Arti  (Figura 14) nella Scuola Marciana. L’opera è interpretata come un inno alla libertà. Così come La parabola dell’invitato a nozze Figura 15) della chiesa degli Incurabili, un San Sebastiano curato dalle pie Donne nella chiesa di San Benedetto e Scolastica, una Vanitas (Figura 16) ora a Mosca e numerosi ritratti.
Nel 1644 viene sepolto in Santa Fosca: Pictorum Splendor Liguria Decus – Hic Iacet  (Figura 17). Lascia erede la sorella Ginetta (che ne fu anche modella) e dopo di lei il nipote Giuseppe e il Pievano di Santa Fosca …Depositario delle sue robbe

Le opere di Bernardo STROZZI si trovano in Italia, in Olanda, in jugoslavia, in Germania, in America, in Inghilterra, in Russia, in Francia, in Austria, in Svizzera e quasi tutte depositate nei più importanti Musei.

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