Stromboli, faro del Mediterraneo: l’antichità archeologica (2)

Copertina 2

Copertina – Stromboli, immagine d’epoca degli scavi in corso presso il villaggio preistorico di San Vincenzo (Foto Nardi-Utano)

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Stromboli, faro del Mediterraneo

L’isola di Stromboli è stata abitata dal Neolitico recente, grazie alle sue caratteristiche climatiche e logistiche. Nel caso specifico, però, le popolazioni residenti dovettero periodicamente confrontarsi con la minaccia del vulcano, subirne i danni e, peggio, abbandonare gli insediamenti.
Per contro lo Stromboli è stato un punto di riferimento per la sua continua visibilità indotta dall’attività eruttiva stromboliana frequentissima e duratura, sappiamo, da almeno 2000 anni.
Anche in antico era facilmente individuabile e visibile soprattutto di notte quale certo punto di riferimento per gli antichi naviganti. Da qui la leggenda del Guardiano del Fuoco, uno spirito benevolo che vive dentro il vulcano e accende periodicamente le fiamme per salvare i viaggiatori dispersi. Alcuni sostengono che rappresenti lo spirito di un vecchio eremita vissuto sulle pendici del vulcano.
Per i Greci era Strongile, probabilmente, per la forma arrotondata dell’isola o del cratere sommitale (Figura 56). Impressione che ebbe poi Guy de Maupassanti: …Le sale vapeur qui m’a amené me remmène. D’abord, je regarde le Stromboli, montagne ronde et haute, dont la tête fume et dont le pied s’enfonce dans la mer. Ce n’est rien qu’un cône énorme qui sort de l’eau. Sur ses flancs, on distingue quelques maisons accrochées comme des coquilles marines au dos d’un rocher… (a Vie errante, capitolo En Sicile, 1890).

Stromboli preistorica, il villaggio di San Vincenzo (lo scavo del 1980)

La frequentazione più antica di cui si ha notizia archeologica a Stromboli è datata a fine III-inizio II millennio BC, seppure genericamente, per l’arcipelago delle Eolie, si possa anticipare di un paio di millenni.
Nel 1980 l’amministrazione comunale volle procedere alla realizzazione di un campo sportivo. Furono Luigi BERNABÒ BREA e Madeleine CAVALIER, in sede di assistenza archeologica, a riconoscere le prime tracce del sito di San Vincenzo. Quindi procedettero alla raccolta di …abbondanti frammenti di ceramica d’impasto tipici della facies culturale di Capo Graziano, databili cioè fra il XVII e il XV secolo a.C., mescolati con frammenti di ceramiche di tarda età imperiale romana… (CAVALIER, 2002). Ed ancora, individuarono un tratto di muro che presupponeva alla presenza di un … villaggio di capanne (Copertina 2, Figura 27 e Figura 28), corrispondente a quelli messi in luce dai nostri scavi dell’ultimo trentennio nelle isole di Lipari, di Salina, di Panarea e di Filicudi. Era d’altronde ovvio che anche Stromboli dovesse essere abitata in questa età, che, grazie ai commerci col mondo miceneo, rappresenta uno dei periodi più splendidi della plurimillenaria civiltà eoliana… (CAVALIER, 2002, p. 29). Il successivo scavo (possibile dopo una trentina d’anni) consentì di delimitare e dettagliare meglio la forma (ellittica), la dimensione (max 4,50 m x max 3,00 m), la presenza di focolari al centro delle capanne (Figura 29) e la loro tecnica costruttiva. O di ciò che ne rimaneva dopo il parziale riutilizzo delle pietre per altre, più moderne, edificazioni riferite alla prima metà del II millennio BC. In seguito, la geometria delle tombe fu modificata da ellittica a quadrangolare.
Un particolare interessante: … La capanna E è finora indiziata da un tratto del suo muro perimetrale Nord (comune con la D –  Figura 27), scoperto per circa m. 1,25 e costituito da un solo filare di massi irregolari, appoggianti sulla roccia, e come sempre dal suolo nerastro interno. Il pietrame sparso nel riempimento interno corrisponderebbe al crollo dell’elevato, e suggella il suolo di abitazione. Su questo si raccolse, insieme a pochi altri frammenti, metà di una scodella carenata, di fattura pesante (fig. 18)… (CAVALIER, 2002, p. 41) che nella didascalia originale è definita Tazza carenata dalla cap. E (cfr. fig. 14, c)… (Figura 31).

La prima frequentazione di Stromboli e la civiltà di Capo Graziano (fine III – inizio II millennio BC): lo scavo del 2009

Gli scavi del 2009 hanno indicato il terrazzo morfologico di San Lorenzo quale area di primo insediamento dell’isola di Stromboli. Il pianoro scavato, circa 500 mq, si estendeva fra i 40 e i 100 metri s.l.m. (Figura 24). Era un’area defilata rispetto ai canaloni di sfogo delle colate di lava e con vista aperta sul Mar Tirreno, fino allo stretto di Messina (Figura 1, Figura 2 e Figura 23). Analoga localizzazione, sui rilievi NE dell’isola e distante dal lido, vale per San Bartolo (Figura 25), altro insediamento dell’Età del Bronzo, ma che fu distrutto da flussi lavici fra 2 e 4 000 anni fa.
La posizione e la quota sul mare, in particolare, dell’insediamento di San Vincenzo sono molto interessanti e moderne in relazione al rischio vulcanico e di tsunami.

Qui (Figura 26), nel 2009, sono state scavate le capanne circolari, i terrazzamenti e le mura a secco (Figura 27, Figura 28 e Figura 29) scoperte nel 1980 (DI RENZONI e ROSI, 2021). La ceramica rinvenuta (ceramica a vernice nera, terra sigillata, anfore, lucerne, balsamari in vetro, tegole, ceramica invetriata e maioliche) proveniva dall’Egeo, dalla Calabria e dalla Sicilia.
Le evidenze archeologiche attestano la presenza umana durante il Neolitico recente, il Calcolitico, l’Età del Bronzo, l’Età Ellenistica, il Tardo Romano e il Medioevo… (ROSI, et al., 2019).
A San Lorenzo sono stati rinvenuti anche edifici, tombe ed un canale più recenti, medievali. Fra questi la piccola chiesa che ha subìto un improvviso crollo e della quale rimane l’abside ed un fianco (Figura 30). Particolare interessante è che tutti i resti sono stati ricoperti da uno strato continuo di tefra composta da tre strati di ceneri (ocra, bruna e rossastra) con un livello di lapilli e pomice. Questo strato ricorre poi nei sondaggi geognostici, in particolare in uno eseguito in prossimità della costa. Un evidente evento catastrofico ha sigillato l’insediamento medievale, fondato cominciando dalla piccola chiesa nell’XI-XII sec. e poi ampliato nel XIII-XIV. Le sepolture sono state ospitate nello strato di crollo del tetto della chiesetta; quindi, sono successive all’evento che ha prodotto il collasso dell’edificio (uno tzunami? Il carico indotto dal materiale balistico? Collasso a seguito di sciame sismico indotto dalle frane?).
Analisi sui reperti ossei datano, almeno due delle tre sepolture al XIV secolo. Poi l’abbandono dell’area. Che i tre corpi sepolti fossero vittime di un’eruzione?
Durante lo scavo del 2023 (FERRANTI, et al., 2015) è stata intercettata una sepoltura, che sono divenute tre durante lo scavo successivo. …Le tombe sono risultate pressoché parallele, molto vicine l’una all’altra e orientate con testa ad ovest e piedi a est (Figura 31 e Figura 32). Ogni sepoltura è caratterizzata da un diverso rito inumatorio: nella Tomba 1 il corpo era deposto all’interno di parte di tre diverse anfore, a comporre un unico contenitore; nella Tomba 2, forse bisoma, gli inumati erano in una fossa foderata da blocchi di pietra squadrati a formare una cista litica; la Tomba 3, in cui sono stati riconosciuti i resti di due corpi, era una tomba a cappuccina di cui restavano, a causa della scarsa conservazione della sua parte sommitale, solo le tegole su cui erano adagiati i corpi e rari frammenti di quelle di copertura… (FERRANTI, et al., 2015).

immagine citata nel testo

Figura 30 – Planimetria dell’area di scavo in corrispondeza del’abside della piccola chiesa e delle tombe (da ROSI et alii, 2019)

Stromboli nel Bronzo medio-finale: San Bartolo

San Bartolo di Stromboli è noto come campo lavico risalente a 2-4 mila anni fa (Figura 25). Si estende fra i 650 m s.l.m. e il mare. In alto, inizia con un cratere che ha alimentato due canali lavici. …Lungo la costa il campo lavico si espande a formare un delta lavico largo circa 1 km caratterizzato da 16 unità di “flusso” lavico… (RASIA, et al., 2024).
L’insediamento di San Bortolo è più tardo (XV–XIII secolo a.C.) rispetto a quello di San Vincenzo. Insieme ad altri circonvicini, l’insediamento fu distrutto da un’eruzione vulcanica ed abbandonato.

Ricordi, indicazioni, ritrovamenti sparsi… la necropoli di Ficogrande

La cultura materiale, già dal XVIII secolo, ricordava ritrovamenti di tombe romane presso la chiesa di San Vincenzo (CAVALIER, 2002). Addirittura, una necropoli era emersa qua e là durante l’impianto di vigneti fra fine Ottocento e primi Novecento. Seguì uno scavo poco più che hobbistico, che recuperò poveri corredi. Poi nel 1972 lo scavo della necropoli greca di Ficogrande. In quel tempo, durante ricognizioni di superficie, furono recuperati frammenti di ceramica arcaica che suggerirono la speranza di un prossimo insediamento preistorico.

Stromboli in periodo ellenistico e romano

Unici testimoni di frequentazione ellenistica e romana sono gli sporadici ritrovamenti di anfore e ceramiche. Stromboli era, probabilmente, un semplice approdo o un luogo di presenza occasionale, stagionale o commerciale.
Tracce romane a San Vincenzo emersero durante la campagna di esplorazione. In particolare, fu trovato … un grosso strato di distruzione di edifici, di età romana tarda, caratterizzato da una terra nerastra, con evidenti tracce di incendio e con carboni, contenente una massa di pietrame e soprattutto di frammenti di tegole… (CAVALIER, 2002, p. 32). Poi fu trovato un muro orientato E-O che delimitava un … un rozzo lastricato, fatto con lastre e scaglie irregolari, poste in opera peraltro con una certa cura. In una chiazza dove il lastricato mancava, quasi sul margine Nord della trincea, vennero in luce i resti di una inumazione (Figura 34), di cui si scoperse solo il cranio, e di cui lo scheletro doveva trovarsi al di là del margine della trincea. Era supino con testa verso Ovest.
La presenza di inumazioni sotto il pavimento di questo edificio fa sospettare che possa trattarsi dei resti di una chiesa protocristiana. I pochi frammenti di ceramica qui raccolti sono di tarda età imperiale… (CAVALIER, 2002).

Emergono due indicazioni significative. La distruzione e l’incendio del/degli edificio/edifici nonché la presenza di almeno una inumazione poco convenzionale, frettolosa.

Stromboli nel Medioevo

Le indagini archeologiche hanno dimostrato che…nella prima metà del 1300 l’isola di Stromboli era abitata e rivestiva un ruolo importante come snodo del traffico navale … proveniente dalle coste italiane, spagnole e greche, fatto documentato sul pianoro di San Vincenzo da una chiesetta scoperta nel 2015 e che costituisce la prima testimonianza archeologica di occupazione medievale nell’isola… ( LEVI in (REDAZIONALE, 2019,1)…A seguito dei crolli responsabili della generazione delle onde di tsunami e di una contemporanea e particolarmente intensa attività eruttiva del vulcano, l’isola fu abbandonata a partire dalla metà del 1300 e fino alla fine del 1600, quando iniziò il suo ripopolamento... (BERTAGNINI in REDAZIONALE, 2019, 2).
Durante la fase parossistica sarebbe stata coinvolta parte del cratere principale per un volume complessivo di un km³ di materiale. Un collasso del genere è suscettibile di innescare risentimenti tsunamigenici di magnitudo <5 ka, per altro già manifestatisi a Stromboli e sempre possibili anche in futuro. Inoltre, … frane con un volume dell’ordine di 1 km³ hanno il potenziale di produrre scuotimenti sismici locali in grado di indurre il crollo di coperture fragili…(ROSI, et al., 2019):
Testimoni dell’abbandono trecentesco dell’isola sono, quindi, le sepolture frettolose rinvenute nell’area della chiesetta (LEVI in REDAZIONALE, 2019,1). Tuttavia, il ritrovamento di una ventina di monete di conio e corso compreso fra il 1266 e il 1402 indicherebbe il rientro, o comunque la presenza anche solo saltuaria o temporanea, di persone sull’isola.
Poi l’abbandono definitivo fino al Seicento.

Continua con: Stromboli, il vulcano (3)

Isola di Panarea, città metropolitana di Messina, Italia

Catania, città metropolitana di Catania, Italia

isola di Salina, città metropolitana di Messina, Italia Lipari, città metropolitana di Messina, Italia isola Filicudi, città metropolitana di Messina, Italia Arquà Petrarca, provincia di Padova, Italia Amalfi, provincia di Salerno, Italia Napoli, città metropolitana di Napoli, Italia

1972 lo scavo della necropoli greca di Ficogrande

Stromboli, città metropolitana di Messina, Italia

Stromboli, Lipari, città metropolitana di Messina, Italia

Bibliografia

CAVALIER, M. (2002, Dicembre). Stromboli: villaggio preistorico di S. Vincenzo – Scavi Giugno 1980. www.luigibernabobrea.it, 46-47, 27-53.
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