Le navi di Luni… 1. San Maurizio di Fiumaretta

Copertina

Copertina – Luni il mosaico delle navi da trasporto. Area archeologica detta di “porta Marina” (da cittàdellaspezia.com)

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Proemio

Qualche anno fa un’amica, Storica, Archeologa-Medievista e Archivista-Paleografa, mi ha parlato di voci circa il possibile rinvenimento di un relitto (o di suoi resti) nella pianura del Magra e precisamente presso la località San Maurizio di Fiumaretta (Ameglia; Figura 1, FIgura 2 e Figura 14).
Recentemente, un post su un diffuso social ha ricordato lo stesso sentito dire, ma rafforzato ad altri due ricordi-segnalazioni
La cosa intrigante è che tutti e tre si riferiscono alla medesima fascia della pianura di Luni, alla foce del Magra.
Purtroppo alcune di queste segnalazioni sono rimaste semplici percezioni e non hanno seguito una qualunque via ufficiale.
Oggi, questi ricordi assumerebbero un aspetto molto più interessante anche per una novità emersa dai recenti scavi archeologici in corso nella città di Luni, da parte del Laboratorio di Topografia Antica e Archeologia Subacquea dell’Università di Pisa diretto dalla Prof.ssa Simonetta MENCHELLI.
In una domus prossima al mare (romano), un ancora più intrigante tappeto a mosaico rappresenta le silhouette stilizzate di due imbarcazioni romane viste attraverso una bifora… In realtà la rappresentazione pare estendersi lungo ambedue i lati indicando una sorta di porticato, forse incipiente il mare (Copertina).
Una storia che viene da lontano.
Le cronache passate ci hanno insegnato che, …nelle vestigia dell’antica città di Luni (vicino a Sarzana) sono frequenti le escavazioni e le occasioni di scoperte, le quali poi non (sempre) portano frutto utile per la nostra storia a cagione delle dispersioni degli oggetti scoperti. È cosa sommamente desiderabile che si ponga rimedio ad un tal grave disordine, tanto più che anche recentemente si sono fatte, secondo è stato supposto al sottoscritto, scoperte di oggetti molto interessanti, che sono stati venduti a viaggiatori stranieri… SALUZZO (in SFORZA, 1904).

Tuttavia, per quanto riguarda possibili rapporti col mare, sappiamo che …in tutto il Levante ligure, dalla fine dell’VIII sec. a.C. si struttura un sistema di approdi, dei quali Chiavari appare il più antico; questo sistema si arricchirà nel corso del VII sec. con Genova, Rapallo e l’approdo alla foce del Magra, quindi (all’inizio del VI sec. a.C.) con piccoli approdi nel Golfo di La Spezia, come Fiumaretta… (LEONARDI e PALTINERI, 2012).

La segnalazione nei pressi di San Maurizio (Fiumaretta)

Anche la prima delle nuove segnalazione riguarda la possibile presenza di relitto interrato (o parte di esso) posizionato in località San Maurizio di Fiumaretta. L’ufficiosa segnalazione riferisce che il reperto sarebbe emerso durante i lavori per la posa di una conduttura, nel 2016.
Ma ben altri riscontri si rintracciano, approfondendo.
Già nel 2003 all’atto delle indagini archeologiche del Monte Paschi di Siena era stata ipotizzata, enfaticamente, la presenza di navi e del Porto di Luni alla foce del Magra (ROSSI, 2003).
Purtroppo certe divulgazioni comportano anche esiti distruttivi. Infatti …la notizia dell’escavazione ha attirato nella zona molti curiosi, anche muniti di metal detector, alla ricerca di qualche moneta antica o resti di anfore, ma niente di interessante è stato finora segnalato… (REDAZIONALE F., 2003).
Qualche anno dopo, La Nazione di Firenze dava notizia (MENEGHINI, 2006) che ...la creazione del polo nautico-turistico del Progetto Marinella (…) invaderà la campagna di Fiumaretta (…) dove sorge la chiesa (ora sepolta sotto metri di terra) di San Maurizio, gli edifici che la circondano (Figura 3), ma anche suppellettili di ceramica e di metallo ed addirittura alcune imbarcazioni sommerse, tutti reperti “visti” dagli occhi delle sofisticate apparecchiature che lo stesso Monte dei Paschi ha utilizzato nei suoi studi preliminari. In altre parole sono proprio i tecnici dell’Istituto senese a confermare I’esistenza dei tesori
Altri riferimenti per a zona di San Maurizio, riguardano le tracce archeologiche (definite mediante attrezzature geoelettriche, REDAZIONALE, 2005) di una villa marittima rinvenuta a profondità di 1,70–1,50 m s.l.m. (DURANTE, 2008; Figura 4). BINI (2009) ricorda che il sito si trova …oggi sulla sponda sinistra del fiume Magra ma in epoca romana (si localizzava) sul versante occidentale del golfo marino.
Da Fiumaretta ed in particolare dalla spiaggia, provengono, infine, una serie di frammenti ceramici che BERTINO individua …in abbondanti rinvenimenti di materiale decontestualizzato, dall’età protostorica all’alto medioevo (…). Fra i frammenti attribuibili al periodo seconda metà del I sec. a.C. – metà del II sec. d.C. è documentata la presenza della ceramica a vernice nera, della sigillata di produzione italica e tardo italica, della sigillata importata dal sud della Gallia (BERTINO, 2013, pp.278-293) e quella proveniente dalle fabbriche dell’Africa settentrionale, molto numerosa, sia da mensa (sigillata tipo A, piatti e scodelle) che da cucina (piatti-coperchio ad orlo annerito e tegami a patina cinerognola – BERTINO, 2008 e 2010) e, non ultima, notevole la quantità di anfore…. Tuttavia, il luogo di ritrovamento, cioè la spiaggia, lascia ambiti di incertezza.

San Maurizio (Fiumaretta) nella cartografia storica

Uno dei primi e pochi riferimenti cartografici noti, circa la presenza di un edificio e di un toponimo San Maurizio, è la tavola di Ercole SPINA (Figura 5), redatta su incarico del Re di Spagna.
L’aspetto più interessante della carta cinquecentesca risiede nel tentativo di posizionare alcune linee di riva. La più antica entrava molto all’interno della Seccagna, dove lo SPINA indicava il porto di Luna… (DEL SOLDATO, 2024) e si riferisce, probabilmente, all’anno 700. Più a valle, lo SPINA indicava la traccia di un’altra linea di costa riferita al 1500. La superficie di territorio in via di interramento è stata definita sulla base dai rilievi eseguiti dall’autore fra il 1552 e il 1572. Cosi pure la posizione di San Maurizio (Figura 6).
La rappresentazione dello SPINA, datata 1592, è stata in seguito ridisegnata e riutilizzata da autori differenti (Figura 7 e Figura 8).
Successiva, datata 1773, è la tavola intitolata La Marinella che Matteo VINZONI (Figura 9), ha inserito nel suo Dominio della Serenissima Repubblica di Genova in terraferma (Riviera di Levante). Qui la visione si allarga alla regione compresa fra la foce del Magra e Avenza ed è qui che l’autore inserisce leVastigge della Chiesa di S. Maurizio, prossime alla sponda sinistra del Fiume Magra.
Topograficamente poco attendibile è, invece, lo Stato delle rovine dell’Antica Città di Luni al principio del secolo XVIII (Figura 10; da tuttotoscana.net), uno schizzo che, tuttavia, conferma la presenza di una Chiesa dedicata a San Mauritio. Stesso discorso vale per la rappresentazione di Bonaventura DE ROSSI datata 1789 (Figura 11).
Assolutamente fantasiosa è l’omonimia tavola estesa fra il Porto della Seccagna e S. Maurizio di PHILIPPI, 1996 (Figura 12). 
Appare necessario sottolineare il fatto che nelle rappresentazioni più antiche (Figura 6 e Figura 9) l’edificio sacro sembra molto prossimo alla sponda sinistra del Magra, mentre le descrizioni recenti lo indicherebbero leggermente più all’interno, circa 400 metri, comprendendovi anche il toponimo Macerone (Figura 4 e Figura 15, area 1). Ciò potrebbe essere imputabile alla sola migrazione del corso del fiume Magra nel tempo?

Immagine richiamata nel testo

Figura 13 – Ricostruzione evocativa della Chiesa di San Maurizio e Santa Iulliana di Fiumaretta, realizzata mediante ChatGPT,

I ritrovamenti di San Maurizio (Fiumaretta)

Ragionando di topografia antica, non si può ignorare la Chiesa di San Maurizio e Santa Iuliana (strutture per il culto edificio di culto ed annessi) ricordata nel Catalogo Generale dei beni Culturali (Figura 4 e Figura 15, area 1). Quest’analisi, molto dettagliata, specifica di un sito (località S. Maurizio o Macerone) …pluristratificato, occupato stabilmente a partire dalla Tarda Età Repubblicana… Era composto da …una villa maritima, in prossimità dell’attuale sinistra orografica del torrente Bettigna e presso la sua confluenza nel Fiume Magra (… di …) collocazione cronologica compresa tra il I secolo a.C. e quello successivo (…) sorto in corrispondenza di una barra sabbiosa (…) i cui ruderi erano ancora visibili nel primo dopoguerra, come indicato dal toponimo Macerone (…). In un diploma imperiale del 1183 si fa riferimento alla ripam lunensis portus e al portus Amelie, alludendo evidentemente ai due approdi esistenti: quello di S. Maurizio, identificato con la ripa lunensis, e quello di Ameglia, presumibilmente identificabile con il toponimo “porto da Megia”, nell’insenatura “della Ferrara” tra Cafaggio e Bocca di Magra (…). La chiesa di S. Maurizio avrebbe sostituito la più antica basilica cimiteriale di S. Giuliana, ricordata tra le pertinenze dell’episcopato lunense nel diploma ottoniano del 963 in relazione ad un centro curtense: cortem de Porto cum ecclesia Sancte Juliane (Codice Pelavicino, n. 18)
GERVASINI (2012) conferma che …da Fiumaretta, località in sponda sinistra del fiume Magra, provengono frammenti ceramici (ma) genericamente attribuibili all’Età del Bronzo spiaggiati, ma non fluitati (…) eterogenei che arrivano fino al medioevo e che denunciano la presenza di un sito pluristratificato non ancora individuato, ma verosimilmente ubicato su una delle barre sabbiose che delimitavano l’imbocco dell’ampio porto lagunare
In conclusione, emergono diverse notizie ed indicazioni che inducono a sospettare la presenza di edifici e reperti in differenti posizioni, nell’ambito della più vasta località San Maurizio o Macerone (Figura 3, Figura 4 e Figura 15). Oltre queste si insinuerebbe, poi, la suggerita presenza di una nave o parte di essa (Figura 2 e Figura 14).
Durante questa ricerca, purtroppo, non è stato possibile trovare una ricostruzione archeologica o architettonica della chiesa di San Maurizio, ne un’immagine dei ruderi che, la cultura materiale locale, ricorda ancora visibili almeno fino al dopoguerra. Tuttavia, è stato fatto un tentativo di ricostruzione, molto evocativa, di quello che poteva essere un modello della chiesa.
Probabilmente una modesta chiesa a pianta unica rettangolare, con piccolo abside semicircolare, orientato a est (tipico delle pievi liguri altomedievali).  La muratura doveva essere in conci irregolari a vista, di arenaria locale e con elementi ricavati da grossi ciottoli fluviali rettificati. Ancora, una copertura a capanna, probabilmente in coppi ed aperture sobrie, con portale semplice in facciata (magari ricavato reimpiegando un statua stele) e una o due strette monofore sulle pareti laterali e nell’abside. Infine un campanile a vela (monofora campanaria) sopra la facciata o al lato ovest, elemento comune nelle cappelle rurali.
Il risultato evocativo potrebbe essere l’immagine di Figura 13, realizzata dalla IA sulla base dei criteri precedenti.

San Maurizio nella ricerca ambientale

La possibile posizione della chiesa di San Maurizio è stata, dunque, individuata nel Catalogo Generale dei beni Culturali sulla base delle ricerche svolte dal Monte Paschi di Siena e sulla base di survey successivi. 
Molto recentemente, ed in previsione di questi studi, è stata predisposta, ex novo, una 
banca dati georeferenziata (su base del modello di calcolo open source QGis), che ha raccolto e georeferenziato le stratigrafie dei sondaggi geognostici realizzati nell’area a partire dagli anni ’60 e quelle dei saggi archeologici diffusi in letteratura o da studi di archeologia preventiva. Bisogna, tuttavia, sottolineare che non sempre sono stati accessibili i dati nativi per cui, soprattutto quelli riportati in alcune pubblicazioni, sono apparsi estremamente vaghi e generali.

Per quanto concerne la località San Maurizio di Fiumaretta è noto, in letteratura, il carotaggio definito 18 da (BINI et alii, 2013; Figura 14). Rapportando le quote di testa-foro (1,60 m s.l.m. ca. ricavata dall’interpretazione del carotaggio pubblicata, Figura 17) e della stratigrafia relative al carotaggio18 con quella d’imposta dei resti della villa marittima romana (-1,50/-1,70 m s.l.m.), sembrerebbe che questa fosse/sia stata fondata nello strato, di oltre 6 metri, definito lagunare... Questo, insieme all’analogo descritto nel sondaggio 16, testimonierebbero …la natura e l’estensione delle porzioni centrale ed occidentale del bacino della Seccagna… (BINI et alii, 2013).
Tale conclusione, se da un lato rende credibile la possibile presenza conservata del relitto, o parte di esso, renderebbe meno credibile la posizione e l’allettamento della chiesa di San Matteo e della prossimale villa marittima romana. Ricordiamo poi la presenza di un secondo possibile relitto indicato dalla cultura materiale locale in prossimità dell’attuale sponda sinistra del fiume Magra (Figura 2),
Ovviamente tutto questo in mancanza di un riscontro archeologico diretto.

Un castello a San Maurizio?

Il Codice Pelavicino, conservato presso l’Archivio del Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Sarzana, è una raccolta di testi manoscritti voluta dal vescovo di Luni Enrico da FUCECCHIO (1273-1297). Lo scopo essenziale della raccolta di manoscritti fu quello di fare il punto dei redditi e dei proventi della Chiesa di Luni.
Così si rintracciano diverse informazioni circa la zona indicata col toponimo San Maurizio.
Il 15 gennaio 1189, L’abate di San Venanzio di Ceparana, Romano, dona la chiesa di San Maurizio, con tutte le sue pertinenze, a Paolo, ministro dell’ospedale Sancte Crucis de Ripa Arni… L’atto fu steso nel castello di Ameglia, in camera domini episcopi. La concessione venne confermata nel 1202.
In seguito, l’11 febbraio 1190, Pietro, vescovo di Luni, assegna anche delle terre site nella palude di Luni, alla chiesa di San Maurizio, affinché rimanesse comunque un reddito all’ospedale donato in precedenza.
Donazioni o affitti di terreni prossimi alla chiesa di San Maurizio si susseguono nel 1197, 1199, 1203, 1204, 1209.
Infine, l’otto agosto 1277 fu promossa, da Enrico, un’indagine sul pedaggio (Pedagium Amelie) che veniva raccolto nel porto o foce di San Maurizio, ad Ameglia e nel suo distretto.

Del castello viene fatta menzione l’otto maggio 1281 quando il vescovo di Sabina, Gerardo, pronuncia la sua sentenza sulla controversia tra il vescovo di Luni, Enrico, e un adolescente Moroello MALASPINA (Figura 16). L’antefatto è stata l’occupazione di una serie di castelli (fra i quali viene nominato quello di San Maurizio) e fortificazioni da parte di Moroello MALASPINA. La sentenza obbliga la liberazione di tutti i siti, la restituzione di quanto preso ed il ripristino dei luoghi, in cambio dell’annullamento della scomunica lanciata dal vescovo contro Moroello MALASPINA e i suoi uomini.
LUPO GENTILE (1912 p. 47) ricorda come non rimanessero del castello nè tracce nè ricordi. Il castello sarebbe stato fondato alla foce del fiume Magra, dal vescovo Enrico nel 1273, con una spesa di mille lire. Ciò risulta dalle sue stesse parole. …Item, fecimus hedificari castrum S. Maurici, de novo, de quo magna utilitas et proventus acorevit et accrescit episcopatui lun. in pedagio, ripatico et aliis possessionibus in quibus expedimus ultra M libr. imp. … (M. LUPO GENTILE, 1912, p. 47). Nel 1280, allo scoppio della guerra tra il marchese Moruello MALASPINA e il vescovo di Luni, l’edificio sarebbe stato occupato dal marchese e da suo figlio (LUPO GENTILE, 1912, p.462). Però con l’atto di pace del 1281 (8 maggio) l’invasore fu costretto a restituire il castello al vescovo: castra vero ablata eo. supr. infrascripta esse dicuntur …  castrum Sancti Mauricii (LUPO GENTILE, 1912, p.578).
Nonostante che questo castello abbia avuto importanza politica nelle lotte tra il vescovo di Luni e i marchesi MALASPINA, fu abbandonato dopo poco tempo e finì per scomparire del tutto lasciando unica, labile, traccia nel Codice Pelavicino.

Considerazioni

In conclusione, per Fiumaretta, possiamo contare su poche e scarne notizie archeologiche e storiche, ma soprattutto su vaghe indicazioni geologico-ambientali. 
La letteratura geologica ci indica la presenza sub-superficiale di un banco dello spessore di sei metri etichettato semplicemente come lagunare (Figura 17).  Se da un lato autorizza la visione generale, anche qui, di ampie aree sartumose – palustri, pericostiere o retrodunali, male si concorda come terreno di fondazione di una villa romana e di una, seppure piccola, chiesa alto-medievale (Figura 18). Forse avrebbe aiutato una descrizione meno criptica, soprattutto su una pubblicazione scientifica, dell’ingente deposito sedimentario. 
Il profondo ambiente lagunare deve avere avuto una persistenza notevole nel tempo, sicuramente databile e variabile verticalmente come caratteristiche e sequenze litostratigrafiche molto indicative. Un ambiente certamente compatibile con la presenza e la conservazione di eventuali imbarcazioni o parti di esse…

Luni Mare, Luni, provincia della Spezia, Italia

Chiavari, città metropolitana di Genova, Italia

Ameglia, provincia della Spezia, Italia

Fiumaretta di Ameglia, Ameglia, provincia della Spezia, Italia

Luni, provincia della Spezia, Italia

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