Il culto di Sant’Elmo a Lerici

Copertina

Copertina – Il rientro della barca con Sant’Erasmo nella baia di Lerici

Proemio

Anche quest’anno si svolgeranno a Lerici, dal 30 giugno al 3 luglio, le celebrazioni di Sant’Erasmo (Figura 1) Patrono del borgo e protettore della gente di mare.
Sant’Erasmo, o Sant’Elmo com’è anche conosciuto a Lerici e in gran parte del Mediterraneo occidentale, è il patrono dei Naviganti Lericini. Qui è venerato dal 1400.
Una storia che viene da lontano. Una storia, per molti versi, parallela con quella di San Venerio del Tino.
Pensiamo ad esempio ai Fuochi di S.Elmo: dall’avviso di burrasca palesata dal Santo con le luci sugli alberi dei velieri, ai falò nelle feste del ricordo. Dai lumini lasciati galleggiare nella baia agli odierni fuochi artificiali… Una presenza, forte, del Santo per la gente di mare.

Le origini del culto di Sant’Erasmo

Il culto di Sant’Erasmo, o Sant’Elmo, a Lerici è antichissimo, almeno dal 1400 e non poteva essere altrimenti essendo il Borgo ligure una delle località a maggior tradizione marinara della Penisola.
Già nel Trecento si ha notizia di imbarcazioni lericine che, con bandiera genovese (Figura 2), commerciavano nel Mar Nero.
Una marineria commerciale, d’alto mare, mediterranea prima e, dall’Ottocento, oceanica. I brigantini (Figura 3) e i grandi brigantini a palo (Figura 4) del borgo trafficavano su tutti i mari del mondo, con armatori, capitani ed equipaggi lericini.
Velieri costruiti in gran parte nei cantieri delle calate del paese.
L’attività di tutto il borgo era finalizzata alla marineria commerciale. Con parte attiva delle donne.

La tradizione di Sant’Erasmo (o Sant’Elmo)

Sant’Erasmo, patrono dei naviganti lericini, era Vescovo di Antiochia e Martire (Figura 6). Visse attorno al 300 d.C.. Pare che la sua venerazione sia stata, inizialmente, diffusa nel decimo secolo dai marinai di Gaeta e, ben presto, si estese in tante località marinare liguri e del Mediterraneo occidentale. Da Lerici, a Bonassola, da Quinto al Mare, a Sori, da S. Margherita Ligure (Figura 7), a Sestri Levante, da Rapallo, a molte località del Ponente Ligure. Ed ancora, a Formia (Figura 8), a Barcellona, a Lloret de Mar ed in paesi del sud della Francia.
La tradizione vuole che, naufrago, Sant’Elmo sia stato raccolto da una nave, salvato e condotto a terra. Il capitano non volle altra ricompensa che una prova della potenza che, in quanto Santo, egli doveva possedere. Sant’Elmo gli promise di avvertirlo con un fuoco dell’imminenza di una burrasca, affinché egli potesse farvi fronte. Il Santo mantenne la promessa e, da quel momento, cominciò a far apparire i suoi fuochi per salvare i naviganti.
I Fuochi di S.Elmo sono un fenomeno fisico conosciuto che si sviluppava durante le burrasche sugli alberi dei velieri apparendo come luci (Figura 5). Ciò faceva credere che fosse il Santo che proteggeva la nave, dando un po’ di conforto e di speranza all’equipaggio.
A Lerici la la festa si tiene almeno dal Quattrocento. È una devozione secolare, coincidente con la tradizione marinara del Borgo, con fuochi accesi in onore del Santo.

Immagine citata nel testo

Figura 5 – I Fuochi di Sant’Erasmo in un’immagine del  The Aerial World, di Dr. G. Hartwig, London, 1886 (da wikipedia)

L’Opera di Sant’Erasmo e dei marinai

Quella per Sant’Erasmo è una devozione talmente sentita che nel 1629 fu fondata la Confraternita, o Compagnia, Opera di Sant’Erasmo e dei Marinai, dallo scioglimento di altre due Confraternite preesistenti: l’Opera del SS Sacramento e l’Opera della SS Annunziata.  
Appena costituita, la nuova Compagnia fece costruire ed allestire un altare nella chiesa del Convento di Maralunga e dispose di far dire due messe settimanali ai frati agostiniani.

Inoltre si occupava:

-della sepoltura dei marinai;
-dei suffragi dei marinai;
– curare gli arredi della Cappella del Santo;
-dell’organizzazione della festa annuale in suo onore;
-di pagare il riscatto di schiavi o di imbarcazioni catturate (oltre quanto messo dal governo genovese);
-di supportare i marinai e le loro famiglie in caso di bisogno / perdita di imbarchi / delle vedove;
-della pulizia delle calate lericine, degli ancoraggi e degli approdi;
-di rilasciare documenti per i velieri in partenza dalla rada lericina atti a dimostrare che fossero salpati da un porto senza epidemie.

Queste incombenze dimostrano anche la ricchezza della Confraternita, a sua volta frutto di benessere di Lerici che, da sempre, basava la sua economia sui traffici marittimi, come la considerazione che riceveva dalla Repubblica di Genova sui medesimi.
La Sede della Confraternita era nel Convento Agostiniano di Maralunga (Figura 10), punta avanzata a protezione di Lerici sul mare. Il Convento era dedicato alla Vergine Annunziata, anch’essa particolarmente venerata dai marittimi del paese. E, come Sant’Erasmo, era raffigurata, in tanti Ex Voto dei marinari lericini (Figura 3).
La prima Chiesa a Maralunga fu edificata a fine XV secolo e quasi in contemporanea con il Convento degli Agostiniani.
Nel 1526 fu donata al Convento dalla Comunità di Lerici una bombarda in bronzo, che fu fusa nella campana che, suonando durante le tempeste, aiutava i naviganti ad entrare in rada.

Tra il 1797 e il 1805 la Liguria era uno stato satellite dei Francesi, come Repubblica Democratica Ligure. In quello stesso 1797 il Governo francese ordinò la soppressione dei Conventi e, presumibilmente, la Chiesa iniziò ad andare in rovina tra il 1805 e il 1810.
In seguito vi fu costruita la batteria militare che ancora occupa il promontorio.

La festa di Sant’Erasmo a Lerici

La festa di Sant’Erasmo è stata legata, da secoli, ai fuochi, agli scoppi, ai falò accesi a cominciare dalla vigilia, ed ai colpi di cannone dal Castello. È il fil rouge iniziato con i fuochi di Sant’Elmo sugli alberi dei bastimenti (Figura 5) fino ai festeggiamenti odierni. Ad esempio, da documenti della Confraternita si evince che, nel 1792, per festeggiare il Santo, oltre la parte religiosa di tre giorni, …venivano impiegate 12 libre di polvere da sparo da far esplodere…, affidate ad esperti artificieri e, appunto, fuochi accesi ad illuminare tutto il Golfo. Ora sono i lumini in mare (Figura 11) ed i fuochi d’artificio (Figura 12) che hanno un senso e un’antica giustificazione.
Una festa di mare e di fede.    
Azioni meritorie e secolari della Compagnia, sostituita nell’Ottocentesca Società Marittima di Mutuo Soccorso (Figura 21), società laica per antonomasia. La Confraternita è stata ricostituita qualche anno fa e si occupa dell’organizzazione della festività e di opere di beneficenza.
Una devozione, quella lericina, conosciuta in tutto il Mediterraneo come conferma un libro in catalano, edito nel 1998. Si tratta de la Confratrernita de Sant’Elm de Loret, in cui c’è un intero capitolo dedicato a Lerici e alla Confraria de Sant Elm de Lerici., dov’è nominata anche la Società Marittima di Mutuo Soccorso.
Sono tanti i lericini cui è stato imposto il nome Elmo in onore del Santo e le preghiere a lui rivolte dalle donne, a protezione degli uomini in mare per mesi se non anni, come l’invocazione: …PREGHÉMO SANT’ERMO CHI STÀGGHIA ‘NTA COFFA… Preghiamo Sant’ Elmo che stia sulla coffa, o gabbia (del veliero, a protezione dell’equipaggio).
In quasi tutte la rappresentazioni, statue e dipinti, Sant’Erasmo è raffigurato con una barca o un veliero. Anche su quelle lericina…
Ancora oggi i festeggiamenti sono molto sentiti. La processione con i fedeli che seguono il Santo via terra (Figura 13 e Figura 14) e in mare (Figura 15, Figura 16, Figura 17, Figura 18 e Figura 19). Sino agli anni Settanta del secolo scorso il Santo era trasportato a terra e in barca da uomini di mare, scalzi o con i tipici zoccoli, con una semplice maglietta, spesso a righe, e il tipico cappello con il pon-pon rosso (Figura 20).

Lloret de Mar, provincia di Girona, Spagna

Barcellona, provincia di Barcellona, Spagna

Formia, provincia di Latina, Italia

Sestri Levante, città metropolitana di Genova, Italia

Rapallo, città metropolitana di Genova, Italia

Santa Margherita Ligure, città metropolitana di Genova, Italia

Sori, città metropolitana di Genova, Italia

Bonassola, provincia della Spezia, Italia

Gaeta, provincia di Latina, Italia

Lerici, provincia della Spezia, Italia

Note di aggiornamento

2021.07.06

L’amica di ArcheominoSapiens Pia SPAGIARI ci ha informato che …per chi fosse interessato alla devozione di Sant‘Erasmo suggerisce il volumetto Oratori nella terra della Luna edito dalla Regione Liguria (2014, da De Ferrari) del quale è Autrice. Il volume entra nel merito delle varie sedi in cui si colloca, trasferisce e svolge la sua funzione la Confraternita di Sant‘Erasmo.
Ancora, nel 2000 venne allestita una Significativa Mostra dal titolo
Il Pellegrino e la sua ombra il cui catalogo fu curato da Pia SPAGIARI e Luisa ROSSI per conto della Regione Ligra, in collaborazione con le Soprintendenze beni artistici e archeologici. In quell’occasione vennero esposte presso il Castello di Lerici le Impronte raffiguranti Sant‘Erasmo del 1825 ca,, in argento, genovesi con punzone sabaudo. Queste sostituirono quelle commissionate dall‘Opera dei padroni e marinai, ovvero dalla Confraternita di Sant‘Erasmo.
Primo libro dei conti 1629. Spostata da Maralunga a San Rocco nel 1810 e nel 1825 in San Francesco dove rimase definitivamente e dove è presente l’altare dedicato al Santo con punzone sabaudo che sostituì quello torretta in quell‘anno e come si legge nel Libro delle entrate e uscite 1716-1775 : più l‘impronta di Sant‘Erasmo posta a detta pianeta L.11…
Esisteva dunque già un’impronta probabilmente requisita nel 1798, ne venne ordinata una nuova a testimonianza della gran devozione al Santo e anche delle più che discrete disponibilità della Confraternita.
Si presume che la stessa possedesse un ricco corredo: mazze processionali e canti delle croci. In quasi tutti gli Oratori del territorio i canti sono lignei, per lo più ottocenteschi. Anche nelle croci processionali del sei- e del settecento. 
Le requisizioni degli argenti processionali vennero fatte in quanto dichiarati non necessari.

Immagine citata nel testo

Anonimo argentiere ligure XIX (1825-1872)
Coppia d’impronte raffigurante Sant’Erasmo
Argento sbalzato, cesellato, inciso cm.19×15
Due punzoni: delfino, aquila sabauda
Lerici, Chiesa di San Francesco d’Assisi
Iscrizione incisa sul bordo: Opera.De.Padroni.E.De.Marinai.
In Il Pellegrino e la sua ombra, Mostra a cura del Servizio Programmi e Strutture Culturali della Regione Liguria e di Italia nostra, sezione della Spezia. Castello di Lerici, novembre 2010. In collaborazione con Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Liguria, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria e Curia Vescovile della Spezia. Catalogo a cura di L. Rossi e P. Spagiari, sch.10
P. Ribolla p.100, La Spezia 2000.


Ci fu questo spoglio perpetrato a danno del nostro patrimonio che arricchì la Francia e soprattutto andò a sostenere le spese della guerra. Ritornarono a case le opere più prestigiose ma non tutto questo piccolo ma consistente patrimonio diffuso e frutto delle donazioni delle singole persone e delle istituzioni popolari e associative religiose e laiche.
Passano i secoli, ma le razzie dei vincitori del momento rimangono una costante…

Pia SPAGIARI

Bibliografia

BARDELLINI, O. (1935). Lerici
POGGI, F. (1909). Lerici e il suo castello. Ristampa 1976

COLOTTO, P. (1979). Lerici e le sue Chiese
CALZOLARI, E. (s.d.). L’Opera di Sant’Erasmo in Lerici.
VILÀ I GALÌ A. M. (1998). La Confraria de Sant Elm de Lloret.
MANFREDI M. (2022). Il convento scomparso.

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