Azulejos e laggioni

Copertina

Copertina – Azulejos ottocentesco conservato conservato presso l’Universita’ di Evora in Portogallo (da GIACOMOTTI et Alii, 1925). Scena molto complessa, composta da numerose formelle e orientaleggiante.
Dello stesso tipo erano scene mitologiche, di guerra, religiose e satiriche. Spesso utilizzavano effetti di trompe-l’oeil per ricreare l’illusione di elementi architettonici.

Azulejos e laggioni

È sorprendente trovare in Portogallo una grande varietà di forme e di tecniche nelle ceramiche popolari risalenti alla preistoria. Altrettanto sorprendente è l’esiguità di ritrovamenti di manufatti a smalto (majoliche) se non prima del 1500. Ma incerta è l’epoca della produzione di ceramiche importanti (da parata).
Si sa di un particolare prodotto importato dalla Spagna e commissionato dalla Corte. Era la stessa Opera di Malica che, passata in Italia, diventa Majolica.
Il grande mercato che il Portogallo aveva con l’estero, attira a Lisbona diversi ceramisti. I primi provenienti da Anversa, per quanto non rivaleggiassero per qualità con i prodotti provenienti da Macao (decori blu su fondo bianco, Figura 1). Seppure con bassi costi, soddisfacevano i gusti più raffinati. Ancora oggi si trovano esemplari di questi manufatti. Va ricordato che la materia prima era diversa e necessitava per la cottura di temperature più elevate, risultando di conseguenza più resistente e lucida. Queste costituivano il vasellame delle grandi famiglie.
La produzione locale, invece, era destinata alla piccola borghesia ed ai conventi meno ricchi. Di conseguenza scompare nel tempo, senza un grande interesse. Soltanto nel 1707 viene aperta a Lisbona una Manifattura Reale. La fabbrica Real do Rato viene affidata agli italiani Tommaso BRONETO LITORNO e Giuseppe VEROLI che introducono nuove tecniche di impasto e di cottura.
Altri italiani, in seguito, si trasferiscono a Belas, a Porto (Figura 2), a Estremoz e a Viana. Sono tali PAOLETTI e ROSSI, che producono oggetti popolari di un certo fascino, ma pur sempre di mediocre qualità. Ma se il livello artistico di questa ceramica è piuttosto basso (vasellame vario) è veramente sorprendente la produzione ceramica in architettura: sono gli azulejos, piastrelle di majolica, che fanno del Portogallo il nuovo mondo della ceramica.

Il gusto per le azulejos

Il gusto per queste piccole e grandi formelle proviene dal 1400, dopo che i portoghesi hanno conquistato, Ceuta, Tengeri e Arzilllà. Si diffonde dall’Andalusia (Siviglia), a levante, a Valencia a ponente. Dapprima con prodotti tradizionali e successivamente, verso la metà del ‘500, i nobili affascinati dagli azulejos si rivolgono agli artigiani di Anversa ma anche a Urbino, via via modificandosi e affinandosi. Gli stessi ceramisti fiamminghi un tempo dedicati a decori moreschi, introducono verso il 1550 una tecnica stannifera (detta alla maniera di Pisa) con superficie levigata e sovrastanti decori di fantasia.
Nel 1585 Francisco DE MATOS abbellisce con composizioni murali, la chiesa dei gesuiti di Lisbona con piastre grandi e piccole. Questa fabbricazione di formelle adatta a rivestire pavimenti e pareti era stata introdotta dal 1400, anche se la conquista da parte dei mussulmani di Valencia, Siviglia e Toledo era avvenuta secoli prima. E qui la tradizione continua ancora oggi (Figura 3, Figura 4 e Figura 5).
Tuttavia erano sempre dei mussulmani convertiti a decorare ancora vasi e piastrelle con disegni chiamati Mudejar, una mescolanza di motivi cristiani e moreschi.

La popolarità di questi prodotti arriva in Portogallo dove i muri di Coimbra e Beja portano ancora l’impronta di questi lavori del tardo ‘400 e primo ‘500.

Il Cinquecento

A Toledo si continua ad eseguire formelle con motivi moreschi sino al ‘500 , come sull’altare principale e sul pavimento della chiesa di San Juan de la Pentencia (1514).
A Siviglia si impone invece lo stile Isabelina in bianco stannifero, blu scuro, arancio brillante, porpora scuro, giallo limone e molti verdi. Un esempio è l’Oratorio dei Re Cattolici dell’Alcazar di Siviglia, del 1504
L’artista NICULOSO nel 1518 realizza dei pannelli per l’altare maggiore di Santa Maria di Tendudia, con scene della Vergine, dei quali un esempio, realizzato a Siviglia nel 1503, è esposto all’Amsterdam Rykmuseum (Figura 6).
Questo artista non lascia la sua grande capacità decorativa a nessun allievo.
Tra il 1560 ed il 1570, nuove influenze stimolano i ceramisti. Alcuni disegnatori provenienti dalle Fiandre giungono in Castiglia con l’incarico di Filippo II di lavorare nel suo palazzo.
Ma gli stili variano anche per desiderio dei committenti.
A Siviglia alcuni ceramisti emigrati dopo il 1500 da Allbisola, contribuiscono alla creazione di oggetti e formelle di notevole pregio. Come i SAMBURINO di Genova, che lavorano nella cattedrale di Siviglia. I genovesi ne restano incantati.
La nobiltà cittadina fa a gara per importare i manufatti, ma si capisce benissimo l’importanza di esecuzioni in loco, pavimenti, bordi, scale, muri, ecc.
Molti palazzi nobiliari (oggi detti dei Rolli) vengono decorati con gli azulejos, che nel frattempo genovesizzandoli, vengono chiamati laggioni (dall’arabo zulla y giun).
Mirabile il Palazzo GRIMALDI DI NEGRO in piazza Lepre n. 9, assolutamente da visitare.
Un gioiello particolare, e sempre visitabile, si trova in una chiesa non del centro, ma di Sampierdarena.  È in una piccola stanza, nel suo lato sinistro, un tempo la Cappella SALVAGO, ora del Battistero (Figura 7). Qui, in un’atmosfera di grande spiritualità troviamo una raffinatezza di decori a laggioni, di grande importanza e bellezza. È Santa Maria della Cella in via Giovannetti a Sampierdarena.

Il testo dell’articolo è stato tratto liberamente da GIACOMOTTI et Alii, 1925.

Lisbona, Lisbona, Portogallo

Anversa, Sint-Pietersvliet, Anversa, provincia d'Anversa 2000, Belgio

Belas, Lisbona, Portogallo

Porto, Portogallo

https://www.cm-estremoz.pt/anexos/view/sala-26-piso-2

 

Estremoz, distretto di Évora, Portogallo

Viana do Castelo, distretto di Viana do Castelo, Portogallo

Centro Cerámica Triana, C. San Jorge, Siviglia, Provincia di Siviglia 41010, Spagna

Museo Nacional de Cerámica y Artes Suntuarias González Martí, C. Poeta Querol, 2, Valencia, Provincia di Valencia 46002, Spagna

Urbino, provincia di Pesaro e Urbino, Italia

https://cultura.castillalamancha.es/patrimonio/catalogo-patrimonio-cultural/convento-de-san-juan-de-la-penitencia-de-toledo

 

Calle San Juan De La Penitencia, 45001 Toledo, Toledo, Spagna

Coimbra, distretto di Coimbra, Portogallo

Beja, distretto di Beja, Portogallo

Albissola Marina, provincia di Savona, Italia

Piazza Della Lepre 9, 16123 Genova città metropolitana di Genova, Italia

Santa Maria Della Cella, via giovannetti, Genova, città metropolitana di Genova 16149, Italia

Note di aggiornamento

2022.08.05

Un edificio splendidamente piastrellato con azulejas a Port (Portogallo).

Immagine citata nel testo

Bibliografia

GIACOMOTTI Jeanne, FERRARI Oreste, MONTEFUSCO Vincenzo, FROTHINGHAM Alice e JOAO DOS SANTOS Simoes (1981). Le ceramiche in Europa dal Medioevo al 1925. Fabbri ed., Milano.
WHEELER Mortimer (1965). Splendori d’Oriente. Mondadori, Milano.

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