Del maiale non si butta via nulla. Origine di un animale mite e utile.

Copertina

Copertina – Maiale di razza Large White allevata sulle alpi vallesi (Tztzoret, CH). 

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Una definizione… un mondo… una cultura…

Signori, valutare un prosciutto non significa solo contare strati di grasso o peso della coscia. Significa leggere una geografia: l’aria, il sole, la pioggia che hanno modellato la carne, l’erba e il fieno che hanno nutrito i maiali, e la mano esperta del norcino che sa fermarsi al momento giusto (…) Il prosciutto di Parma (Figura 1) è silenzio e memoria, il Bayonne (Figura 2) è vento di atlantico e nebbia delle montagne, il prosciutto iberico (Figura 3) è dolce come le ghiande e duro come la pazienza del maestro (…) E se qualcuno osa nominare il prosciutto industriale affumicato, io… è gomma salata. … non è un’opinione, è legge del gusto (…) Come direbbe Fritz (il cuoco privato di WOLFE), “la salatura è una scienza e l’affumicatura un’arte’” (…) Alla fine, valutiamo con la bocca, ma ascoltiamo con la memoria. E chi confonde un prosciutto con un pezzo di carne qualunque… beh, non ha compreso nulla della vita…
Nero WOLFE (Figura 4), il detective creato da Rex Todhunter STOUT (Figura 5), era l’invitato d’onore dell’Annual Congress of the Masters of Haute Cuisine e pronunciò queste parole alla premiazione del concorso culinario.
Il riferimento è alla riduzione televisiva RAI de Le Salsicce “Mezzanotte (1971), della serie sulle avventure di Nero WOLFE, trasmesse fra il 1969 e il 1971, con Tino BUAZZELLI nel ruolo del detective protagonista. Il romanzo originale di Rex Todhunter STOUT era Too Many Cooks, del 1938.

Le origini del maiale

Il maiale (Sus scrofa domesticus), come lo conosciamo oggi (Copertina), è il probabile risultato di una selezione, o domesticazione, del cinghiale (Sus scrofa; Figura 25). Allo stesso modo di come il bue lo è stato dall’uro (TINÉ e VIDALE, 2014; Figura 6 e Figura 7).
Il ritrovamento più antico (della presenza del maiale è avvenuto), nel 1964 a Cemi, alle pendici della catena del Taurus, nella Turchia Sud-orientale (e) risale all’8.000 a.C. circa. In questo sito, l’addomesticamento del maiale precede la coltivazione del grano o dell’orzo, e ciò sfaterebbe due convinzioni diffuse: che capre e pecore furono i primi animali allevati dall’uomo e che l’agricoltura precedette l’allevamento organizzato… (VERA; s.d.). Tale dato parrebbe ridimensionato dal fatto che nel Bronzo Antico (primi III millennio BC), nel sito di Arslantepe sempre in Turchia (Figura 8), sembra attestato su base archeozoloogica …uno scarso consumo di maiali (…) dato che in questo livello solo 1,5% dei campioni è rappresentato da suini, mentre l’82,1% da caprovini… (GALLI, IACUMINI e BALOSSI RESTELLI, 2015).
Poca evidenza, ma comunque importante.
In periodi e insediamenti differenti sono state riscontrate variazioni nel consumo della carne di maiale. Le cause? Varie, dalle situazioni ambientali alle prevalenze rituali, alle implicazioni conflittuali.
Più vicino a noi, il maiale si è diffuso sulle Alpi Svizzere (Archäologie Schweiz), presso gli Etruschi e, naturalmente, presso i Romani.
Del maiale non si butta via nulla, anche se, in realtà erano scartate completamente le sole unghie e cistifellea. Questa opportunità ha sicuramente influito sulla diffusione dell’allevamento e del consumo della sua carne. Consumo del prodotto fresco, prima, ma soprattutto della svariatissima possibilità di prodotti conservati, ovviamente resa possibile dalle tecniche di affumicatura e salatura.

Immagine richiamata nel testo

Figura 10 – l mesi di novembre (e dicembre) nel calendario del mosaico dell’Abbazia di Bobbio (XII secolo). rappresentato la battitura novembrina delle ghiande, per alimentare i maiali al pascolo libero e la macellazione del maiale a dicembre (da marcostucchi.com).

Primordi dell’uso culinario raffinato della carne di maiale

PLINIO il VECCHIO (Storia Naturale 8,209) sosteneva che …nessun animale presenta tante utilizzazioni per la cucina, la sua carne ha cinquanta sapori. Non a caso, ove allevato, il maiale era nutrito anche a lungo con vegetali particolari per insaporirne la carne. A Bobbio (Figura 9), il calendario illustrato nel mosaico dell’Abbazia del XII secolo, rappresenta la battitura delle ghiande per due maiali al pascolo (CEVASCO, 2013; Figura 10). Era operata a novembre, da una quercia con evidenti tracce di scalvatura, segno palese di trattamento colturale. E così anche a Madrid (Figura 26).
Un paio di secoli più tardi, ad Alfano, in Sicilia, gli abitanti di Noto (Figura 11), nella metà del Quattrocento, praticavano la raccolta delle ghiande da destinare proprio ai maiali (Santino Alessandro CUGNO). Nel XVIII sec. GRISELLINI (1768) riteneva genericamente idoneo eseguirla prima, a settembre, quando …si termina di tagliare i Sorgali (il sorgo o saggina; Figura 12), di spiantare i Canapi, e di lavorare i campi: si spargono i letami sulle terre, si meschiano con esse, si raccolgono i Lupoli, i Pomi, le Noci, ed altre frutta d’autunno. Si ammassano le stoppie de Sorgali, si abbruciano per ingrassare i campi. Si fa la semina della Segala, si pongono i Maiali alla ghianda, e ver la fine del mese si comincia la vindemia… (GRISELLINI, 1768, p.88).
I maiali gradiscono anche il grano saraceno (Figura 19) …franto o concausato (e) s’ingrassano assai bene col medesimo (AA.VV., 1826, p.37). Originale e documentata nelle
comunaglie di Lumarzo, intorno al 1850, era l’alimentazione dei maiali mediante l’uso della Felce aquilina (CEVASCO, 2013; Figura 13 e Figura 13.1).
Nelle regioni del riso, i maiali erano alimentati con la bulla, un residuo della brillatura.La brillatura si fa in due riprese, cioè levasi il riso dai mortai, per crivellarlo (Figura 14), quando si vede che si è per metà spogliato della buccia, e lo vi si ripone di nuovo per ultimare l’operazione. Cosi si ottengono due sorta di crusca; la prima, più grossolana, dicesi bullone o bullino; la seconda, più ricca di sostanza farinosa del riso, cioè la bulla, serve a far ingrassare i maiali… (AA.VV., 1849, p.31). Qualcuno, infine, alimentava gli animali anche con il pomo da terra (la patata; AA.VV., 1849, p.1016).
PLAUTO (Figura 15) sosteneva che. …il suino appare uno dei fondamenti della cucina romana, e dal complesso delle fonti si ricava una lista ricchissima di pezzi: testa (in genere affumicata) e muso, orecchie, costolette, schiena, filetto, petto e trippa (Figura 16), di cui esisteva una ricetta della città di Falerii lodata da Marziale (Figura 17), piedi e cotenna, nonché fra le frattaglie i rognoni e soprattutto il fegato; pregiatissimo quello di scrofa ingrassata a fichi venduto col nome di ficatum. Ma le parti di cui i Romani andavano pazzi erano le mammelle – molto costose – e soprattutto la vulva, meglio se di troia vergine (vulva sterilis). Per questo pezzo Apicio (Figura 18) offre ben quattro elaborazioni… (VERA, s.d.).
Ed ancora il lardo, usato come condimento, e la salsiccia Lucania dei legionari.

Il maiale, animale mite

Il maiale è sempre stato una presenza costante nei casali (Figura 27). …Abbondante più che ogni altra razza (esclusi naturalmente gli animali da lavoro e degli allevamenti), ed ogni contadino, benché povero, ne mantiene un certo numero, dalla cui vendita, in ragione di lire sette al rubbo di Genova, quando sono bene grassi, egli ritrae un discreto mezzo di sussistenza… DE BARTOLOMEIS, 1847, p.957; Figura 28). Nella mezzadria, al colono spettava metà del maiale macellato, quindi metà di tutti i prodotti che la saggezza norcina, in senso di arte e non di campanile, sapeva ricavare. E questo avveniva non solo in Liguria (AAA.VV., 1889).
Animale mite si nutriva di tutto e non invadeva i territori di altri animali.  Così nelle …Boscaglie naturali, che da tempo immemorabile vestono le Montagne della Lunigiana, sono di Cerri, e di Querci, dalle quali i Paesani ricavano grande utilità colla Ghianda per pastura dei Maiali… (TARGIONI TOZZETTI, 1777, p.347). Come anche nel
padule e pianalto del Colmo dei Bicchi-Botronchio della Piana di Lucca (ANDREOTTI e CIAMPOLTRINI, 2008) o dove, fra il 1287 e il 1355 durante il periodo del buongoverno dei Nove, si attesta la presenza del maiale di Cinta Senese (Figura 20) con l’affresco del LORENZETTI (Figura 21). Oppure, ancora, nell’antica selva dove oggi sorge Isola del Cantone (PEDEMONTE, 2020, p,16). Altre testimonianze medievali della diffusione della razza di Cinta Senese vengono sempre dall’iconografia. Oltre l’affresco del LORENZETTI, sono da ricordare il bassorilievo della chiesa di Santa Maria della Pieve ad Arezzo (Figura 22 e Figura 23) e l’affresco della piccola chiesa di Santo Stefano ad Artegna vicino Udine (Figura 24).
Rufolando nei boschi non era raro che il maiale si imbattesse anche in un tartufo del quale era, ed è, ghiottissimo (AA.VV., 1850, p.114). Anzi, sfruttando il raffinato olfatto (soprattutto della scrofa) e l’abitudine a rufolare, è stato tentato di sostituirla ai cani da tartufo in alcune aree di presenza del ricco tubero (Figura 29).
È arrivato ad essere talmente domestico da poter vagare anche per i villaggi, fino a diventare fastidioso. Il lato positivo è stato che, nutrendosi di qualunque scarto orticolo o di cibo (come la Columbia, cioè ogni rimasuglio o colatura di cucina; REMOGNA, 2007), acquisiva addirittura l’utile, per le epoche, funzione di spazzino (insieme al cane e alla capra; MAILLARD, 2005, p.55). 

continua…

Immagine richiamata nel testo

Lei noulevves de Nassogne. Il famoso cinghiale domato di Bande…

Chemin du Bois de Barde, 24590 Saint-Crépin-et-Carlucet, Francia

Polpenazze del Garda, provincia di Brescia, Italia

Cattolica, provincia di Rimini, Italia Madrid, Madrid, Spagna

Bobbio, provincia di Piacenza, Italia

Montignac-Lascaux, Dordogna, Francia

Siena, provincia di Siena, Italia

Arezzo, provincia di Arezzo, Italia

Artegna, provincia di Udine, Italia

Localita' Amolara, 45011 Adria provincia di Rovigo, Italia Castelnuovo, Teolo, provincia di Padova, Italia

Grezzana, provincia di Verona, Italia

Estremadura, Spagna

Bayonne, Pirenei Atlantici, Francia

Parma, provincia di Parma, Italia

Ceto, provincia di Brescia, Italia Cimbergo, provincia di Brescia, Italia Paspardo, provincia di Brescia, Italia

Fiavé, provincia autonoma di Trento, Italia

Molina di Ledro, Ledro, provincia autonoma di Trento, Italia

Polpenazze del Garda, provincia di Brescia, Italia

Marsala, provincia di Trapani, Italia

Isola del Cantone, città metropolitana di Genova, Italia

Latera, provincia di Viterbo, Italia

Porzano, Leno, provincia di Brescia, Italia Borzonasca, città metropolitana di Genova, Italia

Saint Antoine l'Abbaye, Isère, Francia

Trezzo sull'Adda, città metropolitana di Milano, Italia

Cividale del Friuli, provincia di Udine, Italia

Megara, Attica, Grecia

Roma, città metropolitana di Roma Capitale, Italia

Sesta Godano, provincia della Spezia, Italia

Lucca, provincia di Lucca, Italia

Teti, provincia di Nuoro, Italia

Via Cinquefrondi, 00173 Roma città metropolitana di Roma Capitale, Italia

Torre Spaccata, Roma, città metropolitana di Roma Capitale, Italia

Teramo, provincia di Teramo, Italia

Jenne, città metropolitana di Roma Capitale, Italia

Trasacco, provincia dell'Aquila, Italia

Bolognano, provincia di Pescara, Italia

Via Santa Croce, 05035 Narni provincia di Terni, Italia

Regione Capo Caccia, 07041 Alghero provincia di Sassari, Italia

Complanare Est, 72100 Brindisi provincia di Brindisi, Italia

Cabras, provincia di Oristano, Italia

Aslantepe Caddesi, 44210 Distretto di Battalgazi/provincia di Malatya, Anatolia Orientale, Turchia

Sirai, Carbonia, provincia del Sud Sardegna, Italia

Noto, provincia di Siracusa, Italia

Bologna, città metropolitana di Bologna, Italia Località Su Coddu De Sa Cresia, 09018 Sarroch città metropolitana di Cagliari, Italia Piazza Del Principe, 16126 Genova città metropolitana di Genova, Italia

Localita' Montacchita, 56036 Palaia provincia di Pisa, Italia

Nizza, Alpi Marittime, Francia

Distretto di Çemişgezek, provincia di Tunceli, Turchia

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