Selinunte, gioiello Megarese di VII secolo a.C.

Selinunte la città del selinon (prezzemolo selvatico).
È stata fondata dai Megaresi di Sicilia nella seconda metà del VII secolo a.C., posizionandola a cavallo di due porti-canali, oggi insabbiati. Fu la base di intensi commerci marittimi. Lo sfruttamento del ruolo geografico portò gli abitanti di Selinunte a raggiungere un floridezza economica, nell’arco di poco più di due secoli, che ha pochi confronti nel mondo greco e siceliota/magno-greco.

Selinunte è una città di dimensioni grandiose, arricchita da numerosi edifici di culto ed opere pubbliche di primissima qualità.
La decadenza di Selinunte cominciò quando fu coinvolta nelle ostilità fra Greci e Punici della fine del V secolo a.C..
Dal 409 a.C. divenne un importante centro commerciale punico e perse il suo splendore urbano. Senza più guardare alle finezze della sua struttura urbanistica i Punici piazzarono abitazioni un po’ ovunque, anche fra i ruderi dei templi, sovvertendo l’originaria articolazione della città.
Ma nonostante questo, l’impianto urbanistico greco rimane un esempio fra i livelli più alti della storia dell’urbanistica moderna. L’incredibile numero e qualità dei templi è la peculiarità selinuntina.
Selinunte si trova sul lungo e articolato sistema di faglia attiva che attraversa la Valle del Belice e presenta dei tassi di movimento piuttosto accentuati. Le distruzioni sono da riferire sia a sismi (come quello distruttivo che ha colpito la città fra il V ed il IV sec.
a.C., sia a fenomeni di cosiddetto creep asismico, ovvero a scorrimenti in assenza di terremoti. Ma gli effetti sul costruito sono stati analoghi.