1815: l’eruzione del Tambora nelle Filippine. Giorni di attesa e preoccupazione, poi una nube di polveri si innalza per oltre 50 chilometri ed entra nell’astenosfera. Effetti immediati devastanti e vittime. Poi la dispersione si fa estesa, probabilmente planetaria, fino a modificare il sorso delle stagioni per un paio di anni…
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L’attività della caldera dei Campi Flegrei era nota già ai Romani che, nel primo secolo, avevano predisposto barriere a salvaguardia delle ingestioni marine indotte dalla subsidenza del suolo.
Sistema vulcanico quiescente, ma con ciclici momenti di riattivazione. Ultimo di questi nel 1538 con l’eruzione che ha “creato” il cono di tufo del Monte Nuovo.
Attualmente continui e ripetuti accenni di attività profonda, preparatoria, ma che necessita di continui studi e modellazioni (gli ultimi appena pubblicati), monitoraggi e vigile attesa.