Copertina – Particolare del portale con trigramma di San Bernardino e degli archetti pensile sui resti del palazzo storico di piazza Sant’Agostino alla Spezia. Prologo Da alcuni giorni la stampa locale (COMUNE DELLA SPEZIA, 2022 su Gazzetta della Spezia&Provincia; TENCA, 2022) propone l’annuncio dell’inizio dei lavori in un angolo molto significativo e dimenticato da tempo, di […]
Archivio Categoria: Archeologia
Articoli di Archeologia
La villa tardo-romana del Casale (IV secolo) di Piazza Armerina. Una splendida costruzione aristocratica arricchita di fantastici affreschi e, soprattutto, pavimenti a mosaico. Alcuni di dimensioni estremamente inconsuete. Scene di vita e soprattutto svago: dalla caccia alla pesca, dagli sport alle gare. Rappresentazioni fantasmagoriche di situazioni e momenti anche molto particolari.
Il fascino del Marmo, il Marmo classico Lunense o Apuano. Bianco e statuario. Ma quanti altri marmi. Il Marmo di Punta Bianca. E poi i non Marmi: le brecce, i calcari, le ofioliti, fino alla Pietra Paesina. Belli, lucidatili, lavorabili, originali, ornamentali, materie d’arte. Sono un’infinità. Talvolta piccoli giacimenti sfruttati in una sola cava. Ma ne restano i nomi evocativi e le opere.
In copertina: particolare della stratigrafia del sottofondo di un pavimento a mosaico. Domus dei Mosaici, Mosaico del Circo Massimo di Roma (V sec. d.C.). Reading Time: 18 minutes Premessa alla via dei marmi di Luni Questa storia comincia nel 177 a. C.. È l’anno di deduzione della colonia romana di Luni, la città che raggiungerà […]
Filo e fuso: l’antica arte di filare la lana. Dall’iconografia alle fonti storiche, dalla cultura materiale all’archeologia sperimentale.
E poi a ricerca è continuata. Sono stat trovate molto foto che mostrano le differenti fasi del lavoro in località e con strumenti anche lievemente differenti. Ma c’è un Fil Rouge che unisce il tutto ed è l’orgoglio fare uno dei tanti lavori femminili, fondamentali
La valle Lagorara si trova in comune di Maissana, nell’entroterra fra il Tigullio e lo spezzino. È una valle profonda, misteriosa e suggestiva. È dominata dai monti Porcile, Verruga e Scogliera. Dal punto di vista ambientale è dominata della altissime pareti a strapiombo di uno dei più vasti affioramenti di diaspri. I Diaspri di Monte Alpe della letteratura geologica.
Ma in valle Lagorara si trova la più antica, longeva (per durata di attività) e ampia cava di diaspro e radiolarite conosciuta. In Liguria Orientale non si trova l’ossidiana ed è rara la selce, rocce adatte alla preparazione dei più antichi utensili usati dall’uomo. Ma in Valle Lagorara ci sono diaspri, selci a radiolari e radiolariti. Sono rocce molto particolari ed essenzialmente silicee. Questa loro caratteristica è stata riscontrata e sfruttata anche dall’uomo che, cinquemila anni fa, ha scoperto l’affioramento di Valle Lagorara ed aperto la cava. E nel frangente ha perfezionato le tecniche estrattive e di scheggiatura. Basti pensare che gran parte dei mazzuoli per l’estrazione del diaspro sono di eclogite, una roccia la cui presenza più prossima è nel ponente ligure.
Un unico capitello figurato nel chiostro dell’isola del Tino: un leoncino, poi una rosetta ed un fiore su lungo stelo in mezzo a fogliami. Un pezzo unico. Le analisi petrologiche hanno indicato che il capitello è stato realizzato da un blocco di marmo aprano. Un riuso? Un elemento realizzato sul posto? In realtà, non c’è grande impiego di marmo apuano sui monumenti dell’isola. Un’importazione?
Sono stati cercati confronti, ma…
Una lettura casuale riporta alla mente immagini dell’infanzia. La mia nonna, Gina, che sovrintendeva al lavaggio delle lenzuola: acqua bollente nella tinozza dove erano le lenzuola e la soda. E girare, rimestare, girare, rimestare e… ancora acqua bollente… un rito più che un bucato. E poi stendere fuori, all’aria di Firenze… Oggi quelle lenzuola profumano ancora di sole, di brezza, di pulito, di Firenze, di anni Cinquanta… di gioia…
Copertina – Gustav KLIMT, l’ Albero della vita, 1908-1911. Matita, pastelli e lamina metallica su carta, circa 200 x 306 cm. Vienna, Österreichisches Museum für angewandte Kunst. Il trittico che il maestro viennese progettò per l’abitazione del mecenate Adolphe Stoclet. Alberi, una storia che viene da lontano Proviamo a pensare qual’è la nostra reazione alla parola albero. Beh, […]
Copertina – Planimetria delle ricerche svolte dal 13 agosto al 14 settembre 1911 a Macugnaga – Val Quarazza. Riproduzione della carta conservata presso l’ex Distretto Minerario di Torino. Da una ripresa fotografica degli anni Ottanta del secolo scorso. Prologo In ogni epoca e ad ogni latitudine l’uomo ha subito il fascino sottile e contrastante dell’oro. […]
Nel duecentesimo anniversario della sua nascita vogliamo ricordare Domenico CHIODO.
Ufficiale della Marina Sarda è ricordato per avere realizzato un’opera mastodontica per la sua epoca: l’Arsenale Militare della Spezia.
È da sottolineare che il progetto e la sua realizzazione furono estesi anche ad una parte ingente della città dovendo prevedere tutte quell’indotto di opere logistiche e di servizio per i cantieri, per l’impianto e per il personale militare e non.
Fu certo un’impatto notevole sulla città e sull’ambiente, ma fu anche un modello di sviluppo sociale ed economico per la Città.
Una grande opera che non può prescindere da essere inquadrata nell’epoca e che è miope criticarla con un’ortodossa visione ambientalista odierna. Anche l’attuale visione radicale green ha i suoi limiti quando esasperata. Non parliamo poi se applicata a ritroso nel tempo.
La storia del consumo di legno e frutti degli alberi del genere Olea si perde nei tempi più remoti. Rinvenimenti da Gesher Benot Ya`aqov in Israele risalgono a quasi 800.000 anni fa e indicano che forme umane arcaiche, molto precedenti la nostra, annoveravano le olive selvatiche fra il loro nutrimento. Le olive sono amare e diventano appetibili al nostro palato attuale dopo opportuni processi (ad esempio un mese in salamoia); dobbiamo perciò presumere che quegli antenati avessero gusti più rustici, o che già praticassero manipolazioni
Copertina – Particolare del portale con trigramma di San Bernardino e degli archetti pensile sui resti del palazzo storico di piazza Sant’Agostino alla Spezia. Prologo Da alcuni giorni la stampa locale (COMUNE DELLA SPEZIA, 2022 su Gazzetta della Spezia&Provincia; TENCA, 2022) propone l’annuncio dell’inizio dei lavori in un angolo molto significativo e dimenticato da tempo, di […]
Battista Spinola, doge, uomo di cultura, uomo di pace. Una vita alla ricerca della pace interiore trovata nella cultura e nella coltura della vigna e del territorio. Due luoghi di pace: il castello Belforte e l’Abbazia del Boschetto.
Poi due personaggi fondamentali ad una profonda e singolare storia d’amore. Tommasina, giovane e bella. Il cristianissimo Luigi XII di Francia. Un coup de foudre… Un immenso amore… platonico… E poi il perdono che scaturisce da un altro amore profondo, quello di Battista verso la moglie Tommasina.
Infine un’originalità poco notacoltivazione della vigna con l’impiego di animali da tiro…
La tragedia è compiuta. Luca Spinola è stato ucciso. Luca Lercari catturato, processato, giustiziato, seppellito con grande pietà, grazie alla benevolenza del Doge Ottavio Gentile.
Poi il destino unisce le due famiglie oggetto della tragedia in un percorso comune. Pellina Lercari sposa Giò Maria Spinola. Da quel momento si intrecciano le due famiglie, seppure prevalga nella storia il cognome Spinola. Ma nella splendida villa di Sampierdarena sono presenti ambedue gli armi familiari.
Un percorso familiare, ma anche di genovesità e spiritualità: l’Abbazia di San Nicolò del Boschetto e la chiesa di San Francesco di Paola.
prevalgono in tutta questa storia diverse figure femminili: Pellina, Maria, un’altra Pellina e Veronica
Nella opulenta Genova del Cinquecento una tragedia prodotta da ricerca/mantenimento del potere, leggerezza ammantata da rabbia ed errore di calcolo. Una tragedia che segnerà profondamente una famiglia, ma anche un riflusso di pietà.
Copertina – Particolare degli antropomorfi e della croce medievale del masso di Ciampa del Diavolo 2. Vie preistoriche e ricerca mineraria La Toscana nord occidentale comprende territori, notoriamente ricchi di minerali, che ricadono nel massiccio delle Alpi Apuane. Nel campo degli studi di archeologia montana e della viabilità antica, alcune ipotesi portano a credere che certe direttrici […]
Copertina – Alcune tombe della necropoli dell’Età del Ferro di Cafaggio (Ameglia, La Spezia) dalla quale provengono le fusaiole litiche studiate. Le fusaiole: oggetti d’uso e di prestigio Le fusaiole sono piccoli oggetti di forma generalmente conica o biconica dotate di foro assiale, anch’esso conico, bionico o cilindrico. Queste sono le forme prevalenti e più […]
Un’arte ed una pietanza provenienti dal medioevo di Varese Ligure, dove che sono rimaste profondamente radicate nella cultura materiale locale.
Ci sono tracce di queste “lasagnette” tonde anche nel Basso Piemonte e nel Ponente Ligure. Ma a Varese Ligure hanno radici differenti. E vanno ricercate più nella cultura materiale che nella storia scritta e documentale. Una tradizione ancora viva nelle sapienti mani di un paio di artiste e di altrettanti cuochi.
In copertina: uno dei campioni di Libyan Desert Silica Glass studiati. Proemio Quest’anno, e precisamente nello scorso mese di novembre, si è celebrato il centenario della scoperta della tomba del faraone Tutankhamon (Figura 8).Nell’occasione, la rivista Archeologia Viva (n. 216, novembre 2022), ha ripercorso le fasi precedenti e finali della scoperta, corredando l’articolo con numerose […]
L’archeologia svizzera, e soprattutto quella del Cantone Vallese, si è arricchita di nuove scoperte. In quest’ottica è stata fondamentale l’assistenza ai recenti ed importanti interventi edilizi assistenza eseguita dall’Ufficio Archeologico Cantonale.
Le notizie sono state diffuse dalla stampa anche se i siti ed i reperti sono ancora in gran parte in corso di studio. Ma sulla base di quanto pubblicato è possibile una prima panoramica.
Di recente il Comune di Genova ha acquistato la Villa Centurione Carpeneto di Sanpierdarena. La notizia fornisce l’occasione a Marisa MACCAGNO di tracciare brevi salienti note sulla vita, i baratte e le opere di Bartolomeo STROZZI che nella villa ha lasciato apprezzati affreschi.
La valle Lagorara si trova in comune di Maissana, nell’entroterra fra il Tigullio e lo spezzino. È una valle profonda, misteriosa e suggestiva. È dominata dai monti Porcile, Verruga e Scogliera. Dal punto di vista ambientale è dominata della altissime pareti a strapiombo di uno dei più vasti affioramenti di diaspri. I Diaspri di Monte Alpe della letteratura geologica.
Ma in valle Lagorara si trova la più antica, longeva (per durata di attività) e ampia cava di diaspro e radiolarite conosciuta. In Liguria Orientale non si trova l’ossidiana ed è rara la selce, rocce adatte alla preparazione dei più antichi utensili usati dall’uomo. Ma in Valle Lagorara ci sono diaspri, selci a radiolari e radiolariti. Sono rocce molto particolari ed essenzialmente silicee. Questa loro caratteristica è stata riscontrata e sfruttata anche dall’uomo che, cinquemila anni fa, ha scoperto l’affioramento di Valle Lagorara ed aperto la cava. E nel frangente ha perfezionato le tecniche estrattive e di scheggiatura. Basti pensare che gran parte dei mazzuoli per l’estrazione del diaspro sono di eclogite, una roccia la cui presenza più prossima è nel ponente ligure.
Una lunga vacanza al mare nel 1607 di Francesco GONZAGA. Voleva vedere il mare e finalmente dopo essere stato ospite in vari Palazzi e ville nobili genovesi, da piazza Fontane Marose a Strada Nuova, approda a Sampierdarena, in faccia al mare.
Anche Pier Paolo RUBENS in quel periodo appoda (si fa per dire perché arriva a cavallo) a Genova. E qui fra frivolezze e mondanità gira per il centro e disegna, disegna, disegna, finché ha tanto materiale da pubblicare il suo “Palazzi antichi di Genova” un’opera unica e fondamentale. Ma non solo ritrae i personaggi della sua avventura genovese che, forse, acquistano per questo un’ulteriore fama…
La campagna di scavo condotta a Luni nel 2021 dal Laboratorio di Topografia Antica e Archeologia Subacquea (dell’Università di Pisa) ha portato alla luce un grande pavimento a opus sentile. Particolarmente interessante è il grande tappeto centrale a cubi assonometrici ad effetto tridimensionale. Il pavimento caratterizzava il triclinio della domus B, inserita nel quartiere più prossimo al mare.
Una necessità dei palazzi spagnoli furono, dal Seicento, le pareti rivestite di ceramica. Queste funzionavano un po’ come l’aria condizionata attuale. Analogamente valeva per i pavimenti. Così si rendevano freschi gli ambienti, ma anche puliti. Gli abiti indossati dalle persone non si sporcavano come avveniva invece con gli intonaci comuni.
Questo uso spagnolo si diffuse anche nei Paesi Bassi che, allora, erano un Governatorato del Re di Spagna.
Ma non solo, più tardi si trovano esempi anche nelle ceramiche di Capodimonte e di nuovo in Spagna.
Marisa MACCAGNO ripercorre, in questo articolo, l’origine delle azulejos, le tipicissime ceramiche portoghesi.
Un’origine molto varia ed eclettica che prende spunto da paesi ed artisti differenti. Da Anversa con evidenti influenze asiatiche, a Urbino. Infine diviene poi una tipicità portoghese. Ma qui, fra Quattro e Cinquecento, vengono ricercate nuove tecniche e materiali, soprattutto per i colori. Nuovi impasti e nuovi minerali concorrono a comporre ceramiche sempre più apprezzate da nobili e clero. Ed in questo periodo giungono alla ribalta artisti genovesi che contribuiscono a portare in patria il meglio di quest’arte e di questi prodotti. Sono i laggioni che a Genova rappresentano un momento di diffusione artistica il cui apprezzamento merita un viaggio.
Copertina – La parete “B” della Grotta di Diana (Figura 2c) con graffiti un idoliforme ed un “pugnale”. Il presente testo riprende i lavori in coedizione fra l’Autrice e Francesco MP CARRERA. In particolare: CARRERA e TOSATTI, 2014, 2015 e 2021. Prologo e premesse La Grotta è nota anche come Ca’ d’Diana o Grotta delle […]
Copertina – Particolare del portale con trigramma di San Bernardino e degli archetti pensile sui resti del palazzo storico di piazza Sant’Agostino alla Spezia. Prologo Da alcuni giorni la stampa locale (COMUNE DELLA SPEZIA, 2022 su Gazzetta della Spezia&Provincia; TENCA, 2022) propone l’annuncio dell’inizio dei lavori in un angolo molto significativo e dimenticato da tempo, di […]
Copertina – Particolare degli antropomorfi e della croce medievale del masso di Ciampa del Diavolo 2. Vie preistoriche e ricerca mineraria La Toscana nord occidentale comprende territori, notoriamente ricchi di minerali, che ricadono nel massiccio delle Alpi Apuane. Nel campo degli studi di archeologia montana e della viabilità antica, alcune ipotesi portano a credere che certe direttrici […]
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